• In Napoli a sera mentre il duca di San Donato, sopraintendente dei teatri, recavasi con due sue sorelle al teatro francese, è aggredito da uno sconosciuto che feriscelo leggermente di pugnale (Comandini)
• Nella notte sopra oggi una ventina di malandrini hanno aggredita la carrozza postale che da Trieste va a Fiume scortata da due soldati: l’hanno derubata di otto a diecimila fiorini (Comandini)
• Verso le 20-21 una trentina di persone armate, in Portici, assalgono le guardie nazionali che incontrano, sparano su di esse. Due sono ferite. Sono arrestate 28 persone, tra le quali 12 donne vestite alla foggia garibaldina ed armate (Comandini)
• A San Severo di Foggia, in relazione alle turbolenze di ieri, oggi, giornata di pioggia, essendo in paese tutti i contadini, sollevansi a tumulto un 3.000 cafoni reazionari armati, che vanno ad aprire le carceri. Accorrono guardie nazionali, e dopo tre ore di fuoco, i cafoni sono sopraffatti, con molti morti e feriti e numerosi arrestati, fra quali due canonici e un arciprete. Delle guardie nazionali ucciso Domenico Sparavilla e ferito gravemente suo figlio. Due cafoni, uccisori dello Sparavilla, identificati, sono fucilati (Comandini)
• In Trieste una riunione di negozianti delibera di istituire un corpo di guardie notturne pei negozi durante i mesi invernali; e di chiedere all’autorità che sia generalmente proibito a tutti, anche ai facchini, di portare coltelli od istrumenti atti a ferire (Comandini)
• Un sicario borbonico uccide a Napoli il liberale Leopoldo Faglione. (Comandini)
• In Amelia, il padre Nerli, priore del convento degli Agostiniani, è assassinato dal frate Antonio Barsanti di Pietrasanta che viene poi arrestato (Comandini)
• A Milano il Tribunale provinciale condanna ai lavori forzati a vita il Carozzi e il Gatti che il 30 ottobre scorso assassinarono in Melzo il possidente Carlo Gioia (Comandini)
• A Palermo, a sera nel caffè di Sicilia, uno sconosciuto invita il noto liberale Salvatore Piazza ad uscire; questi rifiutandosi, l’altro spara un colpo di pistola, che ferisce mortalmente un continentale (Comandini)
• A Modena arrestato il redattore dell’Avvenire per fabbricazione e possesso di documenti bancari (cambiali e cedole del Comitato garibaldino di provvedimento) falsificati per 500 mila ad 800 mila lire, in complicità di altra persona di Modena (Comandini)
• A sera in Brescia è gettata dalla porta del negozio una piccola bomba nel cortile della birreria Würer: la bomba non scoppia che quando è raccolta dal cameriere Faustino Gatti, che resta gravemente ferito alle mani, così da dovergliele amputare (Comandini)
• A Napoli, verso le 23, mentre tornavasene a casa coi propri zii è assassinata proditoriamente con colpo di pistola la signora Sarmi, di famiglia di rispettabili negozianti (Comandini)
• Alle 4.30 ant. la diligenza che partiva da Bologna per la Toscana è aggredita e svaligiata sulla strada di Frassinago (Comandini)
• A Marino una comitiva di individui va gridando: «Viva Vittorio Emanuele!» Intervengono i gendarmi, uno dei quali è ucciso, ed uno ferito (Comandini)
• A Roma, poco lungi dal Corso è pugnalato un gendarme. (Comandini)
• Torino è impressionata per tre misteriosi omicidi avvenuti nella notte, fra quali quello di una donna in costume di Pierotte (Comandini)
• A Torino in un camerone del laboratorio dell’arsenale, per accensione di una caldaia di liquido infiammabile avviene grave esplosione con incendi ferite quindici persone militari e civili (Comandini)
• Una banda di briganti fra Brancaccio e Ciaculli assassina cinque fratelli Licaro che lavoravano nel proprio podere (Comandini)
•A Genova una mano di Veneziani calafati, avvinazzati, nelle vie tra Ponticelli e Borgo Lanieri, suscita disordini bastonando i tranquilli passanti; nasce zuffa coi popolani; due veneziani malconci sono trasportati all’ospedale e 15 arrestati (Comandini)
• A Genova una frotta di popolani a sera recasi nell’osteria dove bazzicano i Veneziani calafati ma guardie di P.S. carabinieri e pattuglie militari intervengono e ne arrestano tanto di una parte che dell’altra (Comandini)
• A Napoli nella notte sopra oggi incendio distrugge il Teatro Nuovo a Montecalvario (Comandini)
• Fra Faenza e Lugo aggredito il corriere postale, scortato da carabinieri: resta ucciso un aggressore, e ferito mortalmente un carabiniere: sono arrestati alcuni aggressori, onde scuopresi tutta una trafila di ladri (Comandini)
• In Modena la polizia scuopre in flagrante falsificazione di monete certo Stefanini di Mirandola ed i fratelli Giuseppe e Pietro Pellacani modenesi (Comandini)
• A Cremona fuori di Porta Po, due soldati napoletani del 34° fanteria uccidono a baionettate un loro compagno. Sono arrestati, fra gran trambusto, accorrendo al quale, a cavallo, il gen. Stefanelli cade e fratturasi la gamba sinistra (Comandini)
• In Santa Margherita pei funerali del capo partito Montalbano, nasce conflitto; gli amici del Montalbano rifugiansi nella Casa Comunale che è assalita e fatta saltare con polvere ed incendiata: restano uccisi otto cittadini. Intervengono guardie nazionali e forza pubblica, sono fatti numerosissimi arresti (Comandini)
Alle 6 ½ del mattino, in un campo fuori di porta Vigentina, presente gran folla di popolo, è giustiziato l’assassino Boggia • «Quando sono passati novantotto anni dalla pubblicazione di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, l’ultimo assassino a finire sulla forca si chiama Antonio Boggia. Portinaio in uno stabile di via Nerino, abita però in via Bagnera, dove attira le vittime per depredarle. Ne ammazza tre e sta per aggiungerne una quarta quando è arrestato dalla polizia austriaca. Boggia, dicono i vicini e i conoscenti, è proprio una brava persona, tranquilla e devota. Accaniti verso i liberali ma miti con chi si inginocchia ogni giorno in chiesa, i poliziotti imperial-regi lo rilasciano. Il malfattore può dunque liquidare una ricca vedova, che seppellisce in casa propria, accanto alle altre salme. Di nuovo arrestato, processato e riconosciuto colpevole, è impiccato fuori dalla porta Ludovica l’8 aprile 1862. La pena di morte è abolita nel 1889 dal codice penale di Giuseppe Zanardelli» (Marta Boneschi Milano, l’avventura di una città Ledizioni 2014) (Comandini)
Le dimissioni del Primo ministro Hussein Ala hanno provocato una situazione gravissima in Persia. In molti ambienti occidentali della capitale persiana si nutre il timore che il Paese sia ad una svolta della sua politica filooccidentale e che la salita al potere del nuovo Primo ministro nominato dallo Scià, Manucheher Eghbal, possa rappresentare un ritorno a certe posizioni di forza che hanno caratterizzato il periodo della permanenza al potere di Mossadeq. L’attuale crisi della situazione persiana si connette direttamente all’ondata di sfiducia che ha colpito il Governo del filo-occidentale Hussein Ala in seguito alla uccisione dei tre americani, i coniugi Carroll ed un loro amico, da parte di banditi appartenenti alle tribù selvagge della zona sud-orientale. In seguito al rinvenimento del cadavere orrendamente mutilato della signora Carroll, avvenuto domenica scorsa in una solitaria e desolata vallata del Belucistan, il capo dell’amministrazione americana degli aiuti all’ Iran ha deciso di sospendere la distribuzione di tali aiuti e tutte le operazioni in corso nella concessione di assistenza alla popolazione iraniana. Pertanto il Governo di Ala si è trovato di fronte alla responsabilità di aver provocato al Paese gravissimi danni. Insieme ad Ala si sono dimessi anche tutti i ministri. L’inseguimento del bandito Dad Shali sulle montagne lungo il confine con il Pakistan continua con grande spiegamento di mezzi; tre uomini, che si presume facessero parte del gruppo che ha ucciso i tre americani, sono stati abbattuti dai reparti di polizia. Ieri sera il Cancelliere Adenauer, che si trova in Persia da alcuni giorni, si è congedato dallo Scià e dall’imperatrice Soraya e questa mattina è ripartito per la Germania.
Il Presidente del Consiglio Iraniano Hussein Ala ha rassegnato oggi, come previsto, le dimissioni nelle mani dello Scià, il quale ha chiamato a succedergli l’attuale ministro di Corte e rettore dell’Università di Teheran, Eghbal. Prima di recarsi dallo Scià per rassegnare nelle sue mani le dimissioni, il Primo ministro dimissionario Hussein Ala aveva presieduto un’ultima riunione del Gabinetto. Lo Scià ha già sottoscritto il firmano imperiale per la nomina del nuovo Primo ministro Eghbal il quale ha iniziato le consultazioni per scegliere i membri del suo Gabinetto, che saranno ufficialmente presentati allo Scià domani. Sembra che dei membri del Governo uscente solo tre su quattordici conserveranno i loro portafogli, mentre l’ex-Primo ministro Ala subentrerebbe ad Eghbal nella carica di ministro di Corte. Eghbal è considerato un intimo dello Scià e si presume che prenderà energici provvedimenti per eliminare il banditismo dalle zone montane dell’ Iran. Continua frattanto da parte della gendarmeria e delle truppe la caccia ai membri della banda responsabile del recente eccidio dei coniugi Carroll e di un altro funzionario americano nonché delle persone che li accompagnavano. Il ministro degli Interni persiano ha annunciato oggi che il bandito Ghader Dad, presunto aiutante di Dad-Scià capo della banda che ha compiuto il massacro, è stato ucciso ieri pomeriggio dopo uno scontro a fuoco durato due ore. Lo scontro, avvenuto nelle vicinanze del villaggio di Bened, è stato impegnato tra Ghader Dad e i componenti di una tribù impiegata dal Governo per la cattura dei banditi. Ghader Dad, che sarebbe personalmente responsabile dell’uccisione della signora Anita Carroll, è stato attaccato mentre cercava di entrare nel villaggio in cerca di viveri e di acqua. Il gruppo principale dei banditi dispone di tre cammelli e due cavalli e procede separatamente dalle donne e bambini. La polizia e i membri delle tribù fedeli stanno incontrando grande difficoltà a seguire la banda nelle desertiche zone montane, dove chi passa non lascia impronte e di cui i banditi a quanto pare conoscono ogni metro. Vengono particolarmente sorvegliati i pozzi di acqua della zona, dove la banda presto o tardi dovrà recarsi per i rifornimenti.
Nel 1968 Stevan Markovic, la guardia del corpo di Alain Delon, venne ritrovato morto ammazzato in una discarica.
Il tribunale riconosce che la morte di Paolo Rossi, due anni fa, è stata un’«omicidio preterintenzionale contro ignoti».
ROMA — L’industriale Carlo Teichner, di 30 anni, contitolare con il padre di una nota azienda di abbigliamento, la «Modital» di via Appia Nuova, è stato sequestrato ieri sera nei pressi del portone della propria abitazione in via Veio 37. Carlo Teichner stava rincasando in compagnia dello zio e aveva appena parcheggiato nel garage condominiale la propria Mini Morris e stava risalendo con il congiunto la rampa di accesso della rimessa. Ad un trattato è stato assalito da tre individui armati che hanno tentato di immobilizzarlo. L’uomo si è difeso disperatamente e i banditi lo hanno violentemente colpito alla testa col calcio delle pistole provocandogli alcune ferite. Stordito e ridotto all’impotenza, il giovane industriale è stato trascinato verso una Fiat 128 e gettato sui sedili posteriori.Lo zio, ripresosi dal primo momento di panico, ha esploso contro l’auto in fuga alcuni colpi di pistola che peraltro non hanno sortito alcun effetto. La macchina dei rapitori con la loro vittima a bordo si è allontanata in direzione di via Magna Grecia facendo perdere le proprie tracce. Il drammatico sequestro si è verificato proprio davanti all’ingresso di una sala corse i cui clienti richiamati dalle urla del sequestrato sono accorsi in un disperato tentativo di aiuto risultato peraltro vano (dal Corriere della Sera del 13 gennaio)

Mario Francese
California, un assedio durato sei ore. A San Diego, California, una ragazza di appena 16 anni, Brenda Spencer, armata della pistola che suo padre le aveva regalato per Natale, fa irruzione nella scuola di fronte a casa e spara contro gli studenti e il personale: muoiono il preside e il capo dei bidelli. S’arrende dopo un assedio di sei ore. Otto bambini e un poliziotto rimangono feriti. Poi condannata all’ergastolo. Nera
MILANO — Dopo undici ore di camera di consiglio i giudici della seconda corte d’assise milanese hanno emesso la sentenza per il sequestro e l’assassinio dell’ingegnere Carlo Saronio. Il massimo della pena, trent’anni, è toccato a Giustino De Vuono, latitante, indiziato anche della strage di via Fani; a ventisette anni è stato condannato Carlo Fioroni, a venticinque Carlo Casirati e Gennaro Piardi. Per tutti e quattro il PM aveva chiesto l’ergastolo. Prima che i giudici si ritirassero per decidere, Fioroni aveva fatto una dichiarazione di autoaccusa e di contrizione. «Riaffermo la mia colpa ... ai compagni che non si sono decisi ad abbandonare la via del terrore e della morte dico: tornate indietro».
ORBETELLO (Grosseto) — I mobili dell’ufficio del sindaco di Porto Santo Stefano, Susanna Agnelli, sono stati ieri pignorati per ordine del pretore di Orbetello il quale ha accolto la richiesta di due ditte, la «Siak» e la «SNFT», che vantano un credito di 10 milioni di lire per aver fornito al Comune diretto dalla Agnelli ottanta parchimetri. In esecuzione all’ordinanza, l’ufficiale giudiziario ha pignorato, oltre ai mobili dell’ufficio del sindaco, anche quelli del suo segretario, nonché gli ottanta parchimetri ancora giacenti in Comune.***NUORO — Molto nervosismo, incontri a tutti i livelli e in tutte le sedi, proteste di singoli cittadini e di organizzazioni di categoria, un duro intervento del vescovo contro le debolezze dello Stato; e nessun fatto nuovo sostanziale nelle indagini, nonostante l’abnegazione davvero ammirevole degli agenti e dei carabinieri, impegnati in massacranti turni alla ricerca di Pietrino Rulu Cicalò, il commerciante di Nuoro rapito mercoledì, ottavo ostaggio prigioniero dei banditi sardi. La sensazione è che ci sia uno smarrimento generale di fronte all’incredibile facilità con la quale i banditi operano. Un documento del consiglio comunale afferma che «non è eccessivo sollecitare a Nuoro la presenza del ministro dell’Interno, affinchè prenda conoscenza diretta della gravità della situazione». Il ministro ha inviato — con ampi poteri — in Sardegna il vice capo della polizia Ugo Macera, che è anche comandante della Criminalpol, il quale si è subito messo al lavoro per coordinare le indagini. ***MILANO — Sessanta italiani su cento sono favorevoli alla riapertura delle -case chiuse»: è il risultato di un sondaggio ; d’opinione commissionato dall’ «Europeo» à un istituto’ demoscopico di Torino, dopo le polemiche scoppiate in Francia sulla proposta di un deputato gollista. In Italia i consensi tendono a crescere con l’età e a ridursi invece con l’incremento del livello socioculturale. In’maggioranza ì <
Antonino Tripodi (25 anni) e Rocco Barillà (26) vengono uccisi in un agguato a Sambatello di Reggio Calabria. Ammazzati per avere dato un passaggio in auto al sorvegliato speciale Rocco D’Agostino. Un semplice passaggio in macchina, una piccola cortesia che a Sambatello non si rifiuta a nessuno. Ma nel ’79 c’era ancora la guerra di ’ndrangheta. Antonino Tripodo ha lasciato una moglie in gravidanza. E suo figlio, Antonino come lui, al dolore ha dovuto aggiungere la rabbia di scoprire che tutti i faldoni e i documenti su suo padre sono scomparsi, non sono più negli archivi del Tribunale. Della storia di Nino Tripodo e di quella di Rocco Barillà, martiri della ’ndrangheta, non ci sono più tracce. Nera
Il gioielliere Pierluigi Torregiani, 42 anni, che sparò ai rapinatori della pizzeria Transatlantico (vedi 22 gennaio 1979), è assassinato mentre sta aprendo il suo negozio di via Mercantini da un commando di tre uomini appartenenti ai Pac .

Pierluigi Torregiani
A Santa Maria di Sala un commando di tre uomini di cui fa parte il terrorista Cesare Battisti uccide il macellaio Lino Sabbadin, reo di aver ucciso un rapinatore pochi giorni prima.
TRIESTE — Due drammi sabato sera a Trieste: nella solitudine delle rispettive abitazioni, un giovane si è ucciso perché era stato abbandonato dalla ragazza ed un uomo ha sparato alla moglie ammalata tentando poi il suicidio. In una casetta dell’altipiano Carsico il trentenne Radivol Carli (un ragazzo esuberante: campione di tiro al bersaglio e animatore dell’attività di una discoteca) è stato sopraffatto dalla delusione sentimentale e si è tolto la vita sparandosi. Più complesse le origini del secondo episodio. Giuseppina Zalar, 54 anni, ed il marito Dino, 53 anni, vivevano da circa un anno in via Sterpeto 4, nell’alloggio prestato loro dalla madre della donna. Consideravano questa soluzione provvisoria in attesa di decidere se rimanere a Trieste oppure tornare in Australia, dove hanno lasciato i due figli. I coniugi Zalar erano infatti emigrati nel 1961, quando molti triestini lasciarono la città attratti dalle offerte di lavoro che provenivano da quel lontano continente. E come tanti altri, anche Giuseppina e Dino Zalar sentirono prima o poi la nostalgia di casa, tuttavia ancora indecisi se considerare definitivo il loro rimpatrio. L’ottobre scorso però Giuseppina Zalar viene improvvisamente colpita da una semiparalisi che la immobilizza a letto. Ricoveri ospedalieri e tentativi dei medici non danno speranza e pace ai due coniugi: le condizioni della donna non migliorano e il marito ne soffre. «Se Giuseppina non riacquista la capacità di camminare», diceva spesso, «per noi non c’è più ragione di vita, né a Trieste, né in Australia». Giorni fa, riporta a casa la moglie e sabato sera il dramma ha una sequenza preordinata, come provano le tracce rimaste nell’alloggio. L’uomo prepara un disperato messaggio: poi spara tre volte contro la moglie e contro se stesso. I colpi fanno accorrere i vicini di casa che chiamano i soccorsi. I due coniugi arrivano all’ospedale ancora in vita, ma ormai in coma.

Il cadavere di Barbara Azzaroni, 28 anni, uccisa al bar dell’Angelo di Torino
Michele Reina, segretario provinciale della DC, è ucciso dalla mafia a Palermo. È la prima volta che la mafia uccide un uomo politico.

Carlo Teichner, rapito la sera del 12 gennaio scorso, è stato rilasciato nella tarda serata di ieri, poco dopo le 23.30 a sei chilometri da Velletri, sulla via Appia, in località Ulica. Il riscatto (si parla di 600 milioni) sarebbe stato pagato quattro giorni fa. Carlo Teichner, che è stato trovato in buone condizioni di salute anche se notevolmente dimagrito, ha detto di essere rimasto bendato e di non essere in grado di riconoscere il luogo in cui lo hanno tenuto prigioniero. Quanto alla sua liberazione, Teichner ha raccontato che ieri sera i banditi lo hanno fatto salire su una macchina di grossa cilindrata, silenziosissima, forse una Mercedes o una Citroen, e hanno girato per circa due ore prima di lasciarlo libero. Ha poi raggiunto un casolare da dove ha potuto telefonare ai carabinieri di Velletri (dal Corriere della Sera del 20 marzo)
Dal nido dell’ospedale di Ventimiglia (Imperia) viene rapito un bimbo, nato appena due giorni prima. Non sarà mai ritrovato. Nera
A Thiene (Vicenza), muoiono per lo scoppio di un ordigno in preparazione tre militanti di Autonomia operaia, Angelo Del Sarto, Alberto Graziani, Maria Antonietta Berna
Roma, Bruciato vivo, da un gruppo di teppisti, in piazza Navona il cittadino somalo Mohammed Ajala.
• Grazie alla collaborazione con gli investigatori americani, sul nastro portabagagli dell’aeroporto di Punta Raisi, Boris Giuliano recupera dollari in contanti per oltre mezzo miliardo di lire in due valigie non ritirate del volo della 10.30 proveniente da Roma. Dollari, in mazzette da 50 e da 100, provenienti dal traffico di stupefacenti tra la Sicilia e gli Usa. Anche a New York, all’aeroporto Kennedy, i poliziotti statunitensi hanno fatto un sequestro: eroina per un valore di dieci miliardi di lire, spedita da Palermo. Hanno arrestato quattro casalinghe palermitane che andavano avanti e indietro dagli Stati Uniti nascondendo nelle panciere e nelle mutandine chili di eroina. [vedi 1 dicembre 1988]
Un Antonio Scotto, portinaio di San Giorgio a Cremano, è ammazzato con un colpo in petto. Fa in tempo a sussurrare il nome dell’assassino: «È stato Luigi Vollaro» ben presto noto come camorrista. Lo Scotto aveva dato inizio a una relazione con Giuseppina Velotto, da cui Vollaro aveva avuto tre figli. Velotto
I cantanti Fabrizio De André e Dori Ghezzi vengono rapiti dall’anonima sequestri sarda e tenuti prigionieri nelle pendici del Monte Lerno presso Pattada.
Alice Carobbio, condannata a 12 anni nel processo per il rapimento e l’assassinio dell’ingegner Carlo Saronio, ha ottenuto la libertà provvisoria ed è uscita dal carcere di Venezia dove era detenuta. In attesa del processo d’appello, dovrà risiedere a Treviglio e presentarsi ai carabinieri di questa località ogni sabato .. L’ordinanza, che è stata emessa dalla seconda corte d’assise, su istanza degli avvocati Armando Salaroli e Giuseppe Toppetti, è già stata impugnata dal sostituto procuratore Corrado Carnevali. Si prevede quindi una lunga battaglia giudiziaria. Alice Carobbio era stata condannata in primo grado per concorso in omicidio preterintenzionale e sequestro di persona. Le erano state però riconosciute le attenuanti generiche e altre attenuanti prevalenti sulle aggravanti. Gli avvocati difensori, nella loro istanza, hanno fatto rilevare che Alice Carobbio è madre di una bambina di tre anni nata in Venezuela e avuta da Carlo Casirati, uno dei principali imputati del caso Saronio. La bambina finora è stata affidata a una zia. Inoltre, per appoggiare la tesi della libertà provvisoria, è stato fatto notare che il ruolo di Alice Carobbio nella vicenda Saronio è stato marginale.
Un cane trova a San Sebastiano, sulle pendici del Vesuvio, le ossa carbonizzate di Giuseppina Velotto, già amante di Luigi Vollaro e da questi uccisa per una sua relazione con Antonio Scotto (vedi 2 agosto). Vollaro nega di aver ucciso la Velotto: «Quella donna è scappata di casa, lasciandomi tre figli che stanno ancora con me. Sarà all’estero, chissà dove. I carabinieri hanno trovato un piede e credono che sia il suo»
Roma, ore 10.30: rapina alla Chase Manhattan Bank in piazzale Marconi. Nessuno rivendica, ma sono stati i NAR: in due loro covi verranno ritrovati assegni e matrici provenienti da quella rapina, che è tra l’altro uno dei punti di congiunzione fra area eversiva di segno fascista e malavita romana. Infatti Franco Giuseppucci, detto er negro, uno dei boss della banda della Magliana, non solo era fornitore di armi per i NAR, ma era l’uomo che ha riciclato assegni e traveller’s chèque trafugati dai terroristi nel colpo alla Chase Manhattan. Tra i rapinatori sono Fernando Del Frà, segretario di una sezione del Movimento Sociale Italiano e dipendente della banca, Giuseppe Dimitri e Domenico Magnetta di Avanguardia Nazionale, Valerio Fioravanti, Alessandro Alibrandi e Massimo Carminati dei Nuclei Armati Rivoluzionari (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
Alcuni terroristi fanno irruzione in una gioielleria a Roma e si impossessano di due valigette di preziosi. Quando se ne vanno si scontrano però con la polizia. Ne nasce un conflitto a fuoco e uno dei terroristi, Dario Pedretti, armato e in possesso delle due valigette è catturato. Pedretti appartiene ai Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
Palermo. Arrestato Leoluca Bagarella dopo un casuale controllo di due carabinieri. Bagarella non reagisce perché con lui in auto c’è Vincenzina Marchese
Venezia. il corpo senza vita di Claudio Costa, 22 anni, tossicodipendente, viene trovato in un cortile accoltellato. Anche questo omicidio sarà rivendicato da Ludwig con una lettera al Gazzettino di Venezia nel novembre 1980.
ROMA — Tre uomini armati e mascherati hanno rapito ieri sera Barbara Piattelli, 27 anni, erede dell’omonima casa di moda, proprietaria di numerosi negozi di abbigliamento e articoli sportivi. Erano trascorse da qualche minuto le 20. Dopo aver passato il pomeriggio facendo compere con la madre Vittoria, Barbara Piattelli stava tornando a casa alla guida della sua auto, una Mini Minor. Arrivata sotto casa, in viale Tiziano 19, al quartiere Flaminio, verso Ponte Milvio, la ragazza ha imboccato l’ingresso del garage condominiale sotterraneo in via del Sansovino 1. I tre banditi, il volto coperto da passamontagna, pistole in pugno, attendevano sotto la rampa. Le due donne hanno parcheggiato l’auto, sono scese. È stato un attimo: sono state subito circondate. I banditi hanno ordinato a Vittoria Piattelli di stendersi con la faccia a terra. La donna ha cercato di resistere ma è stata presto immobilizzata. Barbara ha tentato di fuggire. I rapitori l’hanno bloccata, le hanno premuto un tampone imbevuto di cloroformio sul viso, l’hanno caricata sulla loro auto. Scattato l’allarme (posti di blocco all’uscita della città, pattugliamento sulle vie consolari) la squadra mobile è subito accorsa sul luogo del rapimento, il dottor De Sena, dirigente dell’antisequestri ha interrogato la madre della rapita, unica testimone. Vittoria Piattelli era prostrata dalla tensione e dall’angoscia. Ha raccontato le fasi del sequestro piangendo. Anni fa era stata testimone di un agghiacciante fatto di sangue. Alcuni banditi avevano assassinato sotto i suoi occhi la cugina, Vittoria Fornari, durante una rapina in un ristorante.
Barbara Piattelli è la quarantunesima vittima di un sequestro a Roma dal 1969 ad oggi. Gli anni peggiori furono il 1975 (10 rapimenti), il 1976 (9) e il 1977 (11). Poi, dopo l’affermarsi della «linea dura» promossa dalla magistrura (sequestro dei beni per le famiglie degli ostaggi), il fenomeno sembrava essersi ridimensionato: quattro rapimenti nel 1978 altrettantitl nel 1979. Oggi i sequestrati che non sono tornati a casa sono tre: Nazareno Fedeli e Massimiliano Grazioli (entrambi probabilmente sono stati uccisi) e l’ultimo della catena: Ettore Bianchi, industriale edile di Monterotondo, rapito la sera del 12 dicembre scorso. Le donne e le bambine sequestrate, con Barbara Piattelli, salgono a dieci. Il caso più clamoroso è forse quello di Giovanna Amati, la figlia del re dei cinematografi che si innamorò durante la prigionia del suo rapitore, il marsigliese Daniel Nieto. Liberata, lo volle rivedere ma all’appuntamento, in via Veneto, si presentarono anche i carabinieri.Ecco l’elenco delle sequestrate e il riscatto pagato: Angela Ziaco (24 novembre-12 dicembre 1973: 250 milioni); Marina D’Alessio (12 febbralo-13 marzo 1976: 550 milioni); Annamaria Montani (13 magglo-26 giùgno 1976: 300 milioni); Michael Zarek (10 settembre 1976: liberata subito dalla PS); Lucilla Conversi (18 marzo-18 giugno 1977: liberata dalla PS); Patrizia Spallone (22-24 aprile 1977: liberata dalla PS); Ambretta Mondolfo (27 giugno-20 settembre 1977: 200 milioni); Giovanna Amati (12 febbraio-27 aprile 1978: 800 milioni); Michela Marconi (2 marzo-11 aprile 1978: liberata dai carabinieri
ROMA — L’industriale Carlo Teichner, di 30 anni, contitolare con il padre di una nota azienda di abbigliamento, la «Modital» di via Appia Nuova, è stato sequestrato ieri sera nei pressi del portone della propria abitazione in via Veio 37. Carlo Teichner stava rincasando in compagnia dello zio, aveva appena parcheggiato nel garage condominiale la propria Mini Morris e stava risalendo con il congiunto la rampa di accesso della rimessa. Ad un tratto è stato assalito da tre individui armati che hanno tentato di immobilizzarlo. L’uomo si è difeso disperatamente e i banditi lo hanno violentemente colpito alla testa col calcio delle pistole provocandogli alcune ferite. Stordito e ridotto all’impotenza, il giovane industriale è stato trascinato verso una Fiat 128 e gettato sui sedili posteriori. Lo zio, ripresosi dal primo momento di panico, ha esploso contro l’auto in fuga alcuni colpi di pistola che peraltro non hanno sortito alcun effetto. La macchina dei rapitori con la loro vittima a bordo si è allontanata in direzione di via Magna Grecia facendo perdere le proprie tracce. Il drammatico sequestro si è verificato proprio davanti all’ingresso di una sala corse i cui clienti, richiamati dalle urla del sequestrato, sono accorsi in un disperato tentativo di aiuto risultato peraltro vano.
«Un ragazzo di dodici anni, Girolamo Pugliese, trovato impiccato giovedì scorso nella sua abitazione di Cerignola, non si è suicidato né è rimasto vittima di un gioco pericoloso: è stato ucciso dall’amico della madre, sorpreso a letto con la donna. L’assassino, l’imprenditore edile Giuseppe Calieri, trentasei anni, sposato con tre figli, è stato arrestato sotto l’accusa di omicidio volontario. In prigione è finita anche la madre, Rita Grieco, trentatré anni, accusata di favoreggiamento personale» (dal Corriere della Sera)
ROMA — Sensazionale colpo all’aeroporto di Fiumicino. Due falsi operai sono riusciti, ieri mattina, a bloccare un aereo in partenza per Zurigo e a impossessarsi di due plichi con valuta estera per un valore di un miliardo e 750 milioni. Un furto clamoroso che, per l’audacia con cui è stato eseguito, non ha precedenti. L’aereo, un DC-9 volo 603 della «Swissair», è stato bloccato con un espediente quando già si trovava in fase di rullaggio. I due falsi operai, che erano a bordo di un pullmino verde dell’«A.R.» (Società aeroporti di Roma) e indossavano due giubbotti arancione come quelli usati dagli operai dell’aerostazione, si sono accostati all’aereo e hanno fatto segno al pilota di fermarsi. Servendosi di una radio portatile, hanno fatto sapere che dovevano effettuare dei controlli. Invece, i due dopo aver aperto il portellone della stiva, si sono impossessati dei due preziosi plichi, sono tornati sul pullmino e sono fuggiti, senza nemmeno richiudere l’apertura della stiva. È stato il comandante che, vedendo la spia accesa, ha mandato il suo secondo a bloccare il portellone e ha proceduto alla manovra di decollo. Del furto ci si è accorti solo quando l’aereo è giunto a Zurigo. Dalla «pancia» del DC-9 mancavano i due sacchi di iuta, che contenevano il denaro spedito, tramite la «Brink’s Securmark», da un consorzio bancario italiano e uno svizzero (dal Corriere della Sera del 17 gennaio)
ROMA — Il procuratore capo della Repubblica, Giovanni De Matteo, ha deciso ieri sera di condurre personalmente l’inchiesta sul presunto scandalo delle scommesse clandestine in cui sarebbero coinvolti alcuni calciatori di serie A (sette, se non di più). La Federcalcio aveva aperto una sua inchiesta la settimana scorsa. Risulta che i calciatori coinvolti avessero scommesso un totale di cento milioni contro le proprie squadre, comportamento incomprensibile. C’è anche l’ipotesi che la somma della puntata sia stata fornita agli scommettitori proprio dal loro avversari. In altri termini: la squadra X avrebbe offerto cento milioni a un gruppo di giocatori della squadra Y per garantirsi la vittoria e questi avrebbero a loro volta girato la somma a un bookmaker, puntando sulla propria sconfitta (attraverso un incaricato di fiducia non calciatore), favorendola poi sul campo e quindi vincendo la scommessa e intascando duecentocinquanta milioni. Le rivelazioni proverrebbero da un bookmaker che dice: «Se i giocatori, sulle partite che disputano, scommettono a favore dell’avversario e poi le perdono a bella posta, il nostro banco salta, per noi è finita!». Di qui la decisione di far dare una punizione solenne a quei calciatori — perché valga da esempio per tutti — spifferando i particolari ad alcuni giornalisti. Il bookmaker «bruciato» pare sia molto noto negli ambienti milanesi, dai quali sarebbe stato di recente allontanato, trasferendosi a Roma. I giornalisti testimoni della vicenda sono Mimmo De Grandis e Gianni Melidoni, caporedattori rispettivamente di Paese Sera e II Messaggero. I sospetti di un illecito sembra che investano anche un’altra partita, non di campionato ma di Coppa Italia, fra due squadre di serie A: la stessa squadra X coinvolta nel primo caso e una squadra Z. L’attività sotterranea della fitta ragnatela dei bookmaker va avanti da anni, smuove centinaia di milioni alla settimana, si allarga a macchia d’olio, fino a rappresentare un serio pericolo per la stessa schedina del Totocalcio. (Marco Nese-Nino Petrone sul Corriere della Sera del 22 gennaio).
CAGLIARI — La più grossa operazione degli ultimi dieci anni contro il banditismo sardo. Trentanove mandati di cattura: 16 eseguiti con una operazione notturna di carabinieri e polizia nei paesi «caldi» della provincia di Nuoro; 14 notificati in carcere a persone già implicate in rapimenti. Nove sono rimasti sul tavolo del magistrato, con accanto l’annotazione «irreperibili». Destinatari i più noti latitanti: Piero Piras e Pasquale Stocchino, ricercati dal 1972 per la strage di Lanusei (quattro morti in un rapimento fallito), Salvatore Cassita, lo studente-bandito, Gonario Carta, Salvatore Pais, Gonario Biscu, Salvatore Coinu e Flavio Zedda. L’elenco dei reati è lunghissimo. E va dai sequestri di persona dei due fratelli torinesi Giorgio e Marina Casana, portati via mentre facevano il bagno da un commando venuto dal mare, ai rapimenti del commerciante sassarese Pupo Trotta, otto mesi di prigionia, e del piccolo Luca Locci, figlio del concessionario della Fiat di Macomer. Altra contestazione: sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere per il caso dell’ingegnere della Ferrari Giancarlo Bussi, rapito nell’ottobre 1978 e mai più ritornato. Ci sono anche due tentati sequestri, quello dello studente Paolo Giovanni Ligia e j quello — totalmente avvolto nel mistero — di un polacco, Ubert Cassel, che ha una villa a Porto Raphael, non lontana da quella di Daphne e Annebel Schild, che i banditi tengono prigioniere ormai da cinque mesi. L’operazione anti-banditismo covava da qualche settimana. Il capo della polizia Coronas, giunto in Sardegna, ne ha seguito gli sviluppi, esattamente da quando gli inquirenti hanno messo le mani sui rapitori di Giorgio e Marina Casana. Otto fra i componenti della banda hanno parlato e hanno sottoscritto una piena confessione. Qualcuno probabilmente è andato più in là e ha fatto — ma la procura della repubblica di Cagliari smentisce — riferimenti su altri sequestri e sulla organizzazione delle altre bande che operano in Sardegna. Fra i sedici arrestati nel blitz ci sono molte persone insospettabili, commercianti, commercialisti e anche una donna.
MILANO — La seconda importante fase dell’inchiesta giudiziaria legata all’operazione antiterrorismo del 21 dicembre ha portato, per quanto riguarda i giudici milanesi, all’arresto di sette persone, tra le quali tre insegnanti e due operai dell’Alfa Romeo. Altri tre ordini di cattura sono stati eseguiti nel Veneto per ordine del magistrato di Padova. Se un mese fa il blitz della Digos era scattato in seguito alle clamorose rivelazioni del «professorino» Carlo Fioroni, la nuova ondata di arresti (che negli interventi dell’altra notte ha visto impegnati in Lombardia, Piemonte e Liguria oltre cento uomini tra poliziotti e carabinieri) è da mettere in relazione alle dichiarazioni che avrebbe reso in carcere un altro detenuto pentito, Carlo Casirati [...] Per ordine dei magistrati milanesi sono state compiute una trentina di perquisizioni domiciliari in varie zone dell’Alta Italia e anche a Roma. Carlo Casirati: dopo Fioroni, si diceva, sarebbe toccato a lui rivestire il ruolo di uomo-chiave dell’inchiesta su Toni Negri e l’«Autonomia armata» per dare una mano preziosa agli inquirenti. Casirati al tempo del processo per il caso Sa- ronio (al termine del quale è stato condannato a 25 anni di reclusione) disse in aula che «se avesse parlato «avrebbe fatto : crollare il palazzo di giustizia». Ebbene, Casirati si sarebbe deciso a parlare. Lo avrebbe fatto perché in preda, come Fioroni, ad una crisi spirituale o per convenienza — in quanto gli sarebbe stata garantita, in base alle nuove norme, una diminuzione di pena in appello, per lui e la sua donna, Alice Carrobio, condannata a dodici anni e tuttora in libertà provvisoria, — ma avrebbe parlato. Le sue dichiarazioni sarebbero molto importanti perché, suonando conferma a quanto ha riferito a suo tempo il «professorino» amico dell’editore Glangiacomo Feltrinelli, costituirebbero per gli investigatori la prova definitiva dell’alleanza fra terrorismo e criminalità comune. Casirati sarebbe stato interrogato sei volte dai giudici milanesi, presente il PM Calogero di Padova, e sempre in carceri diverse per misure di sicurezza (Adriano Solazzo sul Corriere della Sera)
CAGLIARI — I membri dell’«Anonima sequestri» non dimenticheranno facilmente Salvatore Fais, un ragazzotto di Santulussurgiu (Oristano) loro complice. «È lui che ci ha perduti» ha detto uno degli arrestati. Fais, soprannominato «Speedy Gonzales» si era innamorato di Marina Casana; era incaricato della custodia della ragazza torinese e del fratello Giorgio. Non staccava per un attimo gli occhi dalla prigioniera. Aveva perso la testa fino a regalarle una catenina d’oro, imprudenza imperdonabile: da quella catenina gli inquirenti sono risaliti al commerciante che l’aveva venduta, all’acquirente e infine a «Speedy Gonzales» e alla banda. Fais ha appena fatto in tempo a scappare, guadagnando le campagne poco prima che la polizia bussasse all’uscita di casa. Ora è latitante, insieme a Salvatore coinu, cassiere della banda e custode dei 500 milioni pagati dal Casana per riavere i ragazzi.
Il patto d’alleanza tra i terroristi dell’Autonomia armata facenti capo, secondo le accuse, a Toni Negri, e i criminali comuni che avevano in Carlo Casirati il loro capo è stato sancito nel corso di una riunione avvenuta nei primi mesi del 1975 in una località del Veneto. Questo almeno secondo le dichiarazioni dello stesso Casirati ai giudici che lo hanno interrogato le scorse settimane in carcere. La prova di questa alleanza in un documento di 22 cartelle dattiloscritte e intitolato Tendenze e sviluppo della lotta rivoluzionaria nel nostro Paese, citato da Casirati, e trovato il 13 settembre 1978 nel covo di via Negroli dove venne arrestato Corrado Alunni. La relazione per uso interno dei terroristi non porta alcuna firma ed è stata stesa nel settembre 1975. È suddivisa in sette parti o capitoli. Uno, il quinto, riguarda direttamente la confessione di Casirati. Si Intitola “Espropri” e dice: «Istanza Importante che è parte integrante della P.F. (parte finanziaria, ndr) è quella che provvede agli espropri e ai sequestri; gli espropri devono colpire i padroni nei loro santuari (banche) e con i sequestri si riprende loro ciò che hanno rubato attraverso lo sfruttamento del popolo; questo metodo afferma nella pratica la rottura ideologica con la concezione del mondo dei padroni. (Questa struttura ha una mobilità di quadri). Articolazione legale della P.F. è l’istituzione di una serie di attività commerciali che servono alle attività | clandestine». Casirati avrebbe avuto da Negri via libera anche per compiere altre azioni che non fossero soltanto furti, espropri e rapimenti. Tutto fa ritenere che ai «delinquenti comuni» si sia pensato di affidare, magari a titolo di appoggio «tecnico», attentati a cose e, magari, a persone.
Barbara Piattelli, 28 anni, erede della famosa casa di mode, sequestrata lo scorso 10 gennaio, è stata liberata dai suoi rapitori che l’avevano tenuta prigioniera in Calabria. La famiglia avrebbe pagato un riscatto di 700 milioni. Ecco le ultime fasi del sequestro, nel racconto di Gian Antonio Stella (che puoi leggere per intero qui):«Verso settembre, i rapitori sentono che forse la prigione non è più sicura. Prendono l’ostaggio e lo trasferiscono in un alloggio di fortuna, forse un capanno da caccia. Prima della liberazione passa ancora un’eternità, quattro mesi. Ma finalmente, ecco la notte tanto attesa. La ragazza viene fatta vestire con un pesante giubbotto, le mettono in mano un sacchetto di plastica con i vestiti che aveva la sera del sequestro, la trascinano per i boschi, in una marcia di tre notti. Mercoledì sera Barbara, bendata, è caricata su un’auto. Un’ora di viaggio, poi la macchina si ferma, vicino a Lametia Terme: «Queste sono 50 mila lire, questo è un gettone. Prima di muoverti aspetta mezz’ora». I banditi se ne vanno.Lu ragazza vaga sotto la pioggia, terrorizzata, Infreddolita. Ecco, lontano, la statale 280, detta «dei due mari». Passa una macchina. Sono quattro ragazzi che tornano da una pizzeria, sono allegri. Inquadrano con i fari l’ombra che barcolla, si fermano. Barbara e stravolta, ha paura: «Non fatemi del male, vi prego. Sono Barbara Piattelli, mi hanno appena liberata». La caricano sull’auto, la portano dai carabinieri. Ha gli occhi fissi, i capelli sporchi, i vestiti inzuppati. In caserma, finalmente può scoppiare a piangere».
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