In seguito ad una direttiva del Partito Comunista Cinese, la Repubblica Sovietica Cinese si scioglie, accettando il fronte comune con il Kuomintang contro l’invasore giapponese.
Gli Stati Uniti pongono improvvisamente fine al programma di aiuti previsto dalla Legge Affitti e prestiti (Lend-Lease) varata nel 1941. Un totale di 50,1 miliardi di dollari in materiale fu fornito agli Alleati.•11,3 miliardi all’Unione Sovietica; • 3,2 miliardi alla Francia; • 1,6 miliardi alla Cina. Alla Gran Bretagna fu venduto materiale al 10% del valore, con un interesse del 2% pagabile in 50 anni. Il debito inglese per questo ammontava inizialmente 1.075 milioni di sterline, ridotte poi a 42,5 milioni pagabili entro l’anno 2006. Secondo gli accordi con l’URSS per il Lend-Lease, tutti i sistemi di armamento dovevano essere restituiti agli USA alla fine delle ostilità, oppure distrutti sotto supervisione statunitense. Un gran numero di aeromobili fu così distrutto. Numerosi mezzi navali furono invece restituiti agli Stati Uniti negli ultimi anni quaranta. I rimanenti materiali bellici e i debiti residui del Lend-Lease pesano tuttora sulle relazioni Russo-Americane.
«[...] Noi evitiamo sempre, di proposito, ogni allarmismo, ma non possiamo a meno di constatare ora che dopo il fallimento della conferenza di Londra le cose hanno preso una brutta piega. La guerra continua in Cina, nelle Indie Orientali, nell’Iran e gli interessi degli alleati sono ovunque in urto. Forse anche per questo le attività che dovevano dare al mondo la pace soffrono di una battuta di arresto [...]» (dall’editoriale di M.B. sul Corriere della Sera)
La Cina e gli Stati Uniti riallacciano ufficialmente le relazioni diplomatiche. È il punto di approdo della "diplomazia del ping-pong" avviata nel 1971.
Alla vigilia del viaggio di Deng Xiaoping a Washington, Breznev ha avvertito i governi occidentali che sarebbe pericoloso per tutti armare la Cina allo scopo di contenere la potenza sovietica. Ma oggi gli americani, come i tedeschi, non vendono armi alla Cina. Gli inglesi concedono solo aerei a decollo verticale Harrier, i francesi elicotteri e missili anticarro. Invece i cinesi moltiplicano inviti ed appelli con l’argomento che il loro paese, vincolando 45 divisioni sovietiche sui confini orientali, è di fatto «il sedicesimo membro della NATO». I senatori americani guidati da Sam Nunn, in visita a Pechino qualche settimana fa, non potevano credere all’interprete che traduceva esortazioni a una maggior presenza militare degli Stati Uniti in Estremo Oriente, offrendo persino l’ospitalità dei porti cinesi alla flotta del Pacifico. Ma per ora la Cina rimane con il suo primitivo esercito tradizionale, tre milioni e mezzo di uomini, con armi arretrate di vent’anni rispetto alle macchine militari delle superpotenze, con i bombardieri TU 16 del 1954, con missili che non superano il medio raggio.Secondo una tesi sostenuta anche dal Karol sul Nouvel Observateur, «l’URSS è decisa a impedire con tutti i mezzi che la Cina esca dal sottosviluppo», perché l’industrializzazione prima o poi comporterebbe comunque la parità sul terreno militare. L’URSS può ottenere dagli occidentali e dal Giappone crediti a lungo termine, interi complessi meccanici e chimici, tecnologia elettronica e colossali oleodotti o gasdotti persino con vantaggio strategico, ma se gli occidentali e il Giappone stipulano accordi simili con la Cina «accerchiano l’URSS».Non si può «occupare la Cina». A differenza degli «han» in Cina, i «grandi russi» sono appena il 53,5 per cento della popolazione sovietica (censimento 1970), un mosaico di settanta etnie. Nella stessa federazione russa, la maggiore delle quindici repubbliche sovietiche, convivono con i russi sedici gruppi etnici diversi, dai baschiri ai burlati, dai calmucchi ai ciuvasci.Arnold Toynbee: «Se guardate una mappa cinese degli anni intorno al 1850, voi vedete che gran parte dell’odierno Estremo Est sovietico era dentro i confini dell’impero Manchu. 1 cinesi non lo dimenticano. Essi furono assolutamente umiliati»
Il Vietnam si schiera con l’Unione sovietica e per questo i cinesi lo invadono. «Il 17 febbraio 1979 le forze cinesi varcarono il confine dirigendosi verso Hanoi. L’Esercito Popolare di Liberazione cinese aveva ammassato più di 600.000 uomini e 400 carri armati al confine vietnamita, anche se poi solo una parte fu effettivamente coinvolta negli scontri: a ovest tre corpi d’armata (l’11º, il 13º e il 14º), agli ordini del generale Yang Dezhi, dovevano puntare sulla città di Lao Cai, mentre a est i sei corpi d’armata (41º, 50º, 42º, 54º, 55º e 43º) del generale Xu Shiyou dovevano prendere Cao Bang e il capoluogo provinciale di Lang Son, posto ad appena 120 chilometri da Hanoi. L’esercito vietnamita fu colto impreparato dall’attacco cinese: agli ordini del capo di stato maggiore dell’esercito Văn Tiến Dũng, nel nord vi erano circa 100.000 uomini pronti al combattimento, appartenenti in maggioranza ai reparti paramilitari delle guardie di frontiera e alle milizie di difesa regionale; mentre questi impegnavano i cinesi lungo la frontiera, i reparti regolari vietnamiti iniziarono ad allestire una linea di difesa attorno ad Hanoi, anche se dopo i primi rovesci furono rapidamente inviati in prima linea» (wikipedia).

Durante una conferenza stampa, un giornalsta chiede a Deng Xiaoping quand’è che Hong Kong, ceduta in prestito ai britannici nel 1898, potrà tornare alla Cina. Deng, secondo alcuni preso in contropiede, risponde: «Alla scadenza del prestito».
Il ministro degli esteri cinese Huang Hua ha comunicato all’ambasciatore sovietico a Pechino, Scerbakov, la decisione della Cina di denunciare il trattato di amicizia, alleanza e reciproca assistenza con l’URSS. Lo ha annunciato l’agenzia «Nuova Cina», confermando le indiscrezioni che erano filtrate già lunedì • I cinesi hanno firmato un trattato di pace col Giappone e questo rendeva impossibile il rinnovo del Trattato d’amicizia con l’Urss (1950), nel quale si specifica che Cina e Urss hanno nel Giappone un nemico comune. Urss e Giappone non hanno ancora firmato un trattato di pace per via della controversia intorno alle quattro isole Kurili, occupate dai russi alla fine della guerra • «L’Armata Orientale, schierata contro la Cina, è ormai la seconda fra le voci di spese militari sovietiche, dopo 1 missili balistici. Dal 1969 ad oggi il numero delle divisioni schierate fra la Mongolia e l’Estremo Oriente è salito da 15 ad almeno 45, secondo le stime fatte in Occidente e mai smentite a Mosca, di cui 7 corazzate, ad effettivi pieni e coi mezzi migliori. CI sono più di 800.000 soldati messi di sentinella contro «gli automi di Mao» con 700 bombardieri a breve e medio raggio («Tupolev 16» e «Hyuscin 400»). Contro i quali 1 cinesi sono un milione e mezzo, armati con mezzi come 1 missili «SAM—2» che 1 russi dettero loro nel ’57, quasi nella preistoria della tecnologia militare contemporanea. Ma i generali sovietici ammettono che la loro schiacciante superiorità tecnica potrebbe non essere risolutiva in una guerra convenzionale contro la Cina, che ha dimostrato in Vietnam di non temere le perdite umane» (Vittorio Zucconi sul Corriere del 4 aprile)
PECHINO — Il governo cinese, in una dichiarazione ufficiale diramata nelle prime ore di ieri, che fa seguito a due prese di posizione del «Quotidiano del popolo» e dell’agenzia «Nuova Cina», condanna decisamente l’azione sovietica nei confronti dell’ Afghanistan e chiede che Mosca ritiri tutte le sue truppe da quel Paese. La dichiarazione afferma: «L’Unione Sovietica ha di recente attuato una massiccia invasione militare dell’Afghanistan, interferendo grossolanamente negli affari interni di quel paese. Questo intervento armato viola sfacciatamente tutte le norme che reggono i rapporti internazionali; non soltanto esso usurpa la sovranità e l’indipendenza nazionale dell’Afghanistan, ma pone anche una grave minaccia alla pace e alla sicurezza in Asia e nel mondo intero. Il governo cinese condanna vigorosamente questa azione egemonistica dell’Unione Sovietica e chiede decisamente la fine di quest’aggressione e di questo Intervento nell’Afghanistan e il ritiro dl tutte le forze dell’URSS. Il documento cinese prosegue affermando che Mosca ha da tempo pianificato l’azione e rileva in proposito che essa «rappresenta un grave passo per la penetrazione verso sud allo scopo di giungere all’oceano Indiano e controllare le vie marittime. Essa è anche una parte importante della strategia sovietica per impossessarsi delle zone produttrici di petrolio e aggirare l’Europa in modo da assicurarsi l’egemonia mondiale». Dopo aver rilevato che i sovietici «hanno allargato l’applicazione della ’teoria della sovranità limitata’ dalla loro ’comunità di nazioni’ a un paese non allineato e islamico del Terzo mondo», la dichiarazione di Pechino continua osservando che è assurdo pretendere, come fa l’URSS, che la sua azione sia stata Intrapresa «per aderire a quanto previsto dal trattato dl amicizia con l’Afghanistan e su richiesta del governo afghano». «Questa logica degli aggressori non può ingannare alcuno, pur se merita di essere attentamente valutata. Con le sue azioni l’Unione Sovietica dimostra di essere pronta a invadere e occupare qualsiasi paese» (dal Corriere della Sera)
PECHINO — Cina e Stati Uniti sono pronti ad attuare una vasta cooperazione militare che comporterà non solo un intervento statunitense per ammodernare le forze armate di questo Paese, ma anche, se se ne desse l’occasione, un reciproco appoggio nel settore della difesa per garantire i rispettivi interessi minacciati da una terza potenza. Questo è il primo risultato degli incontri che il segretario americano alla difesa, Harold Brown, ha avuto slnora con alcuni dei maggiori esponenti cinesi.Giunto sabato a Pechino, Brown ha avuto ieri ben sette ore di colloqui con una delegazione cinese guidata dal vicepremier Geng Biao. Al termine di questa «maratona» di consultazioni, un portavoce del ministero della difesa ha dichiarato che i due Paesi continueranno anche in futuro le discussioni sugli effetti delle azioni sovietiche nella regione asiatica e si consulteranno ulteriormente sulle appropriate risposte da dare ad esse. La stessa fonte ha precisato che nel corso di due riunioni tenute una in mattinata ed una nel pomeriggio — intramezzate da un pranzo di lavoro offerto all’ospite dal ministro degli esteri Huang Hua — è stata discussa la situazione mondiale ed in particolare quella creatasi dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan nonché i modi per sviluppare i contatti tra i ministeri della difesa dei due Paesi.Le due parti si sono trovate d’accordo nell’affermare che «le azioni dell’URSS pongono direttamente in pericolo la pace mondiale e la sicurezza di tutti i Paesi e rappresentano una sfida per la comunità internazionale. Pertanto — ha proseguito la fonte cinese — le due parti si sono trovate d’accordo sul fatto che la resistenza e l’opposizione all’aggressione militare e alle ambizioni espansionistiche dell’URSS, rappresentano ora un problema molto urgente (dal Corriere della Sera dell’8 gennaio)
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