LONDRA - L’Egitto ha informato oggi la Gran Bretagna che ha accettato l’offerta dei russi per un rifornimento di armi ed equipaggiamenti militari. L’annuncio è stato dato da un portavoce del Foreign Office, il quale ha precisato che il Governo egiziano ne aveva dato comunicazione ieri all’ambasciatore britannico al Cairo, senza tuttavia specificare l’entità del contratto concluso tra i due Paesi. Il portavoce hu dichiaralo d’altra parte: 1) Nessuna fornitura d’armi all’Egitto viene effettuata in questo momento da alcuna delle tre Potenze occidentali. 2) Nessuna discussione ha attualmente luogo fra queste tre Potenze circa la fornitura di armi ai Paesi arabi. 3) Le tre Potenze si consultano ogni volta che una di esse riceve una richiesta di fornitura di anni da uno Stato arabo. Il portavoce ha aggiunto che tali consultazioni hanno lo scopo di mantenere l’equilibrio degli armamenti fra Israele e gli Stati arabi, in conformità con la dichiarazione tripartita del 1950.Intanto, parlando alla radio egiziana in occasione di un’esposizione militare da lui inaugurata, il Primo ministro egiziano Gamal Abdel Nasser ha dichiarato che il suo Governo ha firmato la settimana scorsa un «accordo commerciale» con la Cecoslovacchia per la fornitura di armi all’Egitto. L’Egitto, ha detto Nasser, ha preso questa decisione dopo il ripetuto fallimento dei suoi tentativi di ottenere armi dall’Occidente, « non per la guerra ma per la pace ». Si apprende questa sera da Tel Aviv che Moshe Sharret, Primo ministro e ministro degli Esteri di Israele, ha chiesto all’ambasciatore degli Stati Uniti di fargli visita domani. Il colloquio avrebbe per argomento la questione della consegna di armi all’Egitto. Il Governo egiziano ha frattanto richiamato le forze di riserva dell’esercito » per un addestramento supplementare.). È questa la prima volta dopo la rivoluzione del 23 luglio 1952 che viene presa unn misura del genere.
LONDRA - Il governo britannico ha ordinato all’ambasciatore al Cairo di esprimere al colonnello Nasser il proprio allarme per l’accettazione, da parte dell’Egitto, delle forniture d’armi cecoslovacca e sovietica. La decisione di fornire armi all’Egitto, che rimane in stato di guerra con Israele ed è irritato per l’accordo militare turco-anglo-iracheno, ha lo scopo di far penetrare l’influenza sovietica in una parte del mondo, dove essa finora aveva trovato le porte chiuse: anche il tentativo d’infiltrazione in Persia fallì, come tutti ricorderanno, dopo la caduta di Mossadeq. L’influenza dì Mosca si manifesta come un elemento di spostamento dell’equilibrio esistente: avvelena le relazioni fra l’Egitto e gli Occidentali, disturba il rapporto di forze fra Egiziani ed Ebrei faticosamente mantenuto dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti con ben dosate forniture di armi agli uni e agli altri in modo da evitare un nuovo scoppio di ostilità. I fini più lontani della mossa russa sono ancora più grandiosi. Tutte le popolazioni di colore sono assai vulnerabili dalla penetrazione comunista: la miseria degli strati più bassi della popolazione e l’odio per le classi dominanti tradizionali si combinano col risentimento verso gli Europei occidentali, formando un ambiente favorevolissimo alla diffusione del comunismo. L’influenza sovietica porterà probabilmente a un rafforzamento in tutto il Medio Oriente delle correnti sovvertitrici, alla superficie, o in clandestinità. Se è vero, come si prevede, che Mosca manderà una missione al Cairo, questa potrà diventare una centrale di azione irresistibile. Nasser, che reprime il comunismo, e ha eliminato, almeno esternamente, l’influenza della Fratellanza musulmana, dove i comunisti avevano messo piede, si crede naturalmente sicuro del proprio dominio intemo.
Il passo britannico al Cairo, eseguito dall’ambasciatore Trevelyan, non ha avuto esito favorevole. Era impossibile pensare che Abd el Nasser modificasse la sua decisione di acquistare armi dalla Cecoslovacchia. La popolarità di Nasser infatti è aumentata, il prestigio dell’Egitto cresce. Politica d’indipendenza dai due blocchi di tipo indiano, con minore sottigliezza di quella di Nehru, ma con maggiore violenza e risentimento verso gli Inglesi: niente può avere maggior favore fra le popolazioni di colore. La presenza di tecnici cecoslovacchi in territorio egiziano, la necessità di rifornirsi sempre alle stesse fonti per mantenere costante ed eguale l’equipaggiamento e l’armamento delle truppe, il bisogno di parti di ricambio, possono portare fatalmente a un legame pericolosissimo tra i fornitori e i rifomiti. La Cecoslovacchia denuncia i tentativi occidentali contro il progetto come un disegno imperialistico, un attentato all’indipendenza e alla libertà commerciale degli Stati. Viene annunciato un viaggio a Praga di Nasser. La Russia, che ha certamente diretto la manovra, non figura, per ora, tra le fornitrici di armi dell’Egitto. Questo aggiramento sovietico delle posizioni difensive pazientemente costruite dagli Occidentali, e specialmente dagli Inglesi, nel Medio Oriente, è il risultato più positivo che la Russia ha ottenuto, o sta per ottenere, con le armi insidiose della guerra sorridente. Dopo avere convocato gli ambasciatori delle Potenze comuniste, il Governo israeliano ha dichiarato che, per fare fronte a questa gara di armamenti, cercherà di rifornirsi in maggiore misura. Il delicato e precario equilibrio stabilito dalle tre Potenze occidentali rischia di cadere in pezzi. Il dosaggio di forniture seguito dal 1950 in poi per evitare una ripresa di ostilità tra Arabi ed Ebrei, è alterato dal fatto nuovo. In complesso, il Medio Oriente e il Mediterraneo sono la zona dove la situazione si è alterata più sensibilmente negli ultimi mesi, o, anzi, settimane. La ripresa di violenze in tutta l’Africa francese, la crisi di Cipro, il distacco della Jugoslavia e della Grecia, per diverse ragioni, dalle Potenze occidentali e dalla Turchia, il colpo di scena del Cairo, sono tutti segni e fatti allarmanti. (da un articolo di Domenico Bartoli).
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