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 2016  settembre 28 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Lo strano del match televisivo dell’altra notte tra Hillary Clinton e Donald Trump è che lei s’è presentata tutta vestita di rosso, colore dei repubblicani, e lui con una cravatta blu spiegazzata, che è il colore dei democratici. Lo spiegazzamento sarebbe stato studiato per avvicinare il candidato al popolo.

Chi ha vinto?
Il mondo della gente per bene tifa Clinton, quindi la vittoria è stata senz’altro assegnata a Hillary sulla base del sondaggio diffuso dalla Cnn - la rete su cui è andato in onda il dibattito - che ha dato Hillary vincente per 62 a 27 (si tratta di percentuali). Senonché Maria Giovanna Maglie, che non ha Trump in antipatia, ha scritto che Drudge Report assegna la vittoria a Trump per 80 a 20, Time (un milione e mezzo di consultati) dà Trump al 54, la Cnbc assegna al repubblicano un 67, dànno vincente Trump anche la Cbs, la Fox, la Wcpp di Cincinnati, la San Diego Union Tribune, la Abc, lo Slate Magazine, il Las Vegas Sun («ha stravinto»), Variety. Per il Wall Street Journal ha vinto invece Hillary.  

È importante?
Nel passato, Bush junior (quello della guerra in Iraq) perdeva tutti i confronti televisivi e poi vinceva le elezioni. Stavolta hanno assistito al match in cento milioni, siccome gli americani sono 320 milioni si tratta di uno share di quasi il 30%. È possibile che questa volta, data la novità dello scontro, il faccia a faccia televisivo sia più importante che nel passato. Secondo un sondaggio condotto da Wall Street Journal e Nbc un terzo degli elettori americani aspettava il primo dibattito presidenziale per decidere chi votare, tanto più che i due candidati sono molto impopolari, anzi sono i più impopolari nella storia recente delle presidenziali: Hillary non piace al 56% e Trump al 66% degli americani (ricerca del Washington Post e della rete Abc pubblicata il 31 agosto). È importante anche la ricerca della Gallup, secondo la quale nel 2000 (Bush jr. contro Al Gore) il 51% degli americani si fidava dei media, mentre oggi si fida dei media solo il 31%. A guardare il comportamento di Lester Holt, il giornalista che ha condotto il dibattito, non hanno tutti i torti.  

Perché?
Ha interrotto Trump 41 volte, e Hillary appena sette. Ha picchiato su Trump con domande calzanti sulla sua teoria che Obama è nato in Kenia, sulle tasse non pagate, sui commenti sessisti di Donald. Non ha praticamente chiesto niente a Hillary sulla tragedia di Bengasi, sulle sue condizioni di salute e sulle 33 mila email spedite o ricevute mediante un server privato e distrutte dalla candidata. La storia delle email l’ha tirata fuori Trump: «Mostrerò la mia dichiarazione dei redditi quando lei mostrerà le sue 33 mila email».  

Alla fine che cosa si è capito sulle loro intenzioni?
Non c’è niente di nuovo, hanno ripetuto quello che vanno dicendo sin dall’inizio della campagna. Trump: promette di tagliare le tasse e creare milioni di posti di lavoro «come ai tempi di Reagan», no alla deindustrializzazione, cioè il vizio di portare lavorazioni all’estero per risparmiare, accuse a Bill Clinton per il trattato di commercio Nafta che permette di far viaggiare liberamente le merci tra Messico, Stati Uniti e Canada, legge e ordine per por fine alle tensioni razziali, il Medio Oriente è un caos per colpa del duo Obama-Hillary. Hillary ha preferito rispondere attaccando l’avversario sul piano personale: in 40 anni non era mai accaduto che un candidato alla Casa Bianca non rendesse pubblica la propria dichiarazione dei redditi, «è perché lui le tasse non le paga», poi ha citato con nome e cognome il caso di una donna che Trump ha licenziato e insultato, «e che a quel tempo era una clandestina, adesso invece è una cittadina americana e ti voterà contro», quando Trump l’ha accusata di essere in cattive condizioni fisiche e quindi non in grado di sobbarcarsi la fatica di presidente, ha ricordato di aver visitato 112 paesi e di aver condotto dure trattative in tutto il mondo. «Fummo noi (cioè io e Obama) a imporre le sanzioni all’Iran, atto che ci ha dato la forza di costringerli a un trattato. Tu invece avresti semplicemente fatto scoppiare una guerra». Quanto alle tasse, anche Hillary promette di tagliarle, ma non ai ricchi «come farebbe Donald» (lo ha sempre chiamato Donald, cosa che a Trump non piace).  

Strano, mi sarei aspettato l’inverso, e cioè gli attacchi personali da parte di Trump e le disquisizioni di politica estera da parte di Hillary.
Trump ha spiegato di poter dire cose terribili sulla famiglia Clinton, ma «non lo farò perché non è bello». Ci saranno altri due confronti televisivi tra i candidati, è probabile che Trump abbia programmato un crescendo, con i tuoni e i fulmini all’ultima puntata. (leggi)

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