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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

I grandi del mondo, o quelli che li rappresentano, sono riuniti a Monaco per discutere di Siria. Il succo è questo: Aleppo sta per cadere - è questione di giorni se non di ore - e dentro Aleppo non ci sono quelli dell’Isis, ma i ribelli che combattono il regime di Assad. Gli assedianti sono gli iraniani, gli hezbollah libanesi, e i curdi siriani, con i russi che dal cielo fanno piazza pulita di civili e militari, e spianano la strada alla conquista. È di fatto l’asse che sta vincendo la guerra, asse imperniato sull’alleanza russo-iraniana. Dopo aver preso Aleppo, queste forze, ossia le forze governative, cioè le forze del governo in carica del presidente Assad, muoveranno verso nord per ricongiungersi ai curdi di nord-est, già insediati nell’area. I jihadisti a quel punto saranno circondati, e l’asse russo-iraniano, aiutato da hezbollah e dai curdi-siriani, avrà tutto il tempo di farli a pezzi. La Siria, per questa via, alla fine tornerà ad Assad. Sconfitta politica completa per gli Stati Uniti, la Turchia e l’Arabia Saudita, che sono d’accordo sulla distruzione dell’Isis, ma vogliono buttar giù Assad.

Quindi?
Quindi da qualche giorno, e con molta fermezza ieri, i sauditi e i turchi si sono dichiarati pronti a invadere la Siria con truppe di terra, e persino gli americani hanno fatto capire di esser pronti a inviare truppe di terra. Nella confusione generale, qualcuno ha magari potuto pensare che si tratti di una buona notizia, cioè dell’annuncio di un intensificarsi finalmente della guerra allo Stato islamico. Purtroppo, non è così: lo schieramento americano-turco-arabo intende invadere la Siria per difendere gli uomini che si sono ribellati ad Assad e che stanno per essere annientati dall’asse russo-siro-iraniano. È un passaggio pericolosissimo.  

Siamo sicuri di questo?Perché ho letto dichiarazioni turche che parlano di «azioni di terra contro l’Isis».
Sì, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha detto: «La Turchia e l’Arabia Saudita sono a favore di un’operazione di terra contro l’Isis. Serve una strategia ampia. Se questa verrà adottata, noi come Turchia e Arabia Saudita potremo unirci in un’offensiva di terra». Qui sembra che i turchi vogliano combattere al Baghdadi. Ma giovedì scorso il generale Ahmed al Assiri, portavoce dell’esercito saudita, ha detto invece: la decisione, già ampiamente annunciata, di inviare truppe di terra in Siria per sostenere i ribelli che perdono terreno in favore della coalizione formata dal governo di Damasco, dalla Russia e dall’Iran, «è irreversibile». Qui la vera intenzione è più chiara. E diventa chiarissima con quello che ha dichiarato ieri in un’intervista a Dubai Tv John Kerry, segretario di Stato americano: «Se il presidente siriano Assad non terrà fede agli impegni presi (cioè togliersi di mezzo - ndr
) e l’Iran e la Russia non lo obbligheranno a fare quanto hanno promesso, la comunità internazionale non starà certamente ferma a guardare come degli scemi: è possibile che ci saranno truppe di terra aggiuntive».  

Esiste una risposta russa?
Sì, ed è oltremodo preoccupante. Sempre giovedì, letta la dichiarazione saudita, il primo ministro russo Medvedev ha detto in un’intervista: «Gli americani e i nostri partner arabi devono valutare seriamente: vogliono una guerra infinita? C’è il rischio di provocare una guerra mondiale». L’intervista è stata concessa al quotidiano tedesco Handelsblatt, e questo le fa capire che la Germania, cioè l’Europa, dopo l’accordo con Erdogan grazie al quale due milioni di profughi siriani resteranno chiusi nei campi turchi e non si riverseranno in Europa, sta più dalla parte dei russo-iraniani che da quella turco-saudita-americana. Ieri Medvedev ha lievissimamente attenuato la sua dichiarazione, ripetendo gli stessi concetti, ma sostenendo che si rischia «una guerra fredda» e non una «guerra mondiale».  

Che differenza c’è?
La guerra fredda è quella che ha caratterizzato i rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale: la pace era garantita dal fatto che ciascuno dei due padroni del mondo teneva i suoi cannoni puntati in mezzo agli occhi dell’altro. La guerra fredda oggi è più difficile: il mondo non è posseduto da due sole potenze, come allora, e la Russia e l’America sono meno forti di un tempo.  

Il califfo al Baghdadi, nel frattempo, godrà di questi contrasti.
A Monaco, il primo ministro francese Manuel Valls ha fatto delle profezie tremende: «Siamo in guerra perché il terrorismo ci combatte. Ci saranno altri attacchi e grandi attentati, questo è certo. La minaccia non diventerà minore. È mondiale. Ci saranno altri attacchi, attacchi su vasta scala, è una certezza. Questa fase di “iper-terrorismo” durerà a lungo, forse un’intera generazione. Dobbiamo combatterla con la massima determinazione». (leggi)

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