• Nell’Abruzzo aquilano guardie di finanza italiane attaccano i briganti tra Amatrice ed Accumoli uccidendone 15; ne arrestano 18 tra i quali un prete (Comandini)
• Nell’Ascolano tre compagnie del 39° fanteria del corpo del gen. Pinelli attaccano vivamente le bande di briganti: la 6a compagnia del 39° reggimento ha morti il capitano Fanatelli, un sottotenente Foldi e 39 soldati; la 14a morto un ufficiale, e 42 uomini fuori di combattimento (Comandini)
• In Carsoli sollevazione brigantesca importata da un Francesco Di Luca inviato da Roma. Sono imposte grosse taglie e requisizioni a cittadini liberali (Comandini)
• Da Ascoli parte una compagnia del 39° fanteria per Mozzano per darvi il cambio ad un’altra che, nel frattempo, è aggredita dai briganti. Parte da Ascoli per Mozzano il maggiore Lodegiani con altra compagnia di rinforzo. Arrivato alle 4.30 a Tronzano, si butta su Mozzano e ne scaccia i briganti, mentre la compagnia che partiva da Mozzano erasi ritirata a Venasotta, e la prima che doveva darle il cambio, trovata Mozzano sguernita erasi ritirata ad Ascoli (Comandini)
• Nuovo attacco del corpo del gen. Pinelli ai briganti nell’Ascolano: gl’italiani hanno seco sei cannoni da montagna; si impadroniscono di Mozzano, San Vito e Rosara e vi fucilano il maestro, il curato e due altri briganti; ma poi per il sopraggiungere di forti colonne reazionarie ritiransi (Comandini)
• Torme brigantesche saccheggiano il paese di Viscuso (Comandini)
• I briganti in numero imponente circondano in Mozzano superiore la compagnia del maggiore Lodegiani, che stretto quasi da ogni parte ripiega verso Ascoli, attaccato dai briganti: resta ferito e prigioniero il capitano conte Angelo Zanelli di Belluno; uccisi nove uomini, fra’ quali un sottotenente e due sergenti, feriti 3, ricondotti in Ascoli: 17 restano prigionieri. In Mozzano il capitano Zanelli è ucciso da un brigante che poi ne indossa l’uniforme (Comandini)
• Torme brigantesche saccheggiano il paese di Castelluccio (Comandini)
• In San Valentino il capo-brigante Colasella entra con propri fautori e libera dalle carceri 41 reazionari, che dannosi subito all’eccidio dei liberali del paese (Comandini)
• Il gen. Ferdinando Pinelli in persona, con quattro piccole colonne comandate dal tenente colonnello Pallavicini, dal tenente colonnello Gircana, dal maggiore Lodegiani, parte da Ascoli, avendo seco anche sei pezzi da montagna; l’avanzata va bene fino a Mozzano, ma il tempo pessimo e la resistenza dei briganti in gran forza, obbligano le colonne a ritirarsi da quelle gole in Ascoli rinviando l’operazione a tempo più opportuno (Comandini)
• Una colonna italiana del corpo del generale Maurizio de Sonnaz, proveniente da Tagliacozzo, attacca oltre il confine pontificio il convento di Casamari, rifugio del vescovo di Sora e di numerosi briganti combattenti. Tutti costoro riescono a fuggire. Nel convento vengono trovate in gran quantità armi, polvere, proclami, corrispondenze politiche compromettenti, litografie oscene. Vi è appiccato il fuoco, ma si arriva ad impedire la distruzione della Badia (Comandini)
• A sera bande brigantesche numerose assalgono Scurcola, presidiata da una sola compagnia piemontese: questa difendesi, poi manda metà dei suoi a ripiegare su Cappelle, ma sopraggiunte dalla parte dei monti altre due compagnie, provenienti da Magliano, accompagnate dalla Guardia nazionale dei varii paesi, sotto gli ordini del colonn. Quintini, i briganti sono battuti, con sensibili perdite, e respinti verso Scurcola (Comandini)
• Una banda di briganti entra ad Arquata, ma una compagnia di cacciatori del Tevere arrivati da Norcia la scaccia, uccidendone e ferendone molti, e facendone altri prigionieri (Comandini)
• Il generale Pinelli ed il colonnello dei bersaglieri Pallavicini con una colonna partita da Ascoli, sbaragliano le numerose bande di briganti nell’alta valle del Tronto (Comandini)
• Le truppe del gen. De Sonnaz attaccano a Banco, presso Casamari, le bande brigantesche comandate dal conte De Cristen, sconfiggendole, onde parte arrendonsi, e parte ritiransi in territorio pontificio, seguite dagl’italiani fino a Ceprano. Degl’italiani un ufficiale morto e 4 feriti: 10 uomini di bassa forza morti e 40 feriti (Comandini)
• Fanteria di linea del 27° e bersaglieri respingono un tentativo di circa 200 briganti di entrare in Civitella del Tronto ad approvvigionarla. A S. Nicola i briganti lasciano 2 morti, e 7 prigionieri, con 6 bestie da soma; alla Ripa lasciano 12 morti e varii prigionieri, fra i quali un loro capo (Comandini)
• Parte da Torino il gen. Luigi Mezzacapo, che va ad assumere il comando in Ascoli della brigata Bologna contro i briganti in luogo del gen. Ferdinando Pinelli (vedi 10 febbraio) (Comandini)
• I briganti assaltano il castello di Collalto e dopo tre ore di eroica difesa degli abitanti se ne impossessano e lo saccheggiano. È assassinato il medico, liberale, dottor Bartolomeo Latini, ne è ferita la sorella; è scannato il sindaco; sono maltrattati molti; altri imprigionati e ricattati di danari e di robe (Comandini)
• Una banda di briganti fra Brancaccio e Ciaculli assassina cinque fratelli Licaro che lavoravano nel proprio podere (Comandini)
• Arriva in Ascoli il gen. Luigi Mezzacapo a prendere il comando della brigata Bologna in luogo del gen. Pinelli. Poco dopo arrivano in Ascoli il comandante borbonico dei forte di Civitella, Giovine, col capitano dei gendarmi pontifici; udita la resa di Gaeta volevano capitolare, ma i briganti padroni oramai della fortezza ciò hanno impedito, ed essi evasero. Sono pure evasi questa sera 27 gendarmi (Comandini)
• All’appressarsi dei Cacciatori del Tevere, delle guardie nazionali e di truppe regolari i briganti sgombrano da Collalto ritirandosi precipitosamente entro Poggio Ginolfo (Comandini)
• Pochi soldati piemontesi che ieri sera avevano occupato Carsoli, sono attaccati stamane da un migliaio di briganti con cannoni da montagna, al comando del co. De Cristen (che già aveva capitolato a Banco con le truppe di De Sonnaz). I piemontesi ritiransi combattendo ed i briganti occupano Carsoli e i dintorni (Comandini)
• Il colonnello Masi ed il maggiore Vicentini coi Cacciatori del Tevere ed altri piemontesi, attaccano i briganti a Carsoli, e li mettono in fuga lino ad Oricola, cagionando loro forti perdite. Degl’italiani perduto un ufficiale e dieci uomini (Comandini)
• Ad Avellino tumultuosa dimostrazione contro i giudici della Corte criminale per avere essi prosciolto certo Lampesti arrestato come assoldatore di gentaglia per le bande brigantesche (Comandini)
Le dimissioni del Primo ministro Hussein Ala hanno provocato una situazione gravissima in Persia. In molti ambienti occidentali della capitale persiana si nutre il timore che il Paese sia ad una svolta della sua politica filooccidentale e che la salita al potere del nuovo Primo ministro nominato dallo Scià, Manucheher Eghbal, possa rappresentare un ritorno a certe posizioni di forza che hanno caratterizzato il periodo della permanenza al potere di Mossadeq. L’attuale crisi della situazione persiana si connette direttamente all’ondata di sfiducia che ha colpito il Governo del filo-occidentale Hussein Ala in seguito alla uccisione dei tre americani, i coniugi Carroll ed un loro amico, da parte di banditi appartenenti alle tribù selvagge della zona sud-orientale. In seguito al rinvenimento del cadavere orrendamente mutilato della signora Carroll, avvenuto domenica scorsa in una solitaria e desolata vallata del Belucistan, il capo dell’amministrazione americana degli aiuti all’ Iran ha deciso di sospendere la distribuzione di tali aiuti e tutte le operazioni in corso nella concessione di assistenza alla popolazione iraniana. Pertanto il Governo di Ala si è trovato di fronte alla responsabilità di aver provocato al Paese gravissimi danni. Insieme ad Ala si sono dimessi anche tutti i ministri. L’inseguimento del bandito Dad Shali sulle montagne lungo il confine con il Pakistan continua con grande spiegamento di mezzi; tre uomini, che si presume facessero parte del gruppo che ha ucciso i tre americani, sono stati abbattuti dai reparti di polizia. Ieri sera il Cancelliere Adenauer, che si trova in Persia da alcuni giorni, si è congedato dallo Scià e dall’imperatrice Soraya e questa mattina è ripartito per la Germania.
Il Presidente del Consiglio Iraniano Hussein Ala ha rassegnato oggi, come previsto, le dimissioni nelle mani dello Scià, il quale ha chiamato a succedergli l’attuale ministro di Corte e rettore dell’Università di Teheran, Eghbal. Prima di recarsi dallo Scià per rassegnare nelle sue mani le dimissioni, il Primo ministro dimissionario Hussein Ala aveva presieduto un’ultima riunione del Gabinetto. Lo Scià ha già sottoscritto il firmano imperiale per la nomina del nuovo Primo ministro Eghbal il quale ha iniziato le consultazioni per scegliere i membri del suo Gabinetto, che saranno ufficialmente presentati allo Scià domani. Sembra che dei membri del Governo uscente solo tre su quattordici conserveranno i loro portafogli, mentre l’ex-Primo ministro Ala subentrerebbe ad Eghbal nella carica di ministro di Corte. Eghbal è considerato un intimo dello Scià e si presume che prenderà energici provvedimenti per eliminare il banditismo dalle zone montane dell’ Iran. Continua frattanto da parte della gendarmeria e delle truppe la caccia ai membri della banda responsabile del recente eccidio dei coniugi Carroll e di un altro funzionario americano nonché delle persone che li accompagnavano. Il ministro degli Interni persiano ha annunciato oggi che il bandito Ghader Dad, presunto aiutante di Dad-Scià capo della banda che ha compiuto il massacro, è stato ucciso ieri pomeriggio dopo uno scontro a fuoco durato due ore. Lo scontro, avvenuto nelle vicinanze del villaggio di Bened, è stato impegnato tra Ghader Dad e i componenti di una tribù impiegata dal Governo per la cattura dei banditi. Ghader Dad, che sarebbe personalmente responsabile dell’uccisione della signora Anita Carroll, è stato attaccato mentre cercava di entrare nel villaggio in cerca di viveri e di acqua. Il gruppo principale dei banditi dispone di tre cammelli e due cavalli e procede separatamente dalle donne e bambini. La polizia e i membri delle tribù fedeli stanno incontrando grande difficoltà a seguire la banda nelle desertiche zone montane, dove chi passa non lascia impronte e di cui i banditi a quanto pare conoscono ogni metro. Vengono particolarmente sorvegliati i pozzi di acqua della zona, dove la banda presto o tardi dovrà recarsi per i rifornimenti.
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