I francobolli della IV Emissione di Sardegna sono ammessi in tutte le province del nord e del centro. Nei territori del sud da un anno non circolano più timbri filatelici ufficiali. Non si è ancora pensato all’emissione della prima serie italiana • Negli stati americani dell’Ovest funziona dallo scorso aprile il servizio di Pony express: «Cavalli piccoli e resistenti (non pony in senso stretto, ma pinto e mustang), cavalieri giovanissimi e magrissimi, dotati di una pistola e di una Bibbia, «preferibilmente orfani» specificavano gli annunci pubblicitari per l’ingaggio, 180 stazioni di cambio e rifornimento con 400 impiegati. Media di 15 miglia all’ora per cavallo fino a un massimo di 25, e 75 miglia al giorno per cavaliere» (Mario Maffi, Cinzia Scarpino, Cinzia Schiavini Sostene, Massimo Zangari Americana. Storie e culture degli Stati Uniti dalla A alla Z il Saggiatore 2012) • Gli uffici telegrafici in Italia sono 355 per 16.000 km di linee.
La quarta emissione di francobolli piemontesi è già diffusa come affrancatura in tutte le nuove province del regno. Nel Mezzogiorno è ormai da tempo difficile trovare qualsiasi francobollo.
• A Milano, da Pontaccio al ponte di porta Romana, pei navigli, iniziato esperimento di illuminazione pubblica con lampade a canfino, in sostituzione degli antichi fanali ad olio, e più luminose delle fiamme a gas (Comandini)
• A Napoli comincia oggi la demolizione delle Fosse del grano (Comandini)
• Su proposta del canonico don Raffaele Cinnico la piazza principale di Venafro è denominata dal Municipio Piazza Milano in ricordo del benemerito battaglione di guardia nazionale mobile di Milano (Comandini)
Torino non ha mai visto a memoria d’uomo tanta folla stringersi nella sua cerchia quanto oggi. Il dialetto piemontese è quasi scomparso per far posto alla lingua italiana. Il municipio ha fatto addobbare la piazza Castello, quella di Carignano e la via Accademia delle scienze: spiccano 48 getti d’acqua e gli speciali apparecchi per l’illuminazione notturna. Addobbate anche la via di Po e la chiesa della Gran Madre di Dio. La giunta ha invitato i cittadini a illuminare parimenti le proprie abitazioni. E anche i poveri devono partecipare alla festa comune: il municipio ha distribuito ai Consigli di beneficenza razioni di pane per un valore di 5.000 lire. [G.Po. 16/2/1861. G.Uff. 19/2/1861]
Il sindaco ha anche ricordato in una nota pubblicata sulla Gazzetta del Popolo, «ad opportuna norma dei cittadini e dei forestieri», che le tariffe delle vetture di piazza restano quelle in vigore. In altre parole, che non si deve speculare sulla grande occasione che vive Torino. Per una corsa nel perimetro della linea daziaria (compreso il camposanto che ne è fuori) 1 lira su vetture a un cavallo e 1,50 a due, dalle sei del mattino alla mezzanotte; rispettivamente 1,50 e 2 lire dalla mezzanotte alle sei. [G.Po. 17/2/1861]
Intorno alla chiesa della Gran Madre di Dio, lo spettacolo è con i fuochi d’artificio. Il pirotecnico Ardenti ha preparato 300 razzi assortiti accompagnati da piccole bombe, 12 razzi a paracadute e batterie di 200 razzi matti, 12 torbiglioni, 10 batterie di candele romane ecc. [G.Po. 18/2/1861]
• Torna ad apparire per le vie di Torino la carrozza a vapore ideata dall’ora generale Bordino, che l’ha esumata in occasione della patriottica solennità odierna (Comandini)
«Da due giorni Torino festeggia. C’è una luce diversa in città. Straordinarie luminarie accendono piazza Carignano, via dell´Accademia delle Scienze, via Po, e soprattutto piazza Castello, regina della decorazione urbana particolarmente curata dal signor Ottino regista della scenografia. Appare più imponente del solito, fra il gran luccichio che gli dà risalto e i fuochi d´artificio che ne fanno balenare ogni angolo, lo scenario della Gran Madre. Molti conoscono, sia pure solo di nome, l’artista-pirotecnico che ha preparato lo spettacolo: si chiama Ardenti. Presenzia a queste scene, rallegrate da molte musiche, un gruppo di Altezze Reali. Comprende il principe Umberto di Piemonte, Amedeo Duca d’Aosta, madama Maria Pia: un trio di teste coronate. Sventolano in tutta Torino i tricolori che già annunciano l’Italia risorta. Più per una mutua convenzione che per un impulso patriottico di circostanza, il dialetto piemontese sembra risuonare, nelle strade, meno insistente del solito. Si parla di più in italiano. La musica della Guardia Nazionale di Torino, diretta dal maestro Demarchi, con i suoi cento coristi si fa applaudire in piazza Castello da una grande folla. Le tre Altezze Reali partecipano alla gioia popolare prima da un balcone del Palazzo del Ministero degli Affari Esteri, poi tra la folla in carrozze scoperte. Dovrebbe esserci anche la Duchessa di Genova, ma non ha potuto, per indisposizione» (Nello Ajello, la Repubblica 20/2/2011).
• A Torino comincia l’impianto dei cancelli attorno alle aiuole nella piazza a Porta Nuova (Comandini)
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