Nel gennaio 1979 il tetro ministro degli Esteri sovietico, Andrej Gromyko, noto come «Mr. Niet» per i continui "no" che oppone alle richieste internazionali, è invitato a Roma dal governo italiano. Il giorno 24, privatamente, vede il Papa polacco. Il suo primo incontro con Wojtyla. Per la riunione, la televisione di Mosca chiede l´eccezionale permesso di poter filmare il potentissimo rappresentante del Cremlino mentre entra nella Segreteria di Stato vaticana passando nel cortile di San Damaso. Al suo arrivo Gromyko «appariva teso e dava l´impressione di aspettarsi un incontro polemico». Il rapporto nota in seguito che il ministro, «più tardi, quando ha visto che il Papa era cortese e affabile, è diventato più rilassato». Wojtyla dice a Gromyko di non volere un conflitto fra la Santa Sede e l´Unione Sovietica, ma di «desiderare libertà per i figli della Chiesa». Nel colloquio non si parla né di Polonia né del desiderio di Giovanni Paolo II di visitare il proprio Paese. Per Gromyko, farne un semplice accenno potrebbe risultare imbarazzante senza rivelare le limitazioni alla sovranità polacca. La valutazione delle fonti vaticane è comunque che «l´Unione Sovietica non si opporrebbe al viaggio: farlo significherebbe un formidabile errore». Al Foreign Office è ora sufficientemente chiaro che il nuovo Papa non vuole provocare una rottura nei rapporti fra Vaticano e Paesi comunisti e non intende adottare una linea dura: «Non vuole crociate e sollevazioni violente. La Chiesa, dice, deve rimanere aperta al dialogo e non deve cercare il confronto diretto».
• La giornata tipo del Papa: sveglia alle 5.30, alle 6 preghiera nella cappella privata, alle 7 messa con le religiose polacche che lo accudiscono. Dalle 8 alle 8.45 prima colazione col segretario. Dalle 9 alle 11 lavora alla scrivania, scrive in polacco. Dalle 11 alle 13 udienze particolari (500 circa l’anno, quasi 700 i capi di Stato ricevuti nel corso del pontificato). Il mercoledì udienza generale. Tra le 14 e le 15 pranzo e breve riposo. Alle 16 esame dei problemi internazionali, alle 18.30 quelli di curia. Rosario alle 20, cena, notiziari tv e poi ancora nello studio. Alle 22.45 ultima preghiera nella cappella privata e alle 23 in camera [Il Foglio 3/4/2005]. Quasi sempre ha degli ospiti a colazione o a pranzo. «Si pranza molto in fretta perché il papa alle due va un po’ a riposare. Quanto ai cibi, si cucina alla polacca e si mangia come si mangiava a casa di mia madre. Cito, a esempi pastina in brodo, scaloppine con verdura e poi della composta di frutta. Da bere c’è vino bianco e dopo del tè» (lo scrittore ebreo polacco Marek Halter, amico del papa). [Cds 3/10/2000]
Giovanni Paolo II pubblica l’enciclica Redemptor hominis. Concetti: il cristianesimo ha pieno diritto d’incidenza nella vita pubblica della persona e dell’umanità. «Il redentore dell’uomo, Gesù Cristo, è centro del cosmo e della storia». È la prima enciclica di Giovanni Paolo II. «“Redempotor Hominis”. Rappresenta la magna carta su cui il nuovo Pontefice costruirà l’impegno apostolico nella Chiesa e nel mondo. L’enciclica esamina i maggiori problemi su cui il mondo si stava confrontando in quel periodo. Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato durante una fase di crisi interna della Chiesa cattolica. Egli vi allude nell’introduzione, dichiarando comunque la sua convinzione che anche tante energie positive siano all’opera nella Chiesa, per cui “questa nuova «ondata» della vita della Chiesa” è “ben più potente dei sintomi di dubbio, di crollo e di crisi” (RH 5). La Redemptor Hominis afferma che la soluzione a questi problemi può essere trovata attraverso una comprensione più profonda della persona, sia della persona umana, sia della persona di Cristo. Per fare questo, l’enciclica si rifà ripetutamente alla corrente filosofica del personalismo, approccio caro al Papa anche nel resto del suo pontificato. L’enciclica inoltre vuole preparare la Chiesa all’arrivo imminente del terzo millennio, che viene chiamato dal Papa un “nuovo Avvento della Chiesa” (RH 1)» (http://www.papaboys.org/1979-linizio-dei-viaggi-apostolici-sulle-orme-di-cristo/)
Il cardinale Jean-Marie Villot, 75 anni, segretario di Stato dal 1970, confermato nella carica sia da Giovanni Paolo I che da Giovanni Paolo II, muore per una polmonite ed è sepolto nella chiesa di Trinità dei Monti a Roma.

Il cardinale Jean-Marie Villot
Giovanni Paolo II riceve in Vaticano il Consiglio di presidenza della Società Europea di Fisica, e riconosce, per la prima volta nella storia della Chiesa, in Galileo Galilei («figlio legittimo e prediletto della Chiesa cattolica») lo scopritore della Logica del Creato.
Arezzo. Terza assemblea nazionale dei Cristiani per il Socialismo, che segna la fine del movimento, dovuta sia all’isolamento nel mondo cattolico, accentuatosi dopo l’elezione di papa Woytila, che appoggia i movimenti integralisti come Cl, sia alla crisi della nuova sinistra e dei movimenti.
«Visita a Padre Bartolomeo Sorge - 27 aprile 1979 Vado a far visita al gesuita Padre Bartolomeo Sorge direttore di ”Civiltà cattolica”, a Villa Malta, sede della rivista, non lontano da via Veneto, a Roma. Off the record, Sorge è un uomo spiritoso e spregiudicato, come tutti i seguaci di Sant’Ignazio. Gli chiedo se i gesuiti credano in Dio. Mi risponde, come fanno spesso questi chierici regolari, con una domanda: ”Lo sa che cosa Dio non potrà mai sapere?” ”Che cosa?” ”Quanti conventi femminili ci sono a Roma, come fanno tanti soldi i salesiani e a cosa pensano i gesuiti”. Lui compreso.» (Roberto Gervaso) (Il Messaggero 28/08/2006, pag.15 Roberto Gervaso)
Il cardinale Anastasio Ballestrero è da oggi il nuovo presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana). Subentra al cardinale Antonio Poma, che è stato a capo dei vescovi italiani fin dal 1969.
MILANO — Alessandro La Pera, un bambino di un mese e quattro giorni (è nato il 15 aprile scorso), non viene battezzato dal parroco di San Giuliano Milanese, Don Luigi Carcano, di cinquantacinque anni, perché i suol genitori, pur essendo cattolici, si sono sposati civilmente e non in chiesa. I coniugi, protagonisti della vicenda, sono Rita Bandiera, di 21 anni, ex impiegata, originaria di Palermo, e Benito La Pera, di 27 anni, calabrese, saldatore. Vivono a San Giuliano Milanese dove hanno un bar, in via San Remo 13, sotto i portici di un enorme palazzone. Il loro matrimonio risale al dicembre 1977. Lo celebrò Gaetano Sangalli, sindaco comunista di questo grosso centro di provincia, al termine di una travagliata «storia d’amore». A quattrocento metri dal bar Vittoria c’è la parrocchia di Don Luigi. Lui è tranquillo e si fa avvicinare nonostante le proteste della perpetua. Parla con estrema calma e spiega: «Nel decanato di San Giuliano, San Donato e Peschiera Borromeo, già da tempo non battezziamo i bambini di genitori il cui matrimonio è stato civile. Noi chiediamo infatti delle garanzie affinché coloro ai quali impartiamo il sacramento ricevano durante la loro vita una educazione cristiana. Garanzia che non ci offrono quanti si sposano In municipio. È dovere di un parroco far valere la parola di Dio. Ed è nostro dovere prendere atto di una realtà che con la legge sul divorzio è cambiata. Ho cercato di parlare con entrambi i coniugi La Pera, ma mentre la signora è venuta da me il marito non si è presentato (Fabio Cavalera sul Corriere della Sera)
Papa Wojtyla è a Varsavia. Ad acclamarlo 300mila fedeli. Immensa la commozione quando il Papa è entrato nella città vecchia: dappertutto c’erano altari gialli e celesti, lampade accese, immagini di Wojtyla, stemmi pontifici, bambine in abito bianco da processione, parrocchiani giunti dalle campagne e dalle città più lontane. Tutti per lui. Nella sua omelia da piazza della Vittoria: «E grido io, figlio di terra polacca, ed insieme io, Giovanni Paolo II Papa, grido alla vigilia di Pentecoste: scenda il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra, di questa terra». È il primo Papa che celebra una messa in un regime socialista. Il viaggio terminerà il 10 giugno a Cracovia.
Si conclude il viaggio in Polonia di papa Giovanni Paolo II. il Papa, in questo viaggio, «non si precluse nessuno strumento nel suo impegno per la liberazione dei popoli dell’est Europa: la via diplomatica e i risultati che ne potevano venire, e lo scontro suo personale con l’ideologia comunista spostato dal campo della politica a quello della coscienza e della cultura. Fu questo il leitmotiv dei nove giorni del giugno 1979 in Polonia, durante i quali, nonostante la gigantesca operazione di boicottaggio messa in piedi dai servizi (480 agenti mobilitati solo a Cracovia), lui “si mosse come se il regime della Repubblica popolare polacca semplicemente non contasse (…) accendendo la scintilla di una rivoluzione morale, Giovanni Paolo II diede alla sua gente la chiave per la liberazione: la chiave di coscienze riaccese”. Parlava a folle oceaniche rivolgendosi personalmente a ciascun presente: a Jasna Gora durante la sua omelia un minatore provò a dire qualcosa al suo vicino, che lo gelò: “Non chiacchierare quando il Papa sta parlando con me!”. Poi iniziò a definirsi non solo un Papa polacco ma un “Papa slavo” e il Politburo del Pcus ne dedusse che la chiesa aveva dato inizio a “una guerra ideologica contro i paesi socialisti”. (Ubaldo Casotto) • «...una manifestazione impressionante di rifiuto dell’ideologia di Stato, di distacco irrimediabile tra governati e governanti, insomma di rottura politica. Milioni di polacchi cadevano in ginocchio alla vista del corteo papale, gridando in coro ”Viva il papa” oppure ”Resta con noi, resta con noi”. E già al secondo giorno, superata ogni paura, i polacchi presero a scandire insieme ai ”Viva il papa”, ”Demo-kra-cja, de-mo-kra-cja”» (Sandro Viola).
In un comunicato la Santa Sede sostiene che la visita del Papa in Polonia «ha rappresentato un confronto tra due ideologie, bisogna vedere se i sovietici hanno capito la lezione: e cioè che la religione non è il frutto superstizioso di una situazione sociale, e che persino in un sistema comunista bisogna permettere libertà religiosa. Se capiranno ciò, tutto bene. Se invece daranno un giro di vite, confermeranno quanto il loro sistema sia fragile».
L´ambasciatore inglese in Polonia registra: «Non vi è stato un terremoto, ma il clima è cambiato, in favore della Chiesa. Anche se non ci sono da aspettarsi sviluppi drammatici nell´immediato futuro».
il Papa parla all’Onu. Il cardinale Casartoli gli ha eliminato dal discorso i passaggi che possono suonare offensivi alle orecchie dei sovietici, ma lui li ha reintrodotti e difende a gran voce i diritti umani inalienabili.
La segreteria del comitato centrale del Pcus emana un documento: Misure di opposizione alla politica del Vaticano in relazione ai paesi comunisti, in cui si invita ogni organismo politico, culturale e mediatico del regime a combattere «le tendenze pericolose degli insegnamenti di Giovanni Paolo II» (pag. 132). Da parte vaticana, mentre Casaroli rassicurava i suoi interlocutori nella commissione per i contatti permanenti tra il governo polacco e la Santa Sede dicendo che in ogni situazione rivoluzionaria c’è una sorta di Termidoro dopo il quale «le relazioni tra la chiesa e i paesi socialisti si normalizzeranno e la chiesa è pronta ad aspettare tale situazione a tempo indeterminato» (pag. 134), il Papa agiva per dimostrare che questa attesa non sarebbe stata infinita
I cardinali riuniti in concistoro al termine dei lavori hanno stilato un comunicato in cui si tratta dello stato finanziario della Chiesa, un argomento svolto anche da papa Giovanni Paolo II. Scrivono: «Il considerevole deficit emergente ogni anno di più (per l’anno 1979 è previsto intorno ai 17 miliardi di lire, pari a circa 20 milioni 240 mila dollari Usa, con prevedibile aumento per il 1980) ha potuto essere coperto finora grazie alle offerte volontarie pervenute dal mondo cattolico, in particolare per "l’Obolo di San Pietro", in merito al quale è stato fornito agli eminentissimi cardinali un esatto, particolareggiato prospetto, per l’anno 1978, con riferimento anche alle cifre complessive degli ultimi anni precedenti». A tutto questo il concistoro aggiunge un amaro rilievo: «Se le spese — scrivono i porporati — continuassero ad aumentare con il ritmo presente (particolarmente per gli A tutto questo il concistoro aggiunge un amaro rilievo: «Se le spese — scrivono i porporati — continuassero ad aumentare con il ritmo presente (particolarmente per gli aumenti dell’inflazione e dei costi della vita) e le entrate permanessero nella misura attuale, la Santa Sede verrebbe nel giro di pochi anni a trovarsi in gravi difficoltà per poter adeguatamente provvedere al governo centrale della Chiesa e all’esercizio della sua missione di evangelizzazione e di carità. Essi pertanto, mentre hanno sottolineato la necessità che le spese siano per quanto possibile contenute, hanno insieme manifestato piena comprensione di un problema che è la volontà di essere fraternamente vicini al Santo Padre nel cercarne là soluzione».
Nel comunicato che il Vaticano ha scritto alla fine del concistoro si affrontano i problemi finanziari della Santa Sede. «Il considerevole deficit emergente ogni anno di più (per l’anno 1979 è previsto intorno ai 17 miliardi di lire, pari a circa 20 milioni 240 mila dollari Usa, con prevedibile aumento per il 1980) ha potuto essere coperto finora grazie alle offerte volontarie pervenute dal mondo cattolico, in particolare per "l’Obolo di San Pietro", in merito al quale è stato fornito agli eminentissimi cardinali un esatto, particolareggiato prospetto, per l’anno 1978, con riferimento anche alle cifre complessive degli ultimi anni precedenti». A tutto questo il concistoro aggiunge un amaro rilievo: «Se le spese — scrivono i porporati — continuassero ad aumentare con il ritmo presente (particolarmente per gli aumenti dell’inflazione e dei costi della vita) e le entrate permanessero nella misura attuale, la Santa Sede verrebbe nel giro di pochi anni a trovarsi in gravi difficoltà per poter adeguatamente provvedere al governo centrale della Chiesa e all’esercizio della sua missione di evangelizzazione e di carità. Essi pertanto, mentre hanno sottolineato la necessità che le spese siano per quanto possibile contenute, hanno insieme manifestato piena comprensione di un problema che è la volontà di essere fraternamente vicini al Santo Padre nel cercarne là soluzione». (dal Corriere della Sera)
Il Papa sta per arrivare in Turchia e la stampa turca pubblica, a firma Alì Agca, «una lettera un pò megalomane nella quale minacciavo il pontefice». Nella lettera è scritto: "Gli imperialisti occidentali, timorosi che la Turchia, insieme con le nazioni sorelle islamiche, diventi una potenza politica militare economica nel Medio Oriente, inviano in Turchia il comandante delle Crociate Giovanni Paolo II camuffato da capo religioso. Se questa visita non viene annullata ucciderò senz’altro il Papa".
Oggi papa Giovanni Paolo II è arrivato in Turchia.
Termina la visita del Papa in Turchia
Madre Teresa arriva ad Oslo, con suor Agnese e suor Gertrude, per ritirare il Nobel per la pace. La temperatura è di 10 gradi sotto zero. Vengono offerti alle suore abiti pesanti e stivali foderati di pelliccia. Madre Teresa accetta solo un paio di calze di lana, e le infila sotto i sandali (madre teresa katryn spink)
Per la prima volta la Radio Vaticana resta muta per 18 ore. Un temporale ha causato un’interruzione ddelle trasmissioni.
Madre Teresa di Calcutta riceve a Oslo il premio Nobel per la Pace. E nel suo discorso dice tra l’altro: «Sono stata sorpresa di vedere in occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché, perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace. Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: “Anche se una madre dimenticasse il suo bambino, io non ti dimenticherò. Ti ho inciso sul palmo della mano”. Siamo incisi nel palmo della sua mano, così vicini a Lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che “Persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile, ma perfino se si potesse dimenticare, io non ti dimenticherò”. E oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace è l’aborto».
Giovanni Paolo II nomina Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano.
Il Papa consacra in San Pietro Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano.
Nella consueta conferenza del mercoledì, proseguendo l’illustrazione del matrimonio attraverso il commento della Genesi, Giovanni Paolo II ha fatto un discorso di grande importanza, tale da rovesciare secoli di incrostazioni e di errate interpretazioni sull’importanza della vita sessuale.Si potrebbe dire che su un solo versetto della Genesi: «Erano nudi, ma non provavano vergogna» verta la sua analisi dell’amore fra uomo e donna e lo sfrutti per arrivare a implicazioni che riguardano prima di tutto l’intelligenza libera, la scienza prima della nostra esistenza. Il Papa dice giustamente che il versetto «è pieno di sorprendente contenuto teologico ed insieme ontologico. La rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo spiegano la felicità originaria dell’uomo e a un tempo aprono la prospettiva della sua storia eterna». Un pò come dire che all’uomo e alla donna, nella loro piena integrità, vanno restituiti i dati primi dell’amore, liberandoli così da deviazioni e storture accumulatesi durante i secoli per forza di morali riduttive, sopraffattrici o addirittura violente. Soprattutto là dove viene messo l’accento sul valore sponsale dell’amore, sullo scambio e sulla collaborazione libera, il discorso assume tutto un suo significato di liberazione e di esaltazione finale della persona umana. [...] Il corpo non viene più né umiliato né giudicato né visto come strumento di degradazione e ritrova così la sua prima funzione che è quella del dono, dell’offerta, del piacere pieno consentito senza limitazioni o costrizioni. È dunque il traguardo della gioia che i grandi mistici hanno toccato e raggiunto per primi, anche se per loro vale la seconda ipotesi suggerita nel discorso del Papa, l’amore verso Dio fondato sulla rinuncia dell’amore umano. Comunque, una volta ammesso e consacrato questo «principio», questa partenza da Dio, non c’è più posto per la mortificazione dell’amore né per la sua umiliazione: questo amore non ha più bisogno di abiti. Al contrario è fedele alla prima connotazione della «nudità» vale a dire della piena coscienza delle doti di maschilità e di femminilità, non si apre più nessun varco verso la vergogna, resta il diritto alla comune soddisfazione e alla gioia.
Carlo Maria Martini fa il suo ingresso, a piedi, nella diocesi ambrosiana, dicendo "Vengo da lontano, come Paolo, con titubanza". Succede al cardinale Giovanni Colombo. Più tardi, ricordando quel momento, scrisse: «Mi riconoscevo nella confessione di Pietro: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore" (Lc 5,8); sperimentavo infatti un senso di indegnità e di confusione, percepivo tutta la mia fragilità e inadeguatezza, ma insieme nutrivo la fiducia che Dio non avrebbe abbandonato il suo discepolo. Avvertivo mie le parole di Isaia - ascoltate nella prima lettura di quella stessa Messa -: "Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono!" (Is 6,5), parole così vicine alla dichiarazione di Pietro. Percepivo tuttavia nella profondità del mio cuore che Gesù stava dicendo proprio a me, in modo nuovo, le parole rivolte a Pietro: "Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini" (Lc 5,10). A distanza di oltre vent’anni avverto il bisogno profondo di ringraziare Dio perché la promessa è stata mantenuta al di là di ogni mia attesa».
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