Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il presidente Mattarella ha firmato il decreto fiscale che la prossima settimana arriverà in Parlamento. La novità più importante è che non ci saranno favori per la cosiddetta voluntary disclosure 2
• Lei capisce che già a questo punto, e per giunta nel weekend...
Sì, c’è la mania dell’inglese e invece di dire, semplicemente, «collaborazione volontaria» si ricorre a questa espressione foresta attraverso la quale si vuole far credere di aver deciso chissà che. Si trattava, specialmente nella formulazione originaria, di un condono, costruito anche su modelli preparati dall’Ocse: tu avevi nascosto del contante, tenendolo sotto il materasso o in una cassetta di sicurezza, e chiaramente lo tenevi perché prodotto da qualche attività non dichiarata, quindi dubbia. Nella prima formulazione, di pochi giorni fa, lo facevi emergere, cioè dichiaravi al fisco di averlo, e te la cavavi con una multa del 15 o del 35% che ti assolveva da sanzioni, interessi di mora, ricalcolo dell’Irpef e quant’altro (ma non dagli eventuali reati). Si disse subito che, per il modo con cui era stata concepita, questa disclosure s’adattava perfettamente alle attività delle organizzazioni criminali. Così il presidente Mattarella, che ha avuto il fratello Piersanti ammazzato dalla mafia, ha fatto pressioni sul presidente del Consiglio perché questo condono venisse sterilizzato. E così è stato fatto alla fine: niente più sanatoria del 15 o del 35 per cento, chi aderirà alla voluntary si vedrà calcolare quanto deve pagare con la normale aliquota Irpef.
• Non dovevano abolire le sanguisughe di Equitalia?
Sì, nel decreto c’è anche questo. Equitalia sarà sciolta a partire dal 1° luglio 2017 e al suo posto sarà istituito un ente pubblico economico, denominato “Agenzia delle Entrate - Riscossione”. Questo ente economico sarà sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del ministero dell’Economia e delle Finanze. Lei dice che, cassando Equitalia, sono abolite le sanguisughe? Ma credo si sbagli: il nome magari è odiato e annunciandone la fine Renzi ha recuperato un po’ di consenso per il sì. Ma non credo che il nuovo servizio Riscossione dell’Agenzia delle Entrate possa essere molto più tenero dei suoi predecessori. Intanto sarà quasi sicuramente formato dalle stesse persone - perché quello è un mestiere in cui l’esperienza conta - e poi si dovranno recuperare soldi non versati allo Stato, si tratta cioè di quell’esercizio che nelle imprese private va sotto il nome di «recupero crediti». Fatte salve le regole di civiltà che dovrebbero sempre informare i nostri rapporti, non credo che potranno essere troppo teneri con evasori e morosi.
• In che consiste questa famosa «rottamazione delle cartelle»?
S’è deciso di fare piazza pulita, relativamente alle cartelle esattoriali, di interessi, sanzioni e costi di commissione, somme che potevano provocare perfino la moltiplicazione per sei dell’importo inizialmente dovuto. L’avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate, che arriva in genere dopo un anno dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, permette di saldare i - mettiamo - cento euro che non abbiamo versato con un aggravio di 14 euro, 10 di sanzione e 4 di interessi. Bisogna mettersi in regola, però, entro trenta giorni, altrimenti la sanzione salta subito da 10 a 30 euro. E siamo a 134. A questo punto, essendo stata iscritta a ruolo la somma, entra in gioco Equitalia e per questo solo fatto bisogna aggiungere alla somma da pagare un 3% che va appunto a Equitalia come «commissione per la riscossione». Questo se si paga entro 60 giorni. Altrimenti il 3% diventa 6%, più 5,88 euro per i diritti di notifica, il che porta il conto complessivo a 143,90. Scrive Andrea Ducci sul Corriere: «Due mesi più tardi il conto è già a 147,92 euro per effetto del raddoppio dell’aggio. Ipotizzando altri due anni di ritardo del pagamento della cartella, il contribuente dovrà versare anche gli interessi di mora. Tradotto: 156,18 euro. Cioè il 56,18% in più in tre anni rispetto ai 100 euro iniziali». Cioè il 18,72% di interessi l’anno. Tassi da usuraio, si direbbe.
• Che accadrà invece dopo la rottamazione?
Dipende da come uscirà il decreto dalla procedura di conversione. Se saranno eliminati solo sanzioni e interessi di mora il contribuente titolare della cartella da 156,18 euro pagherà 125,90. Se verranno tagliati anche i diritti di notifica e l’aggio, si scenderà addirittura a 112.
• Che trattamento sarà riservato a quelli che stanno già pagando, magari a rate?
Si tratta di tre milioni di persone, per un importo che s’aggira intorno ai 35 miliardi. È una tecnicalità ancora tutta da descrivere ma suppongo che andranno in credito d’imposta o si potranno rivalere sulle prossime rate degli importi in eccesso versati in precedenza.
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