La fanatica setta musulmana Fedayan ha oggi apertanrente minacciato di morte il Primo ministro persiano Hussein Ala qualora egli «si allontani dal sentiero della verità». Come si ricorderà un membro della setta ha ucciso qualche tempo fa il Primo ministro Ali Razmara. La minaccia è stata formulata oggi nel corso dì una arroventata riunione, tenuta sui gradini della Moschea dello Scià a Teheran. Alla riunione, che si è svolta sotto una pioggia torrenziale, hanno partecipato oltre 7000 membri della setta, che sono stati arringati da oratori eccitatissimi, i quali hanno chiesto la liberazione dei Fedayan arrestati. Uno dei capi della setta, Sayed Mohammed Naghavi, ha gridato a un certo punto: «Hussein Ala attento a non allontanarti dal sentiero della verità. Il destino di tutti i nemici dell’Islam sarà identico». La folla ha più volte invocato la «fine della dominazione straniera nell’Iran».
Il Primo ministro Ala Hussein ha rassegnato stasera le dimissioni nelle mani dello Scià di Persia dopo che, com’è noto, la commissione parlamentare per il petrolio aveva proposto l’esproprio delle installazioni appartenenti alla Anglo-Iranian Oil Company. Nella serata di ieri la commissione, con unanime decisione, aveva proceduto alla stesura delle proposte per la nazionalizzazione delle industrie petrolifere iraniane. Il Parlamentò aveva approvato la nazionalizzazione in data 21 marzo ed aveva costituito il comitato per fissare i metodi con cui subentrare alla Anglo-Iranian Oil Company. Le dimissioni di Hussein hanno fatto seguito all’ammonimento dell’ambasciatore britannico Sir Francis Shepherd il quale aveva dichiarato che vi potrebbero essere « le più gravi e lontane conseguenze » se l’Iran tentasse di impadronirsi delle proprietà della compagnia controllata dai Britannici. Come è noto, Hussein aveva sostituito l’ex-Primo ministro generale Ali Razmara, assassinato il 7 marzo. L’ambasciatore britannico, parlando ieri alla stampa, aveva detto: « Io spero che il Parlamento non proceda ad una azione unilaterale o precipitata in merito alla questione del petrolio, cosa che chiuderebbe la porta a negoziati e potrebbe avere le più gravi e lontane conseguenze ». Nella giornata di oggi l’ambasciatore aveva fatto visita ad Hussein e successivamente aveva conferito con lo Scià. Prima dell’annuncio delle dimissioni, il Primo ministro aveva convocato una riunione speciale del Gabinetto per discutere la situazione alla luce degli ultimi sviluppi e di quelle che venivano considerate « voci allarmistiche diffuse dai partiti dell’opposizione ». Va rilevato che il presidente della commissione parlamentare del petrolio, Mossadeq, aveva fatto accenno ieri alla possibilità che accadesse qualche cosa che avrebbe potuto impedire ogni decisione sulla nazionalizzazione dei petroli È stato frattanto riferito da Sciras che nella città si è verificata un’esplosione di polvere pirica e che parte della città stessa è tuttora in fiamme. Non sono stati forniti ulterioti particolari. Sciras conta circa 70 mila abitanti. Trentasette persone sono state tratte in arresto nella città di Resht, in seguito a una dimostrazione.
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