• Storia del Battesimo di Cristo di Piero della Francesca. Il quadro si trovava nell’abbazia camaldolese di Sansepolcro, come scomparto centrale di un trittico. Charles Locke Eastlake, che in gioventù fece il ritratto a Turner e poi divenne direttore della National Gallery (carica che copre tuttora), fu spedito nel 1856 dalla regina Vittoria in Italia per scovare opere d’arte trasportabili. Capitato nell’abbazia camaldolese di Sansepolcro, vide il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, però «tutto rovinato dal sole e dall’umidità». Lasciò quindi che lo acquistasse per 400 sterline sir John Charles Robinson, che era in Italia a caccia di opere d’arte anche lui, aveva tentato inutilmente di piazzare il Battesimo al South Kensington Museum e aveva poi trovato un compratore nell’industriale delle ferrovie Matteo Uzielli. Westlake ha passato questi cinque anni a ripensare l’occasione perduta e a mordersi le mani. Molti giudicano il Battesimo uno dei più bei quadri mai dipinti. Sicché quest’anno, quando Uzielli è morto, Westlake s’è precipitato a comprarlo, l’ha tenuto con sé due giorni e poi, non reggendogli il cuore di nascondere al resto del mondo un capo d’opera simile, lo ha regalato alla National Gallery. • Su richiesta della famiglia Mylius, Francesco Hayez ha realizzato un’altra versione del suo famoso Bacio in cui l’abito della fanciulla è bianco: in questo modo si forma sulla tela una sorta di tricolore. Nella prima versione, del 1859, la fanciulla è vestita di blu, colore della Francia, in quel momento alleata del Regno di Sardegna nella II Guerra d’indipendenza contro l’Austria.
• Regio decreto dà esecuzione dal 15 corr. alla convenzione 30 nov. 1860 tra il regno di Sardegna ed il regno della Gran Bretagna per la protezione dei diritti di autore di opere letterarie ed artistiche ratificata il 4 corr (Comandini)
• Decreto da Ancona del commissario Valerio fonda in Urbino un Istituto di Belle Arti per le Marche (Comandini)
• Muore in Milano Luigi Sacchi (n. 8 agosto 1805) pittore geniale, intagliatore in legno, poi dal ‘41 fotografo artìstico valentissimo, filarmonico eccellente; scrittore d’arte, fondatore dell’Artista, e reduce appena da un viaggio fotografico artistico a Caprera (Comandini)
• Muore in Milano il conte Giuseppe Archinto, di anni 77, insignito dall’Imperatore d’Austria del Toson d’Oro; ma franco di sentimenti anche verso i dominatori stranieri; e mecenate alle arti e benefico (Comandini)
• A Roma corre per le bocche del popolo una canzone che, alludendo alla medaglia conferita dal papa ai combattenti per la causa pontificia a Castelfidardo (una croce capovolta entro cerchio) dice «L’armi cosmopolite – s’ebbero in guiderdone – sul campo – acquevite, – a Roma il ciambellone» «Aversi l’acquavite» vuol dire in gergo romano pigliare le busse (Comandini)
• L. C. Farini assiste in Pompei a scavi archeologici (Comandini)
• Muore in Chiari Giuseppe Galdini, distinto capo-mastro, autore, tra altro, del ponte sul Ticino presso Magenta (Comandini)
• Muore in Milano Pietro Martire Rusconi, segretario dell’Accademia di Brera, poeta, pittore, buon patriota valtellinese, di anni 70 (Comandini)
• In Torino alle 10 del mattino la giunta municipale in forma solenne presenta al re Vittorio Emanuele, nel palazzo reale, la pergamena col voto emesso dal Consiglio il 10 dicembre scorso. La pergamena artistica è opera del miniatore Gandolfi e del calligrafo Toselli (Comandini)
• Il maresciallo Vaillant, ministro della casa dell’imperatore Napoleone III, scrive da Parigi al sindaco di Brescia avvisandolo che l’architetto Viette si reca a Brescia a copiare il disegno della Loggia, che Napoleone III vuol fare riprodurre in un nuovo edificio in Parigi (Comandini)
• In Palermo decreto del luogotenente, m.se di Montezemolo, su proposta, del maggior generale Carini, consigliere per la sicurezza pubblica, istituisce una medaglia commemorativa da distribuirsi a tutti coloro che faranno constare, con documenti autentici dell’epoca, di avere preso importante parte, sia politicamente, sia militarmente, ai gloriosi fatti per cui la Sicilia si redense dalla dominazione borbonica. La medaglia sarà d’argento per i componenti il Comitato Generale, che assunse in Palermo la qualità di Governo Provvisorio della Sicilia; per tutti i mutilati e feriti in quei fatti d’armi; e in bronzo per tutti gli altri. Una apposita commissione sottoporrà nel più breve termine alla luogotenenza il modello di detta medaglia, che dovrà raffigurare da una parte la Sicilia libera, che spiegando il vessillo nazionale italiano si stringe alla gloriosa dinastia di Savoia, e dall’altra leggenda analoga all’epoca che deve commemorare: la commissione proporrà anche il nastro relativo (Comandini)
L’appuntamento è nella grande aula semicircolare eretta per l’occasione nel cortile di palazzo Carignano. Per accogliere tutti i parlamentari della nuova Italia, infatti, non sarebbe bastato il salone del palazzo disegnato nella seconda metà del Seicento da Camillo Guarino Guarini. Due mesi fa il governo ha affidato agli ingegneri Peyron e Alberti un compito arduo: «Dare nello spazio di 60 giorni una sede conveniente a un’assemblea deliberativa, capace di 600 stalli, collo sviluppo delle tribune destinate agli inviti d’onore e al pubblico, e porre l’intero edificio in comoda comunicazione col palazzo Carignano». Ci sono riusciti: trecento operai hanno lavorato giorno e notte alla sola messa in opera, tanti altri hanno preparato i singoli pezzi negli opifici di Torino e di altre città. Gli ultimi ponti sono stati tolti l’altro ieri. Anziché la forma ellittica del salone del Guarini, la nuova sede del Parlamento è a ferro di cavallo. Le pareti laterali non hanno alcuna apertura: la luce entra dal cielo di cristallo a doppia lastra che costituisce gran parte della cupola semicircolare (alta 30 metri nella parte più elevata). Illuminazione a gas riccamente distribuita. Ogni deputato ha al suo posto un bottone-molla per la chiamata con filo elettrico degli uscieri, un’invenzione dello stesso Peyron già sperimentata lo scorso anno. [Pers. 19/2/1861. M.Ill. 23/2/1861]
Per l’occasione, il municipio di Torino ha ottenuto che le sale dei Musei di antichità e di storia naturale siano aperti, da oggi a tutto il 23, dalle 10 alle 3 pomeridiane, e la reale Galleria d’armi, da oggi al 22, dalle 10 alle 4 (sempre che non siano presenti persone della famiglia reale). «A comodo dei forestieri» si è pure disposto che il cimitero possa essere visitato da oggi al 23 dalle 10 del mattino alle 4 di sera. [G.Po. 18/2/1861]
• In Milano è estratta la lotteria per la nuova piazza del Duomo. I maggiori premi, per oltre 700.000 lire sono vinti dal Municipio, al quale sono rimaste invendute 329.633 cartelle su 500 mila (Comandini)
Giuseppe Fiorelli, ispettore degli scavi di Pompei, propone ufficialmente a Domenico Spinelli, direttore del museo nazionale di Napoli, di istituire un museo che esponga gli oggetti della vita quotidiana dell’antica Pompei. Chiede di valorizzare quelli che rischiano di andare dispersi, perché non sono stati riconosciuti come opere d’arte. Vuole salvare reperti che giacciono a cielo aperto. Lo stesso sito archeologico richiede maggiore tutela. Ha patito danni nei giorni della caduta del regno borbonico. Spinelli appoggerà l’iniziativa e affiderà all’architetto Gaetano Genovese il compito di schizzare l’edificio che dovrà accogliere il museo. Viene concepito uno stabile con portico alla pompeiana, su un atrio circondato da sei stanze. Il progetto verrà inviato a Torino, al ministero della Pubblica Istruzione, ma non otterrà la minima attenzione. Per conservare il salvabile, Fiorelli dovrà accontentarsi di un semplice capannone. In quei giorni l’attenzione di Torino è tutta rivolta alla fortezza di Civitella, dove un’irriducibile guarnigione borbonica resiste caparbia. Il 25 febbraio tre colonne di soldati piemontesi cercano di prenderla d’assalto, ma vengono respinte. Lo stesso giorno il ministro della Guerra, il generale Manfredo Fanti, diffida gli stranieri ad arruolarsi fra i resistenti borbonici.
• A Roma sono venduti dal governo Pontificio una parte dei capolavori del celebre museo Campana di antichità alla Russia per 150 mila scudi (Comandini)
• Lo scultore Fraccaroli in viaggio con Raffaele Sonzogno per portare a Parigi la propria statua — l’Aurora del Rinascimento italiano — destinata ad attestare la gratitudine italiana alla stampa liberale francese è sorpreso sulla strada del Cenisio da violentissima bufera di neve con valanghe (Comandini)
Per il ritratto ufficiale del presidente si è scelto di sovrapporre la sua testa a quella di un John Calhoun, che aveva maggiormente il physique du rôle da presidente (Serena Danna, Il Sole 24 Ore, 5/1/2010).
• A Roma gli studenti nell’atrio dell’Università hanno incoronato un busto di Vittorio Emanuele con sotto questa leggenda: Re d’Italia per la divina provvidenza e per il voto nazionale (Comandini)
• A Roma gli alunni dell’Accademia di Belle Arti di San Luca affiggono sui muri dell’Accademia un ritratto di Vittorio Emanuele con corona d’alloro, fra bandierine tricolori (Comandini)
• A Parigi Havin del Siècle convita Fraccaroli (la cui statua — l’Aurora del Risorgimento Italiano — a lui destinata è arrivata oggi a Parigi), Raffaele Sonzogno e varii giornalisti francesi: al finire brinda a Vittorio Emanuele, a Cavour, alla liberazione della Venezia entro quest’anno senza guerra (Comandini)
«Dal rifugio malinconico che gli ha offerto il Pontefice, Francesco II di Borbone fa sentire la propria voce. Intrattiene ad esempio rapporti con Napoleone III, attraverso l’ambasciatore francese a Roma, duca di Gramont e di Guiche. Oggetto di queste conversazioni indirette sono i "beni farnesiani", un complesso di sublimi opere d’arte di proprietà borbonica che il deposto sovrano vorrebbe alienare e l’Imperatore assicurare alla Francia. L’interesse di Napoleone III riguarda anche ciò che resta del museo archeologico Campana, che Franceschiello ha già venduto alla Russia - in cambio di 150 mila scudi, si precisa - ma che i francesi vorrebbero riscattare. Su simili tesori ha puntato gli occhi anche la Corte di Spagna: occorre, per non creare dissapori o malintesi, informare Madrid delle trattative con Parigi, e metterne al corrente, per delicatezza, il governo pontificio» (Nello Ajello, 10/3/2011).
Mentre Parigi ostenta cordialità con l’Italia, Napoleone III cerca di accaparrarsi importanti capolavori d’arte del deposto Re di Napoli, Francesco II. Oggi il ministro francese Thouvenel scrive al proprio ambasciatore a Roma, Antoine Grammond. Gli chiede di avvicinare Francesco II per dirgli che l’Imperatore francese è disposto a comperare i «Beni farnesiani» e quanto resta del Museo di Antichità Campana. I francesi che, nonostante le proteste di Cavour, hanno già acquistato navigli militari dell’ex Regno di Napoli, ora provano a mettere le mani su un patrimonio d’immenso valore: la «Collezione Farnese». Conservata a Capodimonte, fu creata dal cardinale Alessandro Farnese, diventato Papa nel 1534 con il nome di Paolo III. È giunta a Napoli quale eredità di Re Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, ultima discendente del casato. Raccoglie capolavori di Tiziano, Raffaello, El Greco, Correggio, Parmigianino. Annovera tre secoli di straordinarie opere italiane ed europee e vanta un importante nucleo di pittura fiamminga. Comprende anche la «Galleria delle cose rare». Raccoglie bronzi, cristalli di rocca, maioliche, argenti, intorno al celebre «Cofanetto Farnese», prezioso esempio d’oreficeria del Cinquecento. Re Francesco II spera di ricavarne denaro per riconquistare il trono. Napoleone III pensa di arricchire il Louvre. Ma il Regno d’Italia non darà loro tempo di concludere l’affare (MAURIZIO LUPO, il Giornale 10/3/2011).
• La statua del Fraccaroli donata ad Havin del Siècle è pubblicamente trasportata a Parigi e collocata nella sala maggiore del Salon des Arts unies (Comandini)
«L’Italia è in preda alla “medaglite”, anche a Palermo il luogotenente marchese Massimo Cordero di Montezemolo ha istituito una medaglia commemorativa, da distribuire a tutti coloro che faranno constatare, con autentici documenti d’epoca, di aver svolto «un ruolo importante» nei gloriosi fatti «per cui la Sicilia si redense dalla dominazione borbonica». La medaglia, in cui si vedrà l’isola che, spiegando la bandiera italiana, si stringe alla gloriosa dinastia dei Savoia, sarà d’argento per i componenti del Comitato Generale che assunse i poteri di Governo Provvisorio della Sicilia, e in bronzo per tutti gli altri» (ibidem).
«A Milano è in pieno svolgimento il concorso, indetto dalla Giunta municipale presieduta da Antonio Beretta, per la nuova Piazza del Duomo e la strada che la costeggerà assumendo il nome di via Vittorio Emanuele. All’evento è collegata una lotteria. Oggi avrà luogo l´estrazione dei premi per la prima giocata, che saranno pagati “in danaro sonante dalla cassa civica dietro semplice presentazione dei biglietti vincenti”. Per esigere il premio c’è tempo un anno (Nello Ajello, la Repubblica 10/3/2011).
• A Parigi in casa di Havin del Siècle brillante soirée per festeggiare il dono della statua del Fraccaroli. Vi sono varii giornalisti parigini, Légouvé, il pittore di marine Gudin, Odilon Barrot, Carnot, Lasteyrie, Ollivier e Darimont. Partecipano al trattenimento i cantanti italiani Badiali, Zucchini, Gardoni, la Penco; e recita poesie la Ristori (Comandini)
• A Vicenza, sul monte Berico, con intervento del maresc. Benedeck, solenne inaugurazione di monumento ai soldati imperiali caduti il 10 giugno 1848 (Comandini)
• In Torino, alle 4.30 p. inaugurato monumento a Daniele Manin, opera di Vela. Vi assiste una larga rappresentanza della stampa liberale francese. Parlano l’ex-deputato dell’Assemblea Veneta, Minotto; Havin direttore politico del Siècle; Henri Martin che fu molto amico di Manin; La Farina ed il sindaco di Torino Cossilla. La sera vi è banchetto di 130 coperti, con intervento degli ospiti francesi (Comandini)
• L’ambasciatore di Grammont a Roma è autorizzato telegraficamente da Parigi a trattare per l’acquisto da parte dell’imper. Napoleone III dei beni farnesiani di Francesco II in Roma e provincia (Comandini)
È morto nella sua casa di Genyadana in Giappone il grande pittore Utagawa Kuniyoshi. Aveva 65 anni. Colto da paralisi nel 1856, lavorava ormai con grande difficoltà. Da ultimo, aveva dipinto due opere in cui si vedevano gli occidentali nel villaggio di Yokohama - un centinaio di famiglie appena - il cui porto era stato aperto agli stranieri il 1° luglio 1859.
Il pittore Claude Monet, di 21 anni, non disponendo dei 2.500 franchi necessari per essere esonerati dal servizio militare è arruolato tra i Cacciatori dell Alpi e spedito in Africa, destinazione Algeri. La partenza è programmata per giugno.
«Théophile Gautier, visitando il Salon di Parigi, osserva come i particolari, i tagli, le pose dei dipinti esposti, per le loro stringenti analogie e prestiti dalla fotografia, fanno di quest’ultima, sebbene assente, la vera protagonista dell’esposizione» (Marina Miraglia). Al Salon si vedono pure: la grande tela di Dorè intitolata Dante e Virgilio nel nono girone dell’Inferno, parecchie cose neo-greche di Gérôme tra cui una Frine tutta nuda davanti all’Aeropago che ha fatto infuriare Paul de Saint-Victor e Maxime Du Camp, la Ninfa sorpresa e il Guitarrero (cantante spagnolo) di Manet, gli italiani Signorini, Banti e Cabianca, qualche animale di Bonheur ecc.
A proposito di fotografie, Nadar ha fatto quattro ritratti di Baudelaire, che due anni fa aveva definito la fotografia «rifugio di tutti i i pittori mancati». Risposta di Nadar: «La fotografia è una scoperta meravigliosa, la cui applicazione è alla portata degli ultimi imbecilli, giacché ha dato convegno a tutti i falliti di tutte le carriere. Ciò che non s’impara però è il senso della luce, è l’intelligenza morale del tuo soggetto, è quella intuizione che ti mette in comunicazione col modello, te lo fa giudicare, ti guida verso le sue abitudini, le sue idee, il suo carattere, per ottenere una somiglianza intima. È il lato psicologico della fotografia, la parola non mi sembra troppo ambiziosa».
• Reali decreti odierni stabiliscono che, a datare dalla data della promulgazione di essi, le monete d’oro e d’argento che si conieranno, continuando per ora a portare l’impronta ed il contorno in uso attualmente, avranno sul diritto attorno alla effigie del re, la leggenda Vittorio Emanuele Il e sotto, l’indicazione dell’anno; e sul rovescio, attorno allo stemma, la leggenda Regno d’Italia, e sotto l’indicazione del valore della moneta; restando abolite le varie leggende sinora usate. Le nuove monete di bronzo, del diametro e peso stabiliti in legge 20 novembre 1859, avranno da un lato la effigie del re colla leggenda Vittorio Emanuele II Re d’Italia, e dall’altra un ramo di alloro ed uno di quercia intrecciati, con sopra una stella fiammeggiante, e nel centro l’indicazione del valore della moneta, e l’anno di fabbricazione; restando abrogato l’articolo 1 del regio decreto 15 dic. ‘60 (Comandini)
• A Milano nell’Ospedale Maggiore inaugurato il monumento al dottor Gaetano Strambio, insigne pellagrologo (Comandini)
• In Torino il prof. Andrea Tintori e l’avv. Francesco Romani presentano al re a nome delle donne urbinati, con analogo indirizzo, lo stocco che fu di Guidobaldo II della Rovere (Comandini)
Oggi il governo ordina alla Gazzetta Ufficiale di pubblicare due decreti firmati da re Vittorio Emanuele II lo scorso 2 maggio. Sono quelli che fanno nascere la «lira italiana» e una nuova numerazione degli atti del governo. Questi saranno intitolati «Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia». Ha nuovo nome anche la lira, pur conservando parte del conio piemontese. Le monete d’oro e d’argento continuano «a portare l’impronta e il contorno in uso» nello stato sabaudo. Hanno «sul diritto attorno alla effigie del Re la leggenda Vittorio Emanuele II e sotto l’indicazione dell’anno». Ma sul rovescio, attorno allo stemma, compare la leggenda «Regno d’Italia», al posto della scritta «Regno di Sardegna». Riformate anche le monete di bronzo. Conservano peso e diametro del 1859, ma intorno al profilo del sovrano hanno la scritta «Vittorio Emanuele II Re d’Italia». Sul verso compaiono un ramo di alloro e uno di quercia intrecciati, sovrastati da una «fiammeggiante stella d’Italia». Diverrà sinonimo di ricchezza. Farà nascere l’espressione «affidarsi allo stellone», per evocare prosperità. La nuova lira parte con un valore pari a 4 euro e 40 centesimi odierni. Deve però far fronte a un forte costo della vita. Un chilo di pasta nel 1861 valeva 30 centesimi di lira (1,31 euro). Oggi un chilo costa da 1 a 2,5 euro. Ma 150 anni fa un servo o un bracciante guadagnavano poco più di una lira al giorno (MAURIZIO LUPO, LA Stampa 10/5/2011).
Clerk Maxwell, per dimostrare la validità delle teorie sulla tricromia avanzate da Newton e Young, ottiene finalmente davanti ai tecnici della Royal Institution di Londra un’immagine a colori, usando tre filtri colorati (erano brocche di vetro trasparente riempite d’acqua e aniline) in rosso, verde e blu. Le tre immagini in bianco-nero, proiettate in sovrimpressione con i rispettivi filtri, offrono una sensazione realistica di colore, valida soprattutto a confermare la cosiddetta teoria tricromica (leggi qui l’articolo di Franco Gàbici).
• La Gazzetta Ufficiale pubblica i reali decreti del 2 per le impronte delle monete d’oro, d’argento e di rame che da oggi saranno coniate e che dovranno portare la leggenda; Vittorio Emanuele Il Re d’Italia (Comandini)
Lo Stato Pontificio ha ceduto oggi cede alla Francia gran parte della collezione di gioielli ellenistici e romani raccolti dal marchese Giampietro Campana. È considerato uno dei più importanti tesori d’Europa. Il governo del Papa lo possiede per averlo sequestrato nel 1857, a seguito del fallimento di Campana, arrestato con l’accusa di aver male amministrato fondi pubblici. Dopo un drammatico processo è stato condannato a 20 anni di prigione, commutati con l’esilio. A Roma ha lasciato i suoi preziosi. Lo Stato Pontificio li ha messi in vendita dal 1858. Antiche opere d’arte della collezione Campana sono state acquistate dall’Ermitage di San Pietroburgo, dal Victoria and Albert Museum di Londra e dal Metropolitan Museum of Art di New York. Infine anche la collezione di gioielli lascia Roma. È stata ceduta al Museo del Louvre, per una cifra compiacente: 812 mila scudi pontifici, pari a circa 152 mila lire dell’epoca, equivalenti a poco più di 669 mila euro. È uno dei prezzi che il Papa Re deve accettare per ingraziarsi Napoleone III. Le sue truppe presidiano Roma e impediscono al Regno d’Italia di farne la propria capitale. Quale somma agevolazione ai francesi è stata concessa l’esenzione del dazio di uscita, pari al 20 per cento del prezzo pattuito. «Monsieur Regnier», direttore del Louvre, torna a Parigi soddisfatto, con valige piene di ori antichi: bracciali, orecchini, collane di scarabei, spille in filigrana (MAURIZIO LUPO, La Stampa 22/5/2011).
Garnier ha vinto il concorso per la nuova Opéra di Parigi, facendo infuriare l’imperatrice Eugenia, che aveva raccomandato Viollet-le-Duc. L’imperatrice, davanti al disegno del nuovo teatro, avrebbe esclamato indignata: «Che cos’è questo? Non è un Luigi XIV, non è un Luigi XV, non è un Luigi XVI...». Al che Garnier avrebbe risposto: «È vero, maestà, è purissimo Napoleone III».
• A Milano nel palazzo di Brera, a cura dell’Accad. fisio-medico-statistica, inaugurata lapide monumentale in memoria del giurecons. e letterato G.B. Bazzoni (Comandini)
• In Bologna una deputazione dei sottoscrittori composta dal duca Sforza Cesarini, dal generale Medici, e dal sen. Plezza presenta al generale Cialdini corona d’alloro in oro e argento per le vittorie riportate a Gaeta ed a Messina. La corona, eseguita da Borani di Torino, e lavorata a smalto e cesello, pesa grammi 913; la accompagna volume in pergamena coi nomi degli offerenti, rilegato artisticamente con la parola Gaeta formata da 570 brillanti, rubini e smeraldi (Comandini)
• Il Consiglio comunale di Bologna delibera che la nuova piazza che sta per aprirsi in borgo Sàlamo si intitoli piazza Cavour, e vi sorga monumento a lui (Comandini)
• A Milano ai Giardini Pubblici è collocata la statua Italia del Puttinati, già destinata per la tomba del co. Confalonieri ad Hospenthal, poi passata in proprietà del co. Arese che l’ha donata al Municipio di Milano (Comandini)
• Il Senato su proposta Martinengo delibera di ornare la propria sala dell’effigie del co. di Cavour (Comandini)
• Il Consiglio comunale di Torino stanzia 100.000 lire pel monumento a Cavour (Comandini)
• A Napoli verso sera dal ponte di Chiaia sono gettati sulla via ritratti in litografia del generale borbonico Bosco con versi apologetici (Comandini)
• Il corpo legislativo francese vota la spesa di L. 4.800.000 per l’acquisto del Museo Campana a Roma (Comandini)
• A Torino, sugli antichi spalti della Cittadella, presenti il pr. Umberto ed il pr. Amedeo, è collocata la pietra fondamentale della nuova casa degli artigianelli (Comandini)
• In Milano fra i rappresentanti del Demanio e quelli del Comune è firmato l’atto di permuta fra palazzo Marino e il Broletto, che passa al Demanio (Comandini)
• Il sindaco di Torino riceve da lord Shaftersbury in data 29 giugno nota di sottoscrizioni prettamente britanniche (lord Palmerston, lord Russell, altri ministri e notabilità) per il monumento a Cavour: la sottoscrizione fu fatta privatamente, comprende 198 personaggi, per oltre 10.000 fr., non come valore pecuniario ma come dimostrazione di simpatia (Comandini)
• A Pisa, non avendo il cardinale arcivescovo voluto concedere nessuna maggior chiesa per la celebrazione di un ufficio funebre di trigesima per Cavour, il Municipio e l’Università compiono una solenne commemorazione civile nel Campo-Santo, con l’inaugurazione del busto di Cavour e lapide onoraria, pronunziando discorso d’occasione Pasquale Villari, professore di filosofia della storia nell’ Università (Comandini)
• Il Consiglio comunale di Milano stanzia 5.000 lire pel monumento da erigersi inTorino al co. di Cavour (Comandini)
• A Milano la Commissione eletta dal Consiglio comunale per il concorso per un monumento commemorativo dell’Unione delle Marche e dell’Emilia, esclude il conferimento del primo premio; assegna il secondo di L. 2.000 a Giosuè Argenti, uno di L. 1.000 ciascuno a Pierotti Giuseppe ed a Vimercali Luigi; destina 80.000 lire pel monumento da erigersi in Milano a Cavour (Comandini)
Oggi, domenica, Torino è parata a festa. Ma la giornata verrà avvelenata da imbarazzanti notizie sulla lotta al brigantaggio nel Mezzogiorno. Alle 8 del mattino un battaglione della Guardia Nazionale e uno di Fanteria si schierano dinanzi a Palazzo Carignano, sede della Camera dei Deputati. Qui è prevista l’inaugurazione del monumento bronzeo a Re Carlo Alberto, che il figlio Vittorio Emanuele II ha chiesto allo scultore Carlo Marocchetti. Raffigura il sovrano a cavallo, con feluca e braccio levato, armato di spada sguainata. Ai piedi di un doppio piedistallo è presidiato da quattro statue. Rappresentano un granatiere, un cavalleggero, un artigliere e un bersagliere, ritratti in armi, con atteggiamento pensoso. Dinanzi al gruppo scultoreo è montato il padiglione che ospiterà le autorità. Alle 9 giungono Vittorio Emanuele II e il principe di Carignano, con il presidente del Consiglio Bettino Ricasoli. Celebra il sovrano, quindi con gesto solenne scioglie il drappo che copre il monumento. Il pubblico applaude, ma senza convinzione. L’opera non piace. O meglio, non piacciono i militari pensosi: «È un monumento funebre o di gloria?» si chiederà il quotidiano «La Gazzetta del Popolo». Ma in serata arrivano critiche peggiori: un telegramma di Napoleone III. «Deplora la fucilazione di alcuni contadini giustiziati nel Mezzogiorno, perché trovati in possesso di troppo pane e pertanto ritenuti potenziali fornitori di briganti» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 21/7/2011).
• In Torino, presente, per il Re, il principe di Carignano, e con discorso del presidente dei ministri, Ricasoli, è solennemente scoperto il monumento in onore del Re Carlo Alberto sulla piazza omonima, a tergo del palazzo Carignano e davanti al palazzo provvisorio costruito per la inaugurazione del Parlamento. (Comandini)
Hanno lavorato l’intera notte a Firenze per mettere a punto la prima «Esposizione Nazionale delle Arti e delle Scienze d’Italia», allestita all’ex stazione «Leopolda». Appare ora come un grande tempio greco, con atrio colonnato e le statue delle arti sul timpano, imbandierato di tricolori. Alle ore 11 di domenica 15 settembre 1861 giunge a inaugurarla Vittorio Emanuele II. Due ali di folla fanno largo alla carrozza scoperta del Re, preceduta da cavalleggeri. Il Marchese Ridolfi, presidente dell’Esposizione, accoglie il sovrano, accompagnato dalla figlia Clotilde, dal principe Eugenio, dal presidente del Consiglio Ricasoli, dal ministro Cordova e dal generale De Sonnaz. Sono presenti gli ambasciatori di Turchia, Danimarca e Portogallo, senatori, deputati e un «selezionato pubblico», che per essere invitato ha pagato 5 lire a testa, pari a 22 euro. Nell’atrio interno è stato allestito un «salone del trono», con emiciclo di tribune. All’apparire di Vittorio Emanuele un’orchestra intona «Il saluto al Re», composto dal «professor Ciardi». Poi pochi e brevi discorsi. Il Re non li ama. «L’Italia - declama Ridolfi - è ridente nel mostrare a Sua Maestà i prodotti della sua industria». «Sono lieto - replica Vittorio - d’inaugurare questa esposizione a Firenze, culla di arti e scienze». E poi? Basta. La Soprano Marietta Piccolomini intona l’inno «La Croce di Savoia» del prof. Giosue Carducci, musicato dal maestro Romani. Figuravano in posto d’onore il principe Antonio Bonaparte e la sua consorte. La sera banchetto a Corte. Il Re mentre lasciava il palazzo ha detto: «Domani torno da solo a vedere il resto» (Maurizio Lupo, 15/9/2011) • «Partito il Re col suo seguito, tutta l’infinita gente raccolta nel palazzo dell’Esposizione spargevasi da ogni parte per esaminare i prodotti del suolo e dell’ingegno italiano, e spesso udivasi esprimere in varie forme questo concetto: Se l’Italia divisa e oppressa da secoli ha potuto far tanto, che cosa non farà ella libera e unita?» (Gazzetta ufficiale del Regno, riferendo le cronache del Monitore toscano, 17/9)
• In Firenze ai mattino il re, accompagnato dal segr. generale alle Finanze, Quintino Sella, visita particolareggiatamente l’esposizione e specialmente le belle arti (Comandini)
• A Firenze è aperto oggi per la prima volta al pubblico il palazzo del Podestà restaurato nella sua primitiva architettura e decorazione artistica. Il Congresso operaio ridottosi a 70 delegati sopra circa 300 originari, chiudesi fra grande malcontento per le manifestatesi dissensioni. Quarantanove deputali pubblicano protesta contro le discussioni politiche del Congresso stesso (Comandini)
• Inaugurata in Santa Croce, a Firenze, a cura del comitato dell’emigrazione veneta, lapide onoraria per Daniele Manin, nel quarto anniversario della sua morte (Comandini)
• La principessa Matilde Napoleone che da vari giorni dalla sua villa di Belgirate si è recata al Mirabellino di Monza, viene a Milano a visitare i varii monumenti, la Villa Reale, dove alloggiò Napoleone I, l’accademia di Brera dov’è il Napoleone di Canova; il Reale Istituto, interessandosi ai cimelii voltiani. La sera pranza dal governatore conte Pasolini; poi interviene alla Scala alla Traviata (Comandini)
Il potente Cardinale Giacomo Antonelli, Segretario di Stato di Papa Pio IX, guadagna sugli argenti che lo spodestato Re Francesco II di Napoli è costretto a vendere per pagare i suoi partigiani. Lo afferma il giornale clandestino L’Italia e Roma. È un periodico che circola nella capitale pontificia. Il suo scopo è avversare in ogni modo il governo del Papa. Oggi diffonde notizie che saranno riprese dalla stampa nazionale. «Il buon Cardinale - afferma il libello - prosegue allegramente a fare peculio. Egli non ha pari». Secondo il giornaletto, Antonelli avrebbe fatto acquisto «della gran massa delle argenterie vendute dall’ex Re Borbone» al prezzo di «nove paoli romani per oncia», ovvero circa 21 euro, per 31,1 grammi d’argento. Il periodico sostiene che Antonelli avrebbe pagato un prezzo pari «al solo valore di squaglio», cioè di fusione, «senza tenere conto delle magnifiche cesellature» degli oggetti acquistati, valutati dal mercato almeno 10 paoli l’oncia. In questo modo il Cardinale avrebbe guadagnato oltre 2,37 euro per oncia. Così «si dà per certo - dice il giornale - che nella sola compera l’Antonelli abbia incassato circa 30 mila scudi» pontifici, equivalenti a 709 mila euro. Calunnie? Non è escluso. Antonelli è detestato dai patrioti italiani. È ostile all’unità italiana. E certo sa fare i suoi conti. È stato Ministro delle Finanze pontificio. Alla sua morte, il 6 novembre 1876, lascerà un ricco patrimonio, che verrà conteso dagli eredi (Maurizio Lupo, La Stampa 3/10/2011).
• A Sesto Calende è inaugurato obelisco in onore di Garibaldi (Comandini)
Lungo soggiorno a Venezia con i figli. Il clima umido della laguna e la presenza di dame viennesi inviate dall’arciduchessa Sofia, rifanno piombare Elisabetta nel malumore e nell’apatia. Sempre più dedita alla collezione di fotografie di belle donne fatte arrivare da ogni parte del mondo (http://spazioinfinito.forumcommunity.net/?t=26734869).
• A Torino, al Gerbino col concorso della compagnia di Alamanno Morelli, feste parentali in onore di Gustavo Modena, un cui busto è inaugurato nel teatro, opera del milanese Spertini (Comandini)
• A Genova nel recinto del cimitero monsignor Charvaz pone la prima pietra del tempio che deve sorgere nel centro del cimitero stesso (Comandini)
Si scattano a Biella le prime foto segnaletiche per schedare i pregiudicati. Succede quasi per caso, oggi. È mattina quando i Regi Carabinieri giungono nella farmacia del dottor Giuseppe Masserano, che si diletta anche di fotografia. I militari fanno entrare con loro un giovane in manette. Sorpreso a rubare, è stato arrestato, su ordine del Procuratore del Re e del competente giudice istruttore. Anche loro sono presenti. Vogliono che il reo sia fotografato, perché si rifiuta di dire le proprie generalità e di spiegare da dove venga. Masserano, che in futura società con Graziano Cappellaro diverrà un noto fotografo, è stupito. Accetta comunque di fotografare il ladro, in piedi, di faccia e di profilo. Non è la prima volta che la giustizia usa la fotografia per i suoi fini. Ma per lo più finora ha fatto ritrarre briganti catturati o fucilati per pubblicizzare la loro esecuzione, per incutere timore ai delinquenti. Questa volta è diverso. La foto del ladro serve a segnalarlo a fini investigativi, per farlo riconoscere da eventuali vittime di altre sue imprese. Senza identificazione è difficile incriminarlo. Ma convocare testimoni richiede spese e tempo. Lo Stato vuole ridurli. Invierà le foto a tutti coloro che hanno sporto denuncia di furti in zona, quindi la schederà. L’espediente funziona. Il giovane, alle strette, confessa e si dichiara. Il che fa ritenere «questo metodo come ideale per rubricare i birboni matricolati» (Maurizio Lupo, La Stampa 7/11/2011).
• La Gazzetta del Popolo di Firenze pubblica dichiarazione dei pittori premiati all’esposizione di Firenze (Abbate, Altamura, D’Ancona, Bechi, Celentano, Gordigiani, Induno Gir., Morelli, Pagliano, Scrosati, Ussi, Valentino e Vertunni) i quali rinunziano la medaglia, avendo già preventivamente biasimato il modo di formazione della giuria (Comandini)
• In Roma severo editto del cardinale vicario sull’esercizio dell’arte fotografica (motivato, pare, dal fatto che sono state messe in giro fotografie, satiriche, della regina Maria Sofia in costume di Eva!...) (Comandini)
• A Firenze presente il principe di Carignano, e con discorso dal m.se senatore Ridolfi, chiudesi l’Esposizione Nazionale, previa la distribuzione delle medaglie e diplomi • Il quadro La battaglia di Magenta di Gerolamo Induno vince la medaglia d’oro, ma il pittore rifiuta il premio per via dei mancati riconoscimenti ad altri artisti secondo lui molto validi • «Erbacce, cadaveri che campeggiano in primo piano, mentre dietro ancora si combatte» (Elisabetta Rasy) (Comandini)
Gazzetta del 13 dicembreIl re ha comprato mobili allo stand dei Martinotti padre e figlio (inventori di un metodo per cui i mobili possono «restringersi e raccorciarsi, quasi direi ripiegarsi»). Da sfruttare al momento del trasloco quando la capitale sarà portata a Roma.
• A Parigi all’hôtel Drouot comincia la vendita degli oggetti d’arte di proprietà del conte di Trapani esportati da Napoli (Comandini)
• Muore in Roma il pittore romano, paesista, Carlo De Paris, di anni 61, romanticista, amico di D’Azeglio. È suo, in Vaticano, il quadro della proclamazione del dogma della Concezione (Comandini)
Il pittore Gustave Courbet, che rifiutato dal Salon nel 1855 osò allestire una personale, spiega in una lettera al Courier du Dimanche la sua visione dell’arte. Egli si rivolge ai più giovani colleghi che vorrebbero apprendere il segreto della sua pittura e spiega loro che l’arte è un processo individuale e che non può essere insegnata o impartita perché è il mezzo speciale, il “talento”, con cui ciascun artista «applica le sue facoltà personali alle idee e alle cose dell’epoca in cui vive». L’arte della pittura, insomma, consiste essenzialmente nella rappresentazione di ciò «che l’artista può vedere e toccare»: in questo senso ogni epoca può essere rappresentata, quindi interpretata, solo dagli artisti che in quel tempo siano effettivamente vissuti.
• In Oporto è consacrata una cappella fatta erigere dalla principessa Augusta di Montléart alla memoria del re Carlo Alberto, poco lungi dalla casa dove il re morì (Comandini)
• Muore in Milano a 96 anni il celebre incisore romano di cammei Berini Antonio, che a Milano lavorava da oltre mezzo secolo (Comandini)
Cecil Beaton fotografa l’imperatrice di Persia, Fawzia, e la foto finisce sulla copertina di Life incantando migliaia di persone in tutto il mondo. Beaton disse: «È una Venere Orientale, dall’ovale del volto perfetto, la carnagione pallida e gli occhi blu» (wikipedia)
«È solo un uomo intelligente ma troppo arido e avaro per poter insegnare» (giudizio su Marino Marini, dai taccuini di Alik Cavaliere)
«Squallido e tristanzuolo figuro il Marini. Fugge dalla scuola rinunciando (lui avarissimo) anche ai quattrini, per il terrore della “contestazione”» (giudizio di Alik Cavaliere su Marino Marini).

Andrea Pazienza
Bruce Chatwin è a Albany, Londra. Spedisce a Clarence Brown una cartolina dei Wrapped Walk Ways di Christo, 1977-78, Loose Park, Kansas City, Missouri (4,4 chilometri di sentieri coperti da 12.540 metri quadri di stoffa). Scrive: «Non saprei spiegare perché, fra tutte le cartoline, lei debba ricevere proprio questa. È l’unica che ho trovato in giro. Saluti, Bruce Chatwin».

I sentieri che Christo ricoprì di stoffa nel Loose Park di Kansas City

Mino Maccari fotografato da Pino Settanni
Nessuno (proprio nessuno) osa avvicinarsi alla piazza di Palermo dove la grande fotografa Letizia Battaglia ha messo in mostra i suoi scatti sui “padroni” della Sicilia.
A Milano è morto Giovanni, detto Giò, Ponti, uno dei più grandi designer e architetti italiani, fondatore delle riviste Stile e Domus. Aveva 86 anni.
È morta, a Campo San Piero, in età di 81 anni, la grande collezionista d’arte Peggy (Marguerite) Guggenheim.
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