Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Verso sera, quando Wall Street era in piena attività, s’è sparsa la voce che Obama e la Merkel s’erano parlati al telefono e che si profilava un accordo sulla multa che Deutsche Bank dovrebbe pagare agli Stati Uniti: non più 14 miliardi, ma 5,4.
• Di che multa si tratta? Perché una banca tedesca dovrebbe pagare una multa allo Stato americano?
Se lei da italiano apre anche un ufficio microscopico negli Stati Uniti, per ciò stesso è sottoposto alle regole Usa e se non riga dritto può essere passibile di tutte le sanzioni previste dalla legge americana. Deutsche Bank, all’epoca dei mutui subprime, ha venduto derivati in America nascondendo ai compratori il rischio che si stavano assumento. Non l’ha fatto solo Deutsche Bank, lo hanno fatto un po’ tutti, e infatti un nome di primo piano come Lehman Brothers ha addirittura dovuto chiudere. Ora, una quindicina di giorni fa, il Dipartimento di Giustizia americano ha valutato che il comportamento scorretto della filiale americana della banca tedesca aveva provocato danni tali da meritare una multa di 14 miliardi e ha quindi condannato Deutsche a versare questa multa di 14 miliardi. I mercati l’hanno presa malissimo, perché Deutsche ha un sacco di problemi per conto suo, e il titolo, che ha dimezzato il valore di Borsa dall’inizio dell’anno (e ha perso il 90% del valore se si guarda alle quotazione del 2007), ha ricominciato a precipitare, a parte qualche giorno di respiro, come mercoledì scorso quando ha annunciato la vendita della filiale assicurativa britannica Abbey Life al gruppo Phoenix e l’incasso di 1,1 miliardi. Ma ieri mattina c’era di nuovo aria di tempesta, il titolo è partito in picchiata, finché non s’è saputo di questa telefonata tra Washington e Berlino (Obama e Merkel però sostengono di aver parlato di Siria) e di questo accordo a 5,4 miliardi invece che a 14, che dovrebbe essere annunciato nel week end. 5,4 miliardi va bene, perché è quanto il vertice di Deutsche s’aspettava. In bilancio erano stati accantonati 5,5 miliardi per far fronte a guai come questo.
• Quali sono gli altri problemi di Deutsche?
Oh, un’infinità. Deutsche sta seduta su una bomba di 55 mila miliardi di euro di derivati, un valore pari a 20 volte il Pil tedesco e a 6 volte il valore dell’intera zona euro. Di questi derivati, 30 miliardi sono classificati a livello 3: significa che si tratta di strumenti finanziari senza prezzo perché nessuno al mondo è disposto a trattarli. In altri termini: pura carta straccia. La vendita di Abbey Life è la conferma che DB ha sete di liquidità: la divisione belga, a caccia di soldi, ha promesso quest’estate il 5% d’interesse sui depositi tra 10 e 50 mila euro purché vincolati per tre mesi. Il 5% con i tassi in tutto il mondo a quota zero! I numeri appena citati vanno messi a confronto col capitale, che è appena di 70 miliardi. Ieri nelle dichiarazioni tranquillizzanti del dopo Borsa, il ceo di Deutsche, John Cryan, ha detto che non vi sono le basi per le speculazioni di questi giorni, e ha ricordato che la banca ha riserve per 215 miliardi di euro, «un cuscinetto di capitale molto confortevole». Se si guardano stress test e valutazioni, non sembra che il mondo sia troppo d’accordo.
• Perché?
Beh, ci sono ancora debiti per sei miliardi e il 2015 s’è chiuso con un rosso di 6,8 miliardi. Ci sono poi altre inchieste foriere di multe. Una in Russia, un’altra relativa a un trading di metalli preziosi. Il Fondo monetario ha giudicato Deutsche la più pericolosa banca d’Europa. C’è anche il fatto che DB si trova in un sistema bancario, quello tedesco, per niente solido. L’ultima relazione della Banca dei regolamenti internazionali ha dimostrato che la redditività delle banche tedesche è l’unica negativa in Europa (-0,13). Persino le banche italiane (+0,40) guadagnano qualcosa.
• Non ci fanno comodo - scusi il cinismo - questi problemi tedeschi? Noi abbiamo Mps...
Infatti sia il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che la Merkel smentiscono qualunque voce relativa a un intervento dello Stato. Accusano Draghi per le difficoltà delle loro banche, costrette a praticare tassi zero o sotto zero e a guadagnare troppo poco sui soldi che prestano. Draghi, quando sente queste accuse, fa spallucce.
• Deutsche non è una banca sistemica? Saltando per aria non si trascinerebbe dietro un sacco di istituti?
Sì, in Germania c’è anche il problema delle banche regionali, parecchio dissestate a loro volta. Per Deutsche gli analisti pensano che a un certo punto si procederà a una fusione con Commerzbank, che ha i suoi problemi (novemila tagli di personale da qui al 2020). In Commerz, che era sull’orlo del tracollo, lo stato tedesco è entrato con una quota del 15% quando era ancora ammesso l’intervento pubblico. Perciò se si fondessero i due colossi sarebbe in ogni caso, almeno per un minimo, un aiuto di stato.
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