Dal diario del governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi. «23 marzo 1979. Alle 8,15 vado da Giulio Andreotti (allora presidente del Consiglio, ndr) e gli faccio rapporto sui problemi che mi angustiano (Baffi e il vice direttore generale di Bankitalia Mario Sarcinelli fatti ingiustamente bersaglio di pressioni politico-giornalistiche e di un’inchiesta della magistratura che si rivelerà infondata, ndr). Gli manifesto l’intenzione di ritirarmi non oltre il 19 agosto, gli faccio i nomi dei possibili successori, primo fra tutti Ciampi. Prende nota diligentemente e non si oppone…»
BONN— La ripresa dell’economia tedesca prosegue e gli indici sull’andamento della domanda puntano verso l’alto; contemporaneamente, ha dichiarato il ministero per l’Economia, continua a destare preoccupazioni l’aumento dei prezzi. Il ministero ha dato tutto il suo appoggio alla decisione presa il 12 luglio dalla Banca centrale tedesca di rendere più dispendiosi i prestiti accesi dalle banche presso la Bundesbank alzando il tasso di sconto al 5% dal precedente 4% e portando il tasso sulle anticipazioni al 6% dal 5,5%. Tale iniziativa, volta a controbattere un’eccessiva espanslone della liquidità, non rallenterà — ha osservato il ministero — la generale tendenza al rialzo dell’economia
Jimmy Carter ha nominato Paul Volcker, 52 anni e quasi due metri d’altezza, presidente della Federal Reserve.
Paolo Baffi si dimette da governatore della Banca d’Italia.
Michele Sindona, indagato anche dalle autorità americane, è scomparso da New York, ufficialmente perché sequestrato da un inesistente Comitato Proletario Eversivo per una Vita Migliore. In realtà, servendosi di un passaporto falso, ha raggiunto Vienna insieme con Anthony Caruso, un piccolo funzionario della Barclays Bank, e Joseph Macaluso, un costruttore italoamericano. Dopo una sosta ad Atene è arrivato a Brindisi e da lì in automobile a Caltanissetta, venendo raggiunto in momenti diversi da Giacomo Vitale e da altri massoni, tra cui il suo medico di fiducia Joseph Miceli Crimi (l’uomo che tiene i contatti con Gelli, è infatti affiliato alla loggia P2 ed è stato consulente della questura palermitana), che lo accompagneranno nel resto del viaggio. Oggi è arrivato a Palermo accompagnato da una variegata brigata di mafiosi e massoni delle cosche Bontate-Spatola-Inzerillo-Di Maggio-Gambino.e successivamente ha incontrato John Gambino, giunto da New York per seguire personalmente la vicenda. Sindona è ospite nella villa di Rosario Spatola a Torretta, in provincia di Palermo.
Alla Camera viene presentata la proposta di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività di Michele Sindona, il bancarottiere siciliano, latitante negli Stati Uniti, che sta simulando il proprio rapimento per poter entrare clandestinamente in Italia. L’inchiesta deve indagare sul "sospetto che oscuri e vastissimi interessi di origine criminale e mafiosa abbiano tenuto fin dall’inizio le fila di tutto l’affare".
Miceli Crimi, massone della Loggia Camea, dopo essersi incontrato a Roma con Walter Navarra, si reca ad Arezzo per un colloquio col capo della P2 Licio Gelli. Miceli Crimi è stato inviato da Michele Sindona e chiede a Gelli di procurare una ingente somma di denaro dal presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi a favore di Sindona stesso (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
ROMA — Il tasso ufficiale di sconto (cioè il tasso d’interesse al quale la Banca d’Italia effettua prestiti al sistema bancario) e l’interesse sulle anticipazioni in conto corrente a scadenza fissa presso l’Istituto è stato aumentato dal 10,50 al 12 per cento. Rimangono invariate le maggiorazioni già in vigore. Il decreto di aumento, stabilito dal ministero del Tesoro su proposta del governatore della Banca d’Italia, è stato pubblicato ieri sulla «Gazzetta Ufficiale» e ha dunque decorrenza immediata. Timori di recessione. La decisione presa dalle autorità monetarle, ormai da alcuni giorni nell’aria, costituisce un «segnale» importante: la situazione congiunturale che aveva permesso il 4 settembre 1978 di abbassare di un punto il tasso di sconto e di mantenerlo immutato nei 12 mesi successivi è oggi profondamente diversa. Tassi di sconto nel mondoItalia 12 Belgio 10 Francia 9,5 Germania Fed 5 Giappone 5,25 Olanda 8 Regno Unito 14 Usa 11
WASHINGTON — Nell’Intento di frenare la spinta inflazionistica, la Federai Reserve ieri sera ha annunciato un aumento dell’1 per cento (dall’11 al 12) del tasso di sconto e alcune misure restrittive par il credito. Il presidente della Federai Reserve, Paul Volcker, ha detto che tali misure mirano a lottare contro l’estensione eccessiva della massa monetaria.
Il nuovo governatore della Banca d’Italia è Carlo Azeglio Ciampi. Suo direttore generale è Lamberto Dini.
L’inevitabile rincaro del costo del denaro è stato deciso ieri dal comitato esecutivo dell’ABI (Associazione Bancaria Itallana) che era già stato convocato in precedenza per discutere problemi di organizzazione interna dell’associazione. Dopo l’aumento del tasso di sconto i rappresentanti degli istituti di credito hanno deciso di dedicare quasi interamente la seduta di ieri al problema dei tassi. Dopo una prima valutazione degli ultimi avvenimenti, il comitato esecutivo ha deliberato di elevare dal 15 per cento al 16,50 per cento il "prime rate" applicabile ai crediti in bianco utilizzabili in conto corrente, "ferma restando la consueta commissione sul massimo scoperto". Dallo stesso giorno verrà aumentato dal 14,50 al 16 per cento il "prime rate" applicabile alle altre operazioni effettuabili con particolari forme tecniche: a favore delle esportazioni, sconto di portafoglio, conti correnti garantiti, eccetera.
Il saggio ufficiale di sconto, cioè il tasso al quale la Banca d’Italia presta denaro al sistema bancario, è stato aumentato dal 12 al 15 per cento. La decisione, annunciata improvvisamente ieri sera a testimonianza dell’urgenza con la quale il provvedimento si è reso necessario (solitamente esso viene preso a fine settimana quando i mercati valutari sono chiusi) avrà effetto da oggi. Il «taglio» alle forniture dall’Arabia Saudita ha fatto precipitare ieri pomeriggio una decisione che da tempo sembrava sempre più inevitabile a causa delle persistenti tensioni internazionali. Queste tensioni, ha fatto sapere ieri il Tesoro, si erano ulteriormente aggravate. Segno tangibile della crisi erano stati gli sforzi massicci che la Banca d’Italia è stata costretta a compiere per sorreggere il cambio della lira che scivolava progressivamente, seguendo quello del dollaro, su un piano inclinato rispetto alle valute forti dell’Europa (soprattutto marco e franco francese, giunti nei giorni scorsi ai massimi storici rispetto alla nostra moneta). Sebbene le nostre autorità abbiano da tempo deciso di agire sul costo del denaro con ritocchi ampi piuttosto che ridotti e molto frequenti, il balzo di tre punti indica che la crisi economica ha raggiunto un grado preoccupante di gravità. La caduta della lira ieri da 813 a 821 sul dollaro è stato l’ultimo campanello d’allarme. Il comunicato del ministero del Tesoro non nasconde le ragioni di questa dura decisione. «Le tensioni intemazionali e interne che avevano indotto ad aumentare dall’8 ottobre il tasso di sconto dal 10,50 al 12 per cento — dice il comunicato — si sono sensibilmente aggravate. Sul plano interno l’inflazione sta crescendo di intensità. I prezzi all’ingrosso dei manufatti sono cresciuti in dodici mesi del 18,4 per cento con una netta accelerazione nel periodo più recente. Analogo è l’andamento dei prezzi al consumo. Si tratta del tasso di inflazione più elevato fra quelli dei maggiori paesi industriali» (dal Corriere della Sera del 6 dicembre)
«ROMA — Da oggi il denaro prestato dalle banche costerà molto più caro: Intatti, il tasso di interesse minimo (prime rate), riservato alla clientela primaria (grandi imprese soprattutto) è salito dal 16.50 al 19.50% l’anno, livello eguagliato soltanto nel 1976. Ciò significa che la gran massa dei clienti “normali” pagherà interessi dal 20 al 25% almeno, a seconda della loro importanza e affidabilità. Questa impennata è stata decisa ieri dal comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana (ABI) per adeguare il costo del credito al nuovo livello del tasso ufficiale di sconto (l’interesse, cioè, pagato dalle banche all’Istituto centrale per il risconto e le anticipazioni), che è stato aumentato nei giorni scorsi dal 12 al 15%» (dal Corriere della Sera).
• Alla disperata ricerca di denaro per coprire i buchi, Calvi finisce sempre più nelle maglie di mafia e malavita, avvitandosi in rischiose operazione di riciclaggio di denaro sporco.• Per cercare di restituire qualcosa della massa di denaro che gli è scivolata dalle mani, Calvi chiede aiuto alla Democrazia cristiana. Il presidente del partito, Flaminio Piccoli, gli consiglia di rivolgersi a un giovane assistente del generale del Sismi Giuseppe Santovito, «tale Francesco Pazienza, elegante uomo di mondo. Questi agisce in società con tale Flavio Carboni, mediatore di affari sardo. Il lavoro da fare è particolarmente delicato: si tratta di tranquillizzare lo Ior di Paul Marcinkus, recuperare documenti che attestino la sua proprietà di conti correnti, tenere buono Licio Gelli, rassicurare la mafia siciliana e la camorra napoletana…». [Deaglio 2009]• Carboni è un «costruttore con affari in Sardegna, a caccia di finanziamenti per la sua Sofint dopo che è venuta meno l’intesa con il gruppo Berlusconi. Carboni attribuisce molti dei suoi guai agli usurai della banda della Magliana. Affari loschi si intrecciano attorno al Banco. E un brutto affare è anche quello denunciato fin dal 1980 dalla rivista inglese The Middle East, secondo cui il Banco Ambrosiano Middle East di Beirut è al centro di un traffico di armi organizzato dalla Dreikot financial company di Hans Kunz, rappresentante di Calvi in Svizzera». [Sole 15/1/2006]
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