• Mazzini da Londra scrive al signor Mac Tear, segretario della Cassa Garibaldi, una lettera, pubblicata su vari giornali inglesi, per togliere ogni merito al partito di Cavour nella rivoluzione italiana; «Noi – dice egli – abbiamo operato, combattuto e sparso il nostro sangue per l’Italia. Il gabinetto di Cavour ha fatto costantemente opposizione, raccogliendo poi i frutti appena ottenuti od inevitabili (Comandini)
• Il padre Passaglia, arrivato a Torino, conferisce a lungo col conte di Cavour circa le trattative con Roma (Comandini)
In margine alla discussione suscitata dalla proposta Minghetti relativa alle autonomie locali (vedi 13 marzo), Cavour ha scritto a Massimo Cordero di Montezemolo, luogotenente del re a Palermo: «Le nostre teorie sullo Stato non comportano la tirannia d’una capitale [Torino] sulle provincie, né la creazione d’una casta burocratica che soggioghi tutte le membra e le frazioni del Regno all’impero d’un centro artificiale, contro cui lotterebbero sempre le tradizioni e le attitudini dell’Italia, non meno che la sua configurazione geografica [...] Io... non ho il menomo dubbio che, quando siano sedati i commuovimenti che alcuni mestatori s’ingegnano di suscitare rinfocolando le ire personali, sarà facilissimo di mettersi d’accordo sopra uno schema d’organizzazione, che lasci al potere centrale la forza necessaria per dar termine alla grande opera del riscatto nazionale, e conceda un vero self governement alle regioni e alle provincie».
• A sera a Torino veglia offerta nel proprio palazzo dal conte di Cavour, col quale apre il ballo la duchessa Elisabetta di Genova (Comandini)
• Il co. di Cavour invita a Torino il causidico Omero Bozino di Vercelli, che il 27 gennaio da Orvieto, gli ha mandato appunti per un piano di intesa col Vaticano, combinato a Roma con un prete Antonino Isaia, segretario privato del cardinale D’Andrea, e con un don Salvatore Aguglia, siciliano, segretario privato del card. Antonelli (Comandini)
• Da Torino il co. di Cavour scrive al causidico Bozino a Vercelli di far sapere a don Isaia a Roma che esso conte entrerebbe volontieri in serie trattative con la Corte pontificia e che «fa caso molto dell’abilità e dell’ingegno del cardinale Antonelli.» (Comandini)
• Lettera del co. di Cavour per il cardinale Antonelli a Roma, con tutto un piano di intesa fra il Governo di Vittorio Emanuele e la Santa Sede (Comandini)
• In Roma l’avv. Aguglia accenna al cardinale Antonelli i propositi di trattative di Cavour (Comandini)
• Esce a Torino un opuscolo intitolato: Il ministro Cavour dinanzi al Parlamento, attribuito allo stesso Cavour (Comandini)
• In Roma padre Passaglia interessa il card. d’Andrea a volere agire presso i cardinali favorevoli all’intesa col Piemonte (Comandini)
• Il conte di Cavour da Torino scrive al barone Ricasoli a Firenze : «Dopo Gaeta, Roma dev’essere la prima stazione verso cui rivolgere i nostri passi.» (Comandini)
• Cavour manda a Vercelli al causidico Bozino dispaccio da mandare a Roma per don Isaia per le trattative col Vaticano da precisarsi in settimana, e lo invita a recarsi a Roma egli pure (Comandini)
• Da Roma padre Passaglia scrive al conte di Cavour a Torino informandolo di tutte le pratiche fatte con varii cardinali nei decorsi giorni (Comandini)
• Nota del min. Cavour al min. Jochteau a Berna, rivendicando ancora i diritti della sede vescovile di Como e del real governo contro il sequestro dei beni svizzeri della diocesi comense; notifica che il governo piemontese ha posto il sequestro, con effetto alla fine dell’attuale anno scolastico, sulle dotazioni del collegio elvetico esistente in Milano (Comandini)
15 notizie mostrate (su 15 trovate) per l'anno