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Il pretore anti-porno Vincenzo Salmeri e Cicciolina ad “Acquario”
«[...] girando la sera col telecomando ve ne può scoppiare qualcuna fra i piedi all’ improvviso. Si chiamano Schegge, su RaiTre, quei frammenti di televisione antica, antichissima, dieci, vent’anni fa che sceglie e ci ripropone Enrico Ghezzi. Alcune sappiamo dove stanno. Si trovano, segnalate dal cartello “Vent’ anni prima”, alle 19,45, dopo il telegiornale regionale. Sappiamo cosa contengono e come scoppiettano. Contengono frammenti dei telegiornali di vent’anni fa. Altre Schegge invece vengono disseminate nel corso della programmazione di RaiTre. Possono scoppiare senza preavviso. E offrire delle sorprese. Com’ è accaduto domenica sera. Quando abbiamo rivisto nientedimeno che un Acquario di Maurizio Costanzo del 12 marzo 1979. E chi c’era in questo Acquario? C’ era il giudice Vincenzo Salmeri, gran moralizzatore (a quel tempo) della Pretura di Palermo. C’era Ilona Staller, più nota già allora come Cicciolina. Che osò provocare deliberatamente il severo giudice, chiedendogli con spudorato candore: Ma tu fai l’ amore, Cicciolino? E il pretore le lanciò uno sguardo di fuoco. Non la guardi con severità, intervenne Costanzo. Con severità, no; con disgusto, sì rispose il pretore. Poi entrò nell’acquario la scrittrice Dacia Maraini; poi entrò in quell’ Acquario l’onorevole Mario Bubbico, democristiano. Ne venne fuori una colorita discussione. Con il Pretore Salmeri, che definiva la pornografia come la droga dello spirito. Con la Maraini che gli chiedeva: ma che cosa c’ è, signor giudice, dietro questo suo furore punitivo? Con il Pretore-censore che replicava: niente, nessun furore; non sono mica un sessuofobo; sono un uomo di mondo; una volta sono stato anche alle Folies Bergères....» (Beniamino Placido sulla Repubblica del 31 gennaio 1989)
Mercoledì 14 marzo 1979
Costanzo: «Cicciolina davanti a Salmeri voleva spogliarsi in diretta tv»
Maurizio Costanzo racconta sul Corriere della Sera i retroscena della puntata di Acquario dell’altra sera (vedi 12 marzo) in cui si sono affrontati il pretore anti-porno Vincenzo Salmeri, la porno-star Cicciolina, l’onorevole Mauro Bubbico e la scrittrice Dacia Maraini. Scrive Costanzo: «La puntata di Acquario che prevedeva come protagonista il pretore di Palermo Vincenzo Salmeri ha avuto un precedente che nemmeno il magistrato conosce. Cicciolina, vale a dire Ilona Staller, è arrivata in studio, seguita da una ventina di fotografi, con intenzioni precise: tirar giù la spallina del vestito, una volta in onda, e mostrarsi agli italiani davanti al video. Come non credo che sia utile ad un programma della televisione il turpiloquio, cosi ritengo che spogliarsi in una trasmissione non di varietà sia per lo meno pretestuoso. L’ho detto alla Staller, mentre continuava ad essere immortalata in ogni piccolo movimento. Supponevo infatti che Salmeri, presumibilmente sconvolto (ed è stato cosi) dall’arrivo della Staller non avrebbe tollerato la nudità improvvisa. È giusto vivere la provocazione per conoscere i personaggi, ma non però oltre il consentito, non al di là delle regole del buon gusto.Ho vissuto i cinquanta minuti della trasmissione controllando a vista la Staller: desideravo che non approfittasse della diretta per porre in atto il suo piccolo “scoop”. Non lo ha fatto, forse paga dell’evidente disagio che comunque aveva creato al pretore Salmeri. Dopo, appena conclusa la puntata, deve aver fatto qualche esibizione azzardata davanti al pretore perché ho visto un gran fotografare e lei che gridava: “Cicciolino pretore”. Non oso pensare cosa avrà sibilato Saimeri, perduto nel dolce ricordo della dodicenne trapezista conosciuta nella fanciullezza. Probabilmente il magistrato avrà cercato con gli occhi l’onorevole Bubbico, l’unico tra gli intervenuti che gli abbia concesso solidarietà e che luì ha ripagato alzandosi deferentemente in piedi al suo ingresso».
Dopo la puntata di “Acquario” il pretore Salmeri interviene sul Corriere della Sera in difesa della moralità
«Ero consapevole che nella chiamata alla trasmissione televisiva poteva esservi iI proposito di espormi al ridicolo, alla derisione e ho affrontato il rischio nella speranza di far prendere coscienza della gravità del problema stesso e della sua connessione con la violenza e in genere col marasma che affligge la società italiana. Ma la fantasia e l’ingegnosità di Costanzo hanno superato ogni previsione.Potevo infatti aspettarmi che comparissero a contrastarmi una femminista ad oltranza o un’attricetta, ma non che addirittura mi si mettesse a confronto quella famosa «Cicciolina» che impunemente si esibisce in volgari ed osceni spogliarelli e in triviali discorsi nelle radio e nelle tv private e persino nei canali nazionali e che si è presentata ora ad Acquario con quell’abbigliamento e con quelle pose per lo meno sconvenienti che tutti hanno visto.Lascio la faccenda all’autorità giudiziaria competente, alla quale a suo tempo ho trasmesso degli articoli di stampa che parlavano dell’attività spavalda della «Cicciolina» e agli organi responsabili della decenza delle trasmissioni radiotelevisive. A me rimane l’amarezza di non aver potuto dibattere con la compostezza e la serietà che mi aspettavo i problemi scottanti della pubblica moralità e di non aver potuto approfondire la questione relativa alla censura cinematografica. Talune espressioni dell’Insigne uomo politico presente in studio hanno rafforzato il timore, oggi diffuso con un senso di scoramento negli ambienti sani della società italiana, che Parlamento e governanti si facciano travolgere, forse ormai a breve scadenza, da una interessata e diabolica corrente che, travolgendo anche una precisa noma costituzionale, vorrebbe affidare la disciplina dei costumi alla spontanea determinazione di una cosiddetta società in evoluzione e quindi all’imperio di sfruttatori del più bassi istinti e all’arbitrio di individui corrotti, pochi ma potenti e strepitanti di fronte ad una maggioranza silenziosa, che chiede ancora allo Stato la difesa dei valori fondamentali di un consorzio civile e del diritto di educare, formare e salvaguardare i propri figli minori garantito dagli articoli 30 e 31 della Costituzione.