ROMA — Tre uomini armati e mascherati hanno rapito ieri sera Barbara Piattelli, 27 anni, erede dell’omonima casa di moda, proprietaria di numerosi negozi di abbigliamento e articoli sportivi. Erano trascorse da qualche minuto le 20. Dopo aver passato il pomeriggio facendo compere con la madre Vittoria, Barbara Piattelli stava tornando a casa alla guida della sua auto, una Mini Minor. Arrivata sotto casa, in viale Tiziano 19, al quartiere Flaminio, verso Ponte Milvio, la ragazza ha imboccato l’ingresso del garage condominiale sotterraneo in via del Sansovino 1. I tre banditi, il volto coperto da passamontagna, pistole in pugno, attendevano sotto la rampa. Le due donne hanno parcheggiato l’auto, sono scese. È stato un attimo: sono state subito circondate. I banditi hanno ordinato a Vittoria Piattelli di stendersi con la faccia a terra. La donna ha cercato di resistere ma è stata presto immobilizzata. Barbara ha tentato di fuggire. I rapitori l’hanno bloccata, le hanno premuto un tampone imbevuto di cloroformio sul viso, l’hanno caricata sulla loro auto. Scattato l’allarme (posti di blocco all’uscita della città, pattugliamento sulle vie consolari) la squadra mobile è subito accorsa sul luogo del rapimento, il dottor De Sena, dirigente dell’antisequestri ha interrogato la madre della rapita, unica testimone. Vittoria Piattelli era prostrata dalla tensione e dall’angoscia. Ha raccontato le fasi del sequestro piangendo. Anni fa era stata testimone di un agghiacciante fatto di sangue. Alcuni banditi avevano assassinato sotto i suoi occhi la cugina, Vittoria Fornari, durante una rapina in un ristorante.
Barbara Piattelli, 28 anni, erede della famosa casa di mode, sequestrata lo scorso 10 gennaio, è stata liberata dai suoi rapitori che l’avevano tenuta prigioniera in Calabria. La famiglia avrebbe pagato un riscatto di 700 milioni. Ecco le ultime fasi del sequestro, nel racconto di Gian Antonio Stella (che puoi leggere per intero qui):«Verso settembre, i rapitori sentono che forse la prigione non è più sicura. Prendono l’ostaggio e lo trasferiscono in un alloggio di fortuna, forse un capanno da caccia. Prima della liberazione passa ancora un’eternità, quattro mesi. Ma finalmente, ecco la notte tanto attesa. La ragazza viene fatta vestire con un pesante giubbotto, le mettono in mano un sacchetto di plastica con i vestiti che aveva la sera del sequestro, la trascinano per i boschi, in una marcia di tre notti. Mercoledì sera Barbara, bendata, è caricata su un’auto. Un’ora di viaggio, poi la macchina si ferma, vicino a Lametia Terme: «Queste sono 50 mila lire, questo è un gettone. Prima di muoverti aspetta mezz’ora». I banditi se ne vanno.Lu ragazza vaga sotto la pioggia, terrorizzata, Infreddolita. Ecco, lontano, la statale 280, detta «dei due mari». Passa una macchina. Sono quattro ragazzi che tornano da una pizzeria, sono allegri. Inquadrano con i fari l’ombra che barcolla, si fermano. Barbara e stravolta, ha paura: «Non fatemi del male, vi prego. Sono Barbara Piattelli, mi hanno appena liberata». La caricano sull’auto, la portano dai carabinieri. Ha gli occhi fissi, i capelli sporchi, i vestiti inzuppati. In caserma, finalmente può scoppiare a piangere».
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