Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
In Austria non si sa chi ha vinto. Si tratta del ballottaggio per l’elezione del presidente della Repubblica. Scrutinati tutti i seggi, il candidato di estrema destra, ultranazionalista, antieuropeista, antiimmigrati, portatore di venature non trascurabili di pensiero nazista, aveva ottenuto il 51,93% dei voti. Costui si chiama Norbert Hofer, ha 45 anni, zoppica e deve camminare col bastone per via di una caduta, 13 anni fa, dal parapendio. Nel sistema maggioritario, il 51.93 sarebbe sufficiente per diventare presidente della Repubblica (nel sistema maggioritario basta un solo voto in più). Ma devono ancora essere scrutinate le schede di coloro che hanno votato per posta, poco meno del 14 per cento di tutti gli elettori, cioè 885 mila austriaci su 6,3 milioni di aventi diritto. Qui gli exit poll dànno un vantaggio all’avversario di Hofer, che si chiama Alexander van der Bellen, ha 72 anni, sta per sposarsi per la seconda volta ed è a capo dei Verdi. Adesso, Hofer ha dalla sua 144 mila preferenze in più. Se gli exit poll hanno ragione, domani van der Bellen, al termine dello spoglio, dovrebbe trovarsi invece avanti di tremila voti e diventare così presidente della Repubblica. Tutti gli statistici ammettono però che i sondaggi possono sbagliare di un 2% in più o in meno. Quindi, di fatto, non si potrà sapere chi ha vinto finché non sarà stata scrutinata l’ultima scheda.
• Dieci anni fa, quando questa rubrica ha debuttato sulla Gazzetta, mai avremmo considerato “fatto del giorno” un voto austriaco. E infatti da allora a oggi, i nostri vicini hanno votato parecchie volte nella nostra indifferenza più totale. Come mai adesso questa consultazione si è conquistata la prima pagina?
Dalla fine della guerra a oggi in Austria hanno sempre governato o i socialdemocratici o i cristiano popolari. Qualche volta mettendosi insieme in grandi coalizioni, come per esempio adesso. Ma al primo turno di queste elezioni presidenziali, sia i socialdemocratici (Spö, cioè Sozialdemokratische Partei Österreichs) sia i cristiano democratici (Övp, cioè Österreichische Volkspartei) hanno ottenuto appena l’11 per cento dei consensi, superati dal Partito della Libertà di Hofer (Freiheitliche Partei Österreichs) che ha preso il 35%. E superati anche dai Verdi, secondi col 22. Cambio epocale e con conseguenze storiche. Hofer guida un partito populista e ogni paese ha a che fare con una di queste formazioni che sparano a zero sui migranti, vogliono uscire dall’Europa, dànno la caccia agli islamici eccetera eccetera. Questi movimenti finora hanno fatto molto rumore, preso deputati anche in percentuali non indifferenti, ma al potere non ci sono arrivati mai. Hofer sarebbe il primo e si teme che possa favorire un vento destabilizzante complessivo. L’occhio è sempre al referendum inglese e alla possibilità che la Gran Bretagna abbandoni la Ue.
• Il presidente della repubblica austriaco ha tutto questo potere?
Alla vigilia, Hofer, il destro, ha detto che il presidente della Repubblica ha molti più poteri di quello che immaginiamo. Per esempio, può, una sola volta, licenziare il governo in carica senza spiegazioni. Formare di testa sua un nuovo gabinetto e anche sciogliere il Parlamento e chiamare il Paese al voto. Se si andasse a votare adesso, il partito di Hofer confermerebbe, in base ai sondaggi, il suo 35%. Socialdemocratici e cristiano popolari potrebbero ambire al massimo a un 20%. Quindi, è probabile che Hofer, se diventasse presidente della Repubblica, licenzierebbe questo governo, indirebbe le elezioni e chiamerebbe poi a guidare il nuovo governo il capo del suo partito, Heinz-Christian Strache, che ha fama di durissimo. Costui però, per avere una maggioranza, dovrebbe allearsi con qualcuno e questo spiega certi irrigidimenti, certe stranezze di socialdemocratici e democristiani. Per esempio, nessuno dei due ha incoraggiato i propri elettori ad appoggiare van der Bellen.
• Anche l’invio al Brennero di 80 poliziotti per controllare gli arrivi dall’Italia sarebbero da inquadrare in questo clima?
Quella sarebbe una decisione autonoma del governatore del Tirolo, Günther Platter, e del sindaco di Gries am Brenner, Karl Mühlsteiger. Essi hanno dichiarato che il numero di immigrati irregolari arrivati dall’Italia è aumentato.
• È vero?
Il nostro sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, ha risposto così: «Per i flussi alla frontiera abbiamo pattuglie miste che controllano i treni. Abbiamo mandato 50 uomini in più per potenziarle. I numeri delle persone intercettate è assai modesto.14 in tutto di cui 5 richiedenti asilo in altri Paesi, 4 espulsi dall’Italia, 2 minori, un arrestato, 2 riammessi dall’Austria. Questi ultimi sarebbero i soli ad avere attraversato la frontiera irregolarmente». Alfano è atteso a Vienna in settimana. Troveranno il modo di spiegarsi. Oltre tutto i rallentamenti per i controlli al Brennero costano molto cari.
• Perché?
Merce che viaggia più lenta costa di più. S’è calcolato un aggravio dei prezzi che può arrivare a dieci miliardi di euro l’anno.
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