Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi parliamo bene del Sud.
• E che è successo?
Dopo dieci anni è stato finalmente inaugurato a Reggio Calabria il museo dei bronzi di Riace. Il British Museum di Londra dedica una mostra eccezionale alla Sicilia. A Pompei sono state aperte al pubblico la Villa Imperiale e l’Antiquarium. Il discorso su Riace ci permetterà di dire qualcosa sul sindaco di quella piccola città (1.800 abitanti), che la rivista Fortune ha incluso, unico italiano, al quarantesimo posto tra i 50 uomini più potenti della Terra.
• Come mai?
Lo diciamo dopo. Prima facciamo un discorso generale sulla nostra invincibile tendenza ad autodenigrarci, a non credere in niente di quello che facciamo, a farci beffe di tutti in una colpevole dissipazione delle speranze. Non è vero che è tutta una porcheria, non è vero che siamo tutti corrotti, esistono anche oggi italiani che ci credono, si sforzano, non stanno lì a contare i minuti del contratto di lavoro e portano a casa risultati. Questo è vero al Nord ed è altrettanto vero al Sud, dove il desiderio di darsi da fare vale il doppio perché il Mezzogiorno, come sa, ha un Pil ufficiale che è la metà di quello del Nord. Quindi, la Camorra, la ’Ndrangheta, la Mafia, la Corona Unita, gli intrallazzi e le inefficienze mille volte denunciate non riescono sempre a far breccia. È un po’ il discorso che ha fatto ieri il premier andando a inaugurare il museo di Riace, con i due bronzi. Si deve sapere che per arrivare all’apertura di ieri ci sono voluti dieci anni, attraversati da scandali di ogni tipo, inchieste della Divisione antimafia e pressioni della malavita per partecipare alla spartizione. Però ieri i bronzi sono tornati visibili e, come s’è visto a Pompei, forse la prossima volta ci sarà meno fango intorno a un’opera tanto preziosa. Renzi ha detto: «Dobbiamo riuscire a continuare la battaglia contro la criminalità perché questa non è ancora vinta. Ecco perché noi siamo in prima fila con i giudici e con le forze dell’ordine per sconfiggere ogni forma di criminalità». Il governo ha stanziato 132 milioni per lo sviluppo infrastrutturale dell’area. Il sindaco Giuseppe Falcomatà, che s’è insediato dopo che il comune era stato commissariato per mafia, è atteso al varco di quello che saprà fare.
• Dica qualcosa sui bronzi, è una storia meravigliosa.
Si tratta di due sculture di straordinaria bellezza, trovate a trecento metri dalla costa di Riace. Stavano otto metri sott’acqua. Era il 16 agosto 1972. Il sub, un chimico romano che si chiama Stefano Mariottini, vide un braccio, pensò che fosse un cadavere, scappò via. Dopo che le due statue furono recuperate, si cominciò a studiarle. Intanto chi erano, poi chi le aveva create. Non c’è una risposta certa a nessuna domanda, e naturalmente il mistero ne aumenta la bellezza. S’è capito che per tutt’e due è stata adoperata la tecnica della cera persa, un modello in cera, ricoperto d’argilla e poi di bronzo, con un buco, di solito all’altezza del tallone, che permette di far scorrere via la cera disciolta. Poi è abbastanza sicuro che una viene da Argo e l’altra da Atene. Si tratta di opere del V secolo (480-450 a.C.) che una nave, poi naufragata (ma non s’è trovato niente), stava probabilmente portando a Roma. Non le ha create la stessa mano. Il cosiddetto Giovane potrebbe essere stato modellato da Ageladas di Argo o addirittura da Fidia. L’Adulto, da Alcamene di Lemno o forse da Policleto, l’autore del Canone che fissò le proporzioni della bellezza adottate poi nel nostro Rinascimento.
• Veniamo a Londra e a Pompei.
Gli inglesi hanno sempre avuto una gran passione per la Sicilia e mostrano adesso, al British Museum, duecento oggetti che descrivono la Sicilia antica, quella della prima colonia di Naxos (735 a.C), e quella dell’anno Mille, relativa all’invasione normanna. L’assessorato regionale siciliano ha collaborato, il pubblico accorre numeroso e paga dieci sterline a biglietto, insomma gli inglesi ci fanno il favore di distrarre il mondo dallo stereotipo che ci riguarda, di essere solo dei mafiosi, mandolinisti e cialtroni. Quanto a Pompei, le nuove aperture dell’altro giorno hanno mostrato un sito tenuto in perfetto ordine, ben sorvegliato, dove forse non dovremo più registrare i crolli di una volta. C’è stato uno stanziamento di cento milioni e non risultano tangenti di sorta. Voglio solo ricordare che quando nel 2014 fu nominato sovrintendente Massimo Osanna, a cui va il merito di questi buoni risultati, 83 funzionari del ministero scrissero la solita lettera piena di indignazione perché Osanna non era un interno del ministero. Un po’ quello che sta accadendo alla Rai, dove si grida contro gli esterni senza farsi domande sul loro livello professionale, e sul livello professionale degli interni.
• Resta da dire qualcosa sul sindaco di Riace.
Si chiama Domenico Lucano, è sindaco da tre mandati. Quando si insediò, il paese era ridotto a 400 abitanti. Le case vuote non si contavano. Arrivò un veliero carico di curdi, e invece di fare il pianto, Lucano li alloggiò nelle case disabitate. In quasi vent’anni il paese è rinato, i curdi si sono fatti calabresi, Riace è diventato luogo privilegiato di tantissimi migranti, ne sono passati, in vent’anni, più di seimila. Da tutto il mondo vengono a studiare il caso, ed ecco spiegata la classifica di Fortune. Dice Lucano: «Quello che è successo qui dimostra che un altro modo di agire è possibile».
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