A 24 ore dall’annuncio diramato dal Dipartimento di Stato, anche il Foreign Office ha reso pubblica oggi la decisione del Governo inglese di ritirare l’offerta di un dono di cinque milioni di sterline all’Egitto per la costruzione della grande diga di Assuan. Il portavoce del Foreign Office ha sostenuto che questo dietro-front inglese è motivato unicamente dai dubbi esistenti sulla capacità dell’Egitto, nelle circostanze attuali, di realizzare questo progetto colossale (che è la chiave di volta dell’intero piano di riforme economiche egiziano), e non da considerazioni politiche. Alla costruzione della diga avrebbero dovuto contribuire anche un dono americano di 15 milioni di sterline e un prestito della Banca Mondiale di 200 milioni di sterline.
Il ministro degli Esteri sovietico Scepilov ha dichiarato che il govcrno russo non intende finanziare la costruzione della diga di Assuan. «L’Egitto — egli ha detto — abbisogna di industrializzazione, e la Russia è disposta ad aiutarlo; ma la diga non è un’opera indispensabile». Colpo grave per Nasser: pochi giorni prima gli americani e poi gli inglesi avevano fatto sapere anch’essi di non voler fornire al dittatore i quattrini necessari. Questa successione di rifiuti merita un commento. Washington e Londra hanno preso la decisione per ragioni eminentemente politiche. I due Governi non vogliono aiutare un uomo di Stato la cui attività principale è di ostacolare la politica francese in Algeria, incoraggiando la rivolta, atteggiandosi a campione del panarabismo. Poiché l’Algeria fa parte del complesso atlantico. Nasser è nemico di tutte le Nazioni dell’alleanza. Mosca invece ha preso la decisione per ragioni economiche. La convenienza politica le avrebbe consigliato di inserirsi con il suo capitale in Egitto, e di occuparvi un posto importante, che avrebbe danneggiato il prestigio occidentale. Nel momento attuale, però, la Russia non ha i mezzi necessari per sopraintendcre alla costruzione di quella immane opera pubblica: non ha abbastanza macchine né tecnici (come avevano giustamente calcolato gli americani). Il risultato è penoso per Nasser, il quale sperava di riverniciare la sua popolarità con l’inizio dei grandi lavori sul Nilo e la promessa di una maggiore prosperità nazionale. Egli aveva creduto che giocando gli occidentali e i russi gli uni contro gli altri, avrebbe fatto ottimi affari. Come accade spesso ai troppo furbi, egli è caduto ora tra due seggiole (dal Corriere d’informazione).
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