• Iran. L’aviazione americana assume la responsabilità, finora affidata a un’impresa privata, di una grossa officina, situata ad Abadan, per il montaggio degli aerei che gli USA forniscono all’Unione Sovietica. [Salmaggi e Pallavisini] (Salmaggi e Pallavisini)
I medici dello Scià dell’ Iran hanno annunciato ieri che il sovrano si deve recare all’estero per un ulteriore esame delle sue condizioni fisiche prima della progettata operazione di appendicite. La decisione è stata presa dopo un consulto al quale hanno partecipato cinque tra i più noti specialisti di Teheran. Ieri, nella piazza principale della città, è stato impiccato Hassan Jafari, l’assassino di Ahmed Deheghan, deputato al Parlamento iraniano e direttore del giornale « Mossavar ». Accanito oppositore della influenza russa nell’ Iran, Deheghan era stato ucciso mentre si trovava nella redazione del suo giornale il 27 maggio dello scorso anno. Jafari apparteneva al partito comunista Tudeh.
La situazione in Iran si va facendo sempre più tesa. Trenta esperti americani hanno lasciato ieri il lavoro nella zona petrolifera, chiedendo l’immediato trasporto in Patria delle famiglie. Al tempo stesso le famiglie britanniche degli addetti al porto petrolifero di Abadan, nell’Iran sudorientale, sono state trasferite a Bassora, nell’Iraq. Trentasei treni recanti rinforzi di truppe iraniane sono stati inviati in tutta premura ad Abadan, dove si segnala la presenza di agitatori comunisti provenienti da vari Paesi del Medio Oriente. Il Governo iraniano si è riunito iersera in seduta straordinaria per discutere la critica situazione. L’ambasciatore americano Henry F. Grady ha dichiarato alla stampa che « gli Stati Uniti sperano che il problema petrolifero dell’Iran sia risolto nel senso di una soddisfazione del popolo iraniano e degli interessi del mondo libero del quale l’Iran fa parte ». Da Abadan vengono segnalati ulteriori episodi di violenza, e cosi pure dalla provincia centrale dell’Ysfahan e da due città industriali del Mazanderan, provincia sita lungo la costa del Caspio. Ad Abadan, dove venerdì scorso vennero uccisi tre marinai britannici e almeno sei iraniani, oltre ventimila fra operai e studenti si sono ammassati ieri per protestare contro il seppellimento delle vittime iraniane. Il «fronte nazionale» filo-sovietico aveva progettato un corteo funebre attraverso le vie della città, ma le autorità hanno provveduto di buon mattino a seppellire le salme. Le truppe hanno fatto fuoco in aria per disperdere i dimostranti. Pure nella mattinata di ieri, gli scioperanti di Abadan hanno stabilito un cordone di «picchetti» attorno alla raffineria dell’Anglo-Iranian, una delle più grandi del mondo, che è stata così costretta a chiudere per la prima volta dal 1917. I dimostranti sono anche riusciti a penetrare nell’edificio che ospita gli apprendisti della raffineria, ma ne sono stati subito scacciati dalla polizia e dalle truppe che hanno formato un cordone protettivo intorno al quartiere bianco della città. Il coprifuoco è in vigore dalle 19 alle 6.
«Abadan ci apparve già agonizzante tre giorni or sono, quando l’aeroplano ci lasciò all’aeroporto civile sul quale tre quadrimotori attendevano di caricare le ultime donne e gli ultimi bambini inglesi. Le donne e i bambini inglesi partivano dopo aver sprangato le porte e chiuso le persiane delle case in cui avevano abitato per tanti anni circondati dal conforto che la potenza finanziaria dell’Anglo - Iranian Oil Company poteva abbondantemente elargire alle donne e ai bambini inglesi. Ora con occhiate alle porte e alle finestre spente, anche le case di Abadan, tutte case a un solo piano, larghe e spaziose, sembrano accompagnare l’agonia delle strade deserte e degli uffici vuoti. All’ingresso del Gimkana Club, un lussuoso palazzotto lucidato al cromo, era stata posta una lavagna su cui si leggeva: “I trattenimenti danzanti di oggi e domani sono stati rinviati a data da stabilirsi”» (da un articolo di Max David sul Corriere della Sera)
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