LISBONA - Secondo una ordinanza delle autorità bolsceviche di occupazione nell’ Iran settentrionale d’ora innanzi sarà permessa la proiezione soltanto di pellicole sovietiche. L’ordinanza precisa che, in particolare, sono vietati tutti i film nordamericani, inglesi, francesi e arabi. (dal Corriere della Sera)
Esce il film di Scola Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?
Esce il film Seduto alla sua destra di Valerio Zurlini.
NUOVA YORK - Steve McQueen è diventato l’asso dei «bancabili» hollywoodiani, degli attori cioè più pagati per il loro sicuro richiamo al botteghino. Nel film di prossima lavorazione «Tal-Pan», tratto dal best-seller omonimo di James Clavell, il non ancora cinquantenne attore percepirà il compenso record — mai prima d’ora pagato ad un superstar cinematografico americano — di 3 milioni di dollari (quasi tre miliardi di lire) più una percentuale sugli incassi Con un sol colpo McQueen ha cosi detronizzato Marion Brando che nel ruolo di padre del «Superman» aveva incassato due milioni e ottocentomila dollari, più una percentuale non specificata. La somma percepita da Brando (al pari del suo collega McQueen deve versarne una grossa fetta al fisco) era parsa tanto enorme da ispirare complessi calcoli, che hanno permesso di precisare — sulla base anche delle tre settimane lavorative svolte — quanto in particolare Brando ha guadagnato. Al giorno: 245 mila dollari. All’ora: 27 mila dollari. Al minuto: 450 dollari. Al secondo: 8 dollari.Con questa quotazione McQueen sembra voler distanziare Clint Eastwood e Robert Redford, che fra le super star sono ritenuti di prima classe per gli incassi che i loro nomi e il loro talento fanno registrare.Al quarto posto per popolarità internazionale ci sono Dustin Hoffman, Al Pacino e Robert De Niro. Steve McQueen in particolare, in «Tai-Pan» si trova per la prima volta a lavorare in un film di 40 milioni di dollari. Si tratta di un «budget» coerente con le ricchezze di Beverly Hills.La scrittrice Marcia Seligson ha raccontato su «Look» che per un milione di dollari difficilmente si può trovare «qualcosa di decente» dove poter vivere, oggi, a Beverly Hills. La stessa scrittrice nella vetrina di una delle tante boutique, che spuntano come funghi sul tratto più frequentato di «Rodeo Drive», la strada dei negozi di Beverly Hills, ha notato un «Pooper scooper» (congegno per pulire quando il proprio cagnolino sporca per le strade) in oro massiccio che costa 4.998 dollari (Franco Occhiuzzi sul Corriere della Sera).
HOLLYWOOD — Jean Renoir si è spento a Hollywood. Aveva 84 anni. Il grande maestro del cinema francese, da tempo malato, viveva in una villa di Benedict Canyon, all’estrema periferia di Los Angeles. Il corpo sarà traslato la settimana prossima nella capitale francese, dove Renoir nacque il 15 settembre 1894, figlio secondogenito dell’illustre pittore impressionista Auguste Renoir. Leggi qui l’articolo di Leonardo Autera
STOCCOLMA — Tornata alla ribalta del successo internazionale con Sinfonia d’autunno, Ingrid Bergman si vede costretta a interrompere bruscamente la propria attività, rinunciando a offerte favolosa che le giungono da ogni parte del mondo, per ragioni di salute. Dopo il doppiaggio della pellicola eseguito sotto la direzione dello stesso regista Ingmar Bergman, Ingrid sparì dalla circolazione. Non presenziò alla «prima» del film a Stoccolma, né fu presentata a Nuova York. La spiegazione si è avuta soltanto in questi giorni. Ingrid Bergman è stata sottoposta a un delicato intervento al seno, a Parigi. Ingrid Bergman — secondo la stessa fonte che ha rivelato questo particolare - era già malata durante la riprese di Sinfonia d’autunno. Portata a termine la pellicola, nell’ottobre scorso, l’attrice si sottopose in una clinica parigina ai ferri dal chirurgo. Dopo circa un mese lasciò l’ospedale per trascorrere la convalescenza a casa. E ora sarebbe necessaria una nuova operazione. La Bergman non è molto propensa a commentare il proprio male e ha dichiarato: «Adesso non ci si può più far visitare dal proprio medico senza che i giornali scrivano che stiamo sul punto di morire».Ingrid Bergman ha sessantatré anni. Ha intrapreso la carriera d’attrice nel 1934 con il film Marosi girato in Svezia. Nel 1937, dopo essersi sposata con il dottor Petter Aron Lindström, Ingrid si trasferì a Hollywood e divenne subito la beniamina del pubblico americano con la sua aria da ragazza aristocratica e fredda. il gelo però era soltanto apparente. Il suo romanzo d’amore con Roberto Rossellini fu incandescente come il vulcano Stromboli che fece da sfondo al loro primo film. Ingrid fu messa al bando dai moralisti americani e occorsero parecchi anni prima che il suo «peccato» venisse perdonato (Francesco S. Alonzo sul Corriere della Sera).
«Leggo sul Corriere del 16 febbraio che, a giudizio della Cassazione, l’offerta di nudità, di accoppiamenti e di comportamenti lascivi in un film, posti a raffronto con tutto ciò che viene esibito nelle edicole, nei manifesti e nella pubblicità, è da ritenere inoffensivo e quindi lecito. Rimane cosi stabilito che l’osceno decresce, fino a sparire, con l’aumento della sua diffusione. Pertanto Luca Goldoni, solidarizzando con la scolara undicenne, turbata dagli “approcci” fra compagni e compagne e mortificata dagli psicologi (Corriere del 17 febbraio), rischia di essere fuori tempo. Se gli approcci, più o meno spinti, sono o diventeranno frequenti, la pudica bambina potrà osservarli e anche sperimentarli tranquillamente come innocenti giochi» (lettera al Corriere di Adriano Cei, Pavia).
• Su Tv2 viene trasmessa la prima puntata di Storia di un italiano, programma di Alberto Sordi che con brani di film e spezzoni dell’Istituto Luce racconta vizi e virtù dei connazionali.
Il Cacciatore di Michael Cimmino ha vinto l’Oscar per il miglior film. La cerimonia della premiazione della 51ª edizione s’è tenuta al Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles. Ha condotto Johnny Carson. Altri premi: miglior regia, Michael Cimmino; migliore attore protagonista, John Voigt (Tornando a casa); migliore attrice protagonista, Jane Fonda (Tornando a casa); migliore attore non protagonista, Christopher Walken (Il Cacciatore); migliore attrice non protagonista, Maggie Smith (California Suite). Il Cacciatore, candidato nove volte, ha vinto in tutto cinque statuette.
ROMA - Il maestro Nino Rota è morto, in seguito a crisi cardiaca, in una clinica romana, dove era stato ricoverato qualche giorno fa. Era nato a Milano il 3 dicembre 1911. La salma del musicista è stata composta nella cappella mortuaria della clinica «Villa del Rosario», dove Rota si è spento. Poco prima, avvertito da Suso Cecchi D’Amico, era arrivato Fellini. Dice un sanitario: «Era totalmente diverso dal Fellini che siamo abituati a vedere. Mascherava la commozione e il dolore dietro un volto teso, sotto uno sguardo accigliato. È stato lasciato solo per un po’ col suo musicista, con l’uomo che riusciva a tradurre in musica le idee cinematografiche del regista». Poco dopo, è arrivato alla clinica anche il professor Vinci Verginelli, autore dei testi di tante canzoni composte da Nino Rota. Forse è stato il suo più caro amico. Ha detto: «Era un uomo dolcissimo. Tra qualche giorno avremmo dovuto dirigere, al Teatro dell’Opera di Roma, il Mysterium, scritto per la morte di Aldo Moro». Man mano che la notizia si diffondeva, decine di personalità arrivavano alla clinica. I funerali si svolgeranno domani. Rota si trovava in clinica per un «check up». Era uscito in giornata per visitare una mostra. Poi, avendo terminato le analisi, era tornato per riprendere le sue cose e tornare a casa. È stato un istante. Una crisi cardiaca l’ha fulminato. Non si è accorto di morire. Si è spento alle 15 esatte (dal Corriere della Sera dell’11 aprile).

Nino Rota
ROMA — A tre anni dì distanze dal «Casanova» («Prova d’orchestra» e stato girato per la Rai) Federico Fellini torna al grande schermo. Giovedì 10 maggio darà a Cinecittà il primo «ciak» al suo nuovo film, «La città delle donne», in gestazione, come vuole la regola, da almeno due anni. Dopo alterne vicende (si era pensato in un primo momento anche a un attore americano) Fellini ha scelto come protagonista Marcello Mastroianni, col quale ritorna a lavorare dopo gli «exploit» di «La dolce vita» e «Otto e mezzo». Un ruolo importante sarà anche riservato a Ettore Manni. Al centro della vicenda — cosi come il regista l’aveva raccontata tempo fa — ci sta un uomo dalle classiche caratteristiche psicosomatiche italiane, la storia onirica di un «grande complessato» e dei suoi rapporti col sesso femminile, tema del resto già al centro di «Casanova».I due più grandi teatri degli stabilimenti della via Tuscolana, la piscina, e altri studi minori sono da tempo occupati dalle costruzioni preparate per Fellini dall’architetto Ferretti. Si parla di un costo che si aggirerà intorno ai cinque miliardi e mezzo di lire, che sarà sostenuto dalla «Opera film» una società della «Gaumont», la celebre casa di produzione francese che di recente ha una filiale di distribuzione autonoma in Italia rappresentata da Renzo Rossellini, che sarà il produttore esecutivo della «Città delle donne» (dal Corriere della Sera)
Sembrava un uomo solido, sicuro di sé, l’attore e regista tedesco Harry Meyen, ex-marito di Romy Schneider. Ma da quando lei lo aveva lasciato, nel 1975, dopo nove anni di matrimonio, non si era più ripreso. Meyen aveva di colpo perso la sua sicurezza, non riusciva a sopportare che Romy se ne fosse andato con «quel gigolò» di Daniel Biasini. E ora, l’ha fatta finita: la polizia di Amburgo l’ha trovato nella sua casa, impiccato con una sciarpa. Nessun messaggio per l’ex moglie, solo un biglietto d’addio al figlio Davis, di tredici anni, nato dal loro matrimonio e che era rimasto affidato alla madre.
L’autobiografia di Lauren Bacall, appena uscita in America, si intitola By myself.
Lauren Bacall a Roberto Gervaso: «Per un certo periodo io e Frank Sinatra siamo stati bene insieme. Frank mi è stato di grande aiuto in un momento difficile della mia vita. Mi ha anche chiesto di sposarlo, ma quando la cosa si è saputa, è scoppiato il finimondo. Non s’è fatto più vivo: un’umiliazione atroce. Ma devo essergli grata perché mi ha salvato da un sicuro fallimento. Si è comportato da perfetto merdoso. Avrebbe fatto meglio a dirmi la verità».
«Un collega del ”New York Times” m’invita al Plaza a un cocktail in onore di Fred Astaire che ha compiuto ottant’anni e si è appena risposato. Sempre agile, dinoccolato, elegante e sorridente, non è più magro come un chiodo: è magro come uno spillo, come un ago di pino. E’ stato per la danza quello che Sinatra è stato per la canzone, Chaplin per il cinema, Einstein per la scienza, Picasso per la pittura, Freud per l’inconscio, Strawinskij per la musica classica. Mi avvicino, gli stringo la mano e lo rivedo mentre, nel film ”Roberta”, balla con Ginger Rogers ”Smoke gets in your eyes”. Un folletto divino, un genio assoluto, un mito, ma anche un uomo affabile, alla mano. Mi chiede da dove venga. Gli rispondo: ”Da Roma”. ”Mi sarebbe piaciuto esibirmi nell’arena del Colosseo” ”Dove, una volta – gli dico - i gladiatori si scannavano e i leoni sbranavano i cristiani”. Annuisce. ”Se l’avessero vista ballare con Ginger Rogers o Cyd Charisse - commento – i leoni si sarebbero ammansiti”. Sorride e a passo di danza guadagna il buffet e si fa servire una coppa di Cristal, dallo stelo sottile come il suo giro di vita. Un critico ha scritto: ”Fred Astaire è come lo champagne; tutto il resto è birra”» (Roberto Gervaso) (Il Messaggero 28/08/2006, pag.15 Roberto Gervaso)
Cannes (Francia). Il regista Dino Risi con Vittorio Gassman e Stefano Madia, passeggiano sul lungomare. Questa sera presenteranno il film Caro papà (mediastorage/uploads/admin/speciali/Gassman/1979_risi_0000324982.jpg)
Si chiude la 32ª edizione del Festival di Cannes. La giuria, presieduta dalla scrittrice francese Françoise Sagan, ha assegnato la Palma d’oro per il miglior film ex aequo a Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (pur presentato in una versione non definitiva, vedi il 18 dicembre) e Il tamburo di latta di Volker Schlöndorff. Il premio per la regia è assegnato a Terrence Malick per I giorni del cielo. Fuori concorso è stato presentato Manhattan di Woody Allen • Aldo Grasso: «Perché è bella Manhattan cioè New York? (…) Perché è l’espressione di un momento storico dello spirito umano (…), una città-persona i cui non c’è niente da salvare, una città che ha avuto un’infanzia, un’adolescenza, una giovinezza, una maturità oggi forse una sua straordinaria, potente vecchiaia. A questa città-persona, Woody Allen, in Manhattan, dedica una specie di inno, un po’ paragonabile a quello dedicato da Baudelaire al suo "sombre Paris"»
Per qualche ragione l’attore Ettore Manni, che doveva recitare la parte di Katzone ne La città delle donne di Fellini, si spara a una gamba e muore dissanguato. Le riprese del film vengono sospese.
• «Gran parte dei film, e quasi tutti quelli italiani hanno per protagonisti giovani: tre giovani bisognosi di felicità; giovane giapponese arrivista deciso ad ammazzare il padre e amare la madre; giovane brasiliano che fa l’amore con un’anguria; quindicenne americano in Italia alla ricerca del padre; eroinomane volteggiante sullo skate-board e masturbato dalla madre; ragazzina innamorata del padre suicida per disamore di lui; giovane russo che vuol fare il regista anziché il magistrato e inneggia; giovani italiani e americani anni Sessanta; giovani italoamericani delle canagliesche bande nere del Bronx; laureato disoccupato comico; sedicenne offeso dalla brutalità del mondo e assassino immotivato; giovani italiani contemporanei in cerca d’un paradiso esotico dove si possa non essere normali». [Lietta Tornabuoni, Sta. 6/9/1979]
• Si è chiusa - come previsto senza premi - la 36ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Esce anche in Italia Apocalypse now, uno dei due film vincitori a Cannes, regia di Francis Ford Coppola, con Marlon Brando e Robert Duvall, versione cinematografica del Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Questa è la sequenza più famosa, che ha come colonna sonora la Cavalcata delle Walkirie di Richard Wagner.
La modella e attrice Brooke Shields insieme alla madre Teri Shields (al centro) alla mostra su Yves Saint-Laurent del Costume Institute al Metropolitan Museum di New York, 6 dicembre 1983

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