Teheran 8 marzo, matt. Nessun incidente ha fatto seguito, almeno sino a stamane, all’uccisione del Primo Ministro, Ali Razmara. Nella capitale persiana, ormai, come rileva un corrispondente di una agenzia americana, si nota una inspiegabile indifferenza per l’accaduto, il che avvalora l’ipotesi che l’assassinio di Razmara non abbia alcun retroscena, ma sia unicamente la conseguenza del fanatismo religioso. L’avvenimento pone nuovamente in primo piano la questione persiana, ossia il mantenimento di un equilibrio tra Occidente e Oriente che Razmara era effettivamente riuscito a creare. Saprà il suo successore fare altrettanto? Questo è quanto si chiedono stamane gli osservatori politici. Dopo una riunione straordinaria di Gabinetto, lo Scià, come già annunciato, ha chiamato provvisoriamente a reggere il Governo Khalil Fallimi, che da un mese era ministro senza portafoglio. Fallimi non rappresenta comunque che una soluzione provvisoria della crisi. Sembra che il posto sia stato offerto all’ex-ambasciatore negli Stati Uniti, Hossein Ala, il quale avrebbe peraltro rifiutato. Si fa pure il nome del vecchio Ghavam Sultaneh. già Primo Ministro. Si rileva pure che nell’assassinio non hanno alcuna parte i comunisti, benché non sia escluso che essi cerchino ora di approfittare della situazione. L’attentatore, interrogato dalla polizia, ha dichiarato di aver compiuto il delitto, perché il Primo Ministro « aveva consegnato il Paese al forestiero ». Consta che nell’ultima riunione del « Fadayan Islam » (« i crociati dell’Islam ») cui appartiene l’assassino, erano state lanciate invettive a Stalin, a Truman e a Re Giorgio d’Inghilterra, chiedendo la fine delle « interferenze straniere ». I funerali di Ali Razmara avranno luogo stamane. Il servizio funebre avrà inizio nella moschea di Sepah Salar poco dstante dal luogo dove ieri è avvenuto l’attentato. Nelle strade della capitale stamane vi sono segni di lutto. In un bazar un uomo ha gridato: « Liberate l’assassino! ». Queste parole non hanno però avuto seguito per;hè i presenti si sono messi a ridere.
«[a proposito dell’attentato che è costato la vita al premier iraniano Ali Ramzara] da quanto sembra i sovietici hanno favorito i sentimenti nazionalisti dei musulmani dell’Iran contro gli interessi inglesi nelle industrie petrolifere persiane, con quelle promesse sulla cui natura non è necessario pronunciarsi. Il Senato persiano deve decidere sulla nazionalizzazione delle industrie petrolifere già votata dal Parlamento. Il Governo britannico inviò nei giorni scorsi una nota al Governo di Teheran per far presente la illegalità del provvedimento e per consigliare un accordo con la Anglo Iranian Oil Co. In attesa degli eventi Londra ha deciso di non fare più pressioni sull’Iran prima di aver esaminato il rapporto dell’ambasciatore britannico a Teheran. Il Gabinetto inglese tuttavia segue con ansiosa attenzione la situazione persiana sovrattutto per le ripercussioni che essa può avere nel Medio Oriente e specialmente nell’Iraq dove si sta sviluppando un vivo malcontento per la « ingerenza » britannica nelle industrie del petrolio di quel Paese» (Corriere d’Informazione)
In occasione dei funerali del Primo ministro Ali Razmara, che, come annunciato, si terranno oggi, il Governo persiano ha proclamato una giornata di lutto nazionale. Tutte le amministrazioni del Paese rimarranno pertanto chiuse. Sinora nessuna notizia ufficiale è stata diffusa dalla polizia circa i risultati dell’interrogatorio dell’assassino Abdullah jMoliammed Rastegar. Si sa solo che l attentatore ha dichiarato dopo l’arresto: Sono un fedele servitore dell’Islam e uno sterminatore dei suoi nemici ». Interrogato sui motivi del suo gesto, l’assassino ha risposto recitando ad alta voce passi del Corano, interrompendosi di quando in quando per chiedere: « Perché avete consegnato il Paese nelle mani degli stranieri? Perché io compissi questo gesto? »
«[...] Razmara — dice Ayatoullah —, pur di rimanere al potere, ha tentato di offrire grosse concessioni agli Inglesi e agli Americani, a spese del popolo iraniano. Razmara ha concluso un accordo con l’Urss che dava al Russi dieci e zero all’Iran. Razmara ha rinunciato ad otto tonnellate d’oro in favore dei Russi, oro depositato dopo la guerra, per conto dell’Iran, in una banca sovietica. Razmara facilitò l’evasione di dieci capi del partito comunista Tudeh, detenuti, in attesa di giudizio, nelle carceri di Teheran: questi leaders, rifugiatisi nell’Europa orientale, fondarono d’urgenza un nuovo partito comunista dell’Iran. Ecco, in sintesi, le ragioni dell’uccisione di Razmara, colpevole, oltre tutto, di fronte a tutto il Parlamento, di essere stato designato Capo dello Stato, dallo Scià, senza l’approvazione del Parlamento stesso. Ma per dimostrare l’eccessivo fervore nazionalistico di Ayatoullah, basterà ricordare quello che Ayatoullah non ricorda nel suo libro d’accuse contro Razmara e cioè che Razmara era riuscito a raggiungere un accordo con gli Inglesi, per cui l’Iran avrebbe incassato invece di quattro scellini sei scellini per tonnellata estratta, mentre un altro progetto, avviato quasi alla conclusione, prevedeva parità di diritti, nella Società da parte dell’Iran e dell’Inghilterra, e la divisione al cinquanta per cento degli utili. I termini del contratto erano stati, quindi, profondamente modificati e soltanto in favore dell’Iran. Nulla di tutto questo raccontano Ayatoullah e i nazionalisti ad oltranza. L’opinione del Medio Oriente (l’opinione, intendo, dei nazionalisti saggi, chè sano ben rari i non nazionalisti) è di conseguenza che otto grammi di polvere estremista abbiano fatto il gioco dei comunisti e dell’Unione Sovietica, e si ritiene certo che le Potenze occidentali non rimarranno impassibili di fronte alla imprevista minaccia che grava sulle loro risorse petrolifere, sui loro interessi economici e sulle loro posizioni strategiche nel Medio Oriente». (da un articolo dal Cairo di Manuer Lualdi per il Corriere della Sera).
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