Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Grillo ha espulso il sindaco Rosa Capuozzo dal Movimento 5 Stelle e si accinge a buttar fuori anche i 15 consiglieri che, con Rosa, non intendono dimettersi dal consiglio comunale di Quarto (Napoli). La Capuozzo ieri ha dovuto presentarsi in procura a Napoli, per essere interrogata dal pubblico ministero Henry John Woodcock. È la quarta volta. Capuozzo non è indagata, ma Woodcock è irrequieto, perché il sindaco non ha denunciato a suo tempo il ricatto o estorsione a cui è stata sottoposta, e ancora ieri ha preferito derubricare tutta la faccenda in «contrasto politico».
• Sa che nei giorni scorsi mi sono occupato di faccende più serie? Sa che non ho capito niente?
D’accordo, d’accordo. Quarto, provincia di Napoli, 40 mila abitanti. Da vent’anni gli eletti vengono regolarmente rimandati a casa perché i prefetti sciolgono il comune a causa delle evidenti infiltrazioni camorristiche. Si vota di nuovo a giugno dell’anno scorso e, per circostanze che sarebbe troppo lungo raccontare, non corrono né quelli del Pd né quelli di Forza Italia. Il Movimento 5 Stelle vince alla grande con la sua candidata Rosa Capuozzo, avvocato, e Quarto diventa l’unico comune grillino della Campania. Ma il più votato degli eletti grillini è un Giovanni De Robbio che vuole a tutti i costi metter becco nel piano regolatore della città, assedia il sindaco e alla fine, poiché il sindaco non gli dà troppo retta, le mostra sul cellulare le foto di un presunto abuso edilizio che il marito della Capuozzo avrebbe compiuto a casa sua, trasformando un sottotetto in attico. Intanto il pubblico ministero napoletano Henry John Woodcock ha fatto partire un’inchiesta, c’è infatti un’intercettazione nella quale si sentono dei camorristi dire che a Quarto si deve assolutamente votare per il M5S. La notizia è troppo ghiotta per non finire sui giornali: i grandi moralizzatori che vincono le elezioni grazie al voto della camorra. Fantastico (per i nemici di Grillo).
• Che ha fatto allora il comico?
Qui la storia si divide in due parti. Prima parte: Grillo difende la Capuozzo e mostra che, se anche la camorra ha appoggiato i cinquestelle, il suo appoggio non è stato influente. Seconda parte: Roberto Saviano scrive un articolo su Repubblica e dice che Capuozzo si deve dimettere e il comune di Quarto va sciolto un’altra volta. Il giorno dopo - sarà per il pezzo di Saviano, sarà per qualche brutto sogno fatto la notte - Grillo cambia parere e dice anche lui che Capuozzo deve togliersi di mezzo e che a Quarto si deve rivotare. Ma Capuozzo risponde che, non avendo nulla da rimproverarsi (la storia dell’attico/sottotetto - dice - non esiste), non ha nessuna intenzione di tornarsene a casa. E del suo stesso parere sono i suoi consiglieri, a parte il De Robbio, che ha dato le dimissioni ed è uscito (per ora) di scena.
• Però adesso Grillo l’ha espulsa dal partito. E tra poco espellerà anche gli altri.
Fatto che attiene alla vita interna del M5S, ma che, in sé, non ha alcuna influenza sulla vita della giunta e del consiglio. Il quale può benissimo restare in piedi nonostante gli anatemi partiti da Genova. Anzi, l’espulsione, decisa nelle segrete stanze del partito, ha spaccato gli internauti che sostengono i cinquestelle, molti dei quali chiedono: chi ve l’ha detto che la Capuozzo andava espulsa? Perché non avete consultato la Rete? A queste obiezioni, la star grillina Di Maio ha risposto che «a decidere come sempre sono coloro che certificano le liste. Quando si dà il simbolo nessuno si chiede chi lo abbia deciso. Quando lo si toglie nessuno lo ricorda». Risposta strana: avevamo capito che secondo Grillo/Casaleggio ogni decisione di quel partito è rimessa al voto su internet. Ma fa niente.
• Non ho capito le accuse dei grillini alla Capuozzo.
Grillo le imputa di non aver denunciato subito i ricatti (da dimostrare) di De Robbio. Capuozzo risponde di aver riferito tutto a Di Battista-Di Maio-Fico. I tre negano. Eccetera eccetera.
• Perché una bega locale come questa assurge alle vette di caso nazionale e occupa le prime pagine dei quotidiani?
Per parecchie ragioni. Intanto è la conferma che gli unici due contendenti in campo sono Grillo e Renzi, dato che il centrodestra, a parte una dichiarazione solitaria della Gelmini che chiede lo scioglimento di Quarto, non ha detto parola. La storia di Quarto si aggiunge poi alle vicende di Gela, Livorno, Venaria, Porto Torres, Augusta dove i grillini governano ma in mezzo a parecchi pasticci: una cosa è l’opposizione, un’altra è il governo. C’è poi la sensazione che la miscela di morale e politica sia affascinante mediaticamente, ma forse poco fruttuosa praticamente. Come ha detto la povera Gelmini: l’onesta è una pre-condizione. Poi c’è il buon governo.
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