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 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Andremo a bombardare in Iraq, mettendoci d’accordo con gli americani sui punti da colpire...

“Andremo” significa “noi andremo”? “Gli italiani andranno”? Ragazzi italiani messi alla guida di aerei da guerra sganceranno bombe sugli iracheni? Non è una vera e propria entrata in guerra? Non dovremmo dichiarare guerra a qualcuno, prima? E se questo qualcuno, poi, manda gli aerei suoi a bombardare Roma o Milano o Vigevano o Canicattì? E il Parlamento? Non c’è un punto della Costituzione dove noi ripudiamo la guerra?
Calma, calma. La notizia è stata data ieri dal “Corriere della Sera”. Un vero e proprio scoop di Franco Venturini. Noi facciamo parte della coalizione che combatte l’Isis da poco meno di un anno. Siamo quelli che finora hanno fatto meno di tutti: quattro Tornado del Sesto stormo che normalmente è di stanza a Ghedi (provincia di Brescia) sono stati spostati nel Kuwait, da dove svolgono azione di ricognizione e di «illuminazione degli obiettivi». Finora non è mai stato sparato un colpo. Ai Tornado abbiamo aggiunto un aereo cisterna KC 767 e due droni Predator non armati. 530 uomini in tutto. In più abbiamo passato armi ai peshmerga turchi, e addestriamo i soldati locali. Scrive Venturini: «La portata della partecipazione italiana ora cambia radicalmente. I Tornado assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri e dunque colpiranno direttamente i bersagli individuati in base alle nuove regole di ingaggio. Come fanno peraltro, in Iraq, gli aerei di Paesi ben più piccoli del nostro». I nostri nemici non sono gli iracheni, come lei malignamente insinua nella sua domanda, ma gli uomini dell’Is. Anzi, i Tornado italiani entreranno in azione proprio perché ce lo ha chiesto il governo dell’Iraq. E non entreranno in azione in Siria perché il governo siriano ha chiesto aiuto ai russi e non a noi.  

Possiamo andare a far la guerra laggiù come se niente fosse? Non ci vorrebbe un’autorizzazione del Parlamento?
Incalzato dai giornalisti scatenati dalle rivelazioni del “Corriere”, il ministero della Difesa ha diffuso una nota in cui si precisa che «in merito a indiscrezioni di stampa», le operazioni militari aeree in Iraq «sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento». Ieri sera poi, Pinotti, ministra della Difesa, e Gentiloni, ministro degli Esteri, hanno riferito alla Camera e al Senato sulle missioni italiane. L’aria è che andremo a bombardare, e che Venturini ci ha visto giusto.  

Ora le domando questo: a far la guerra all’Isis non saremo in troppi? E se per sbaglio dovessimo sparare sui russi? Dico a mo’ d’esempio. Ho letto che i russi si preparano ad attaccare anche da terra.
Sì, sui cieli dell’Isis c’è parecchio affollamento. E gli incidenti sono sempre possibili. I russi hanno sconfinato due volte in Turchia, e, secondo una nota dell’agenzia Hurriyet, nella giornata di lunedì «otto jet turchi F-16 sono stati inseguiti da Mig-29 non identificati per 4 minuti e 30 secondi durante un volo di pattugliamento al confine con la Siria. Inoltre le batterie anti-aeree siriane hanno messo nel mirino i jet turchi per 4 minuti e 15 secondi». Mosca ammette un solo sconfinamento, sabato, per un errore e «per pochi secondi». Però il presidente Erdogan, ieri a Bruxelles per riaprire la partita dell’ammissione della Turchia nella Ue, ha tuonato che «un attacco alla Turchia significa un attacco alla Nato». Erdogan gioca una partita ad ampio raggio, facendo perno sui profughi: è pronto ad aprire altri campi e per proteggere quelli che fuggono vorrebbe che si creasse una “no fly zone”, cioè una zona proibita al volo, a nord e a sud della Siria. Questa “no fly zone” impedirebbe ai russi di passare, e infatti Putin, appena ha orecchiato l’idea, s’è affrettato a spedire i suoi Mig contro i ribelli anti-Assad e specialmente contro quelli che stanno asserragliati ad Aleppo. Cento raid in cinque giorni. Il fatto compiuto ha ridotto la no fly zone del presidente turco a pura propaganda.  

E le truppe di terra?
Sarebbero i volontari russi di cui ha parlato l’altro giorno l’ammiraglio Vladimir Komoedov. Il sottinteso era: se qualche volontario russo vuole andare a combattere contro il califfo chi potrà impedirglielo? È lo stesso trucco usato in Ucraina: privati cittadini con animo da patrioti, però in divisa non-russa e zeppi di armi e di mezzi di locomozione forniti chi sa da chi. Ieri, da Mosca, hanno smentito. Ma è un’altra di quelle notizie che ha tutta l’aria di esser vera. D’altra parte i ribelli anti-Assad, cioè il cosiddetto Esercito della Conquista, ovvero “Jaysh al-Fatah”, dilaniato al suo interno fino ad oggi, s’è subito ricompattato all’arrivo degli aerei di Putin e starebbe marciando su Latakia, dov’è il quartier generale russo.  

Qui mi sa che scoppia la guerra totale.
Erdogan voleva creare un’enclave filo-turca nel nord della Siria e Putin glielo ha impedito. I turchi, domenica scorsa, pur di bombardare i curdi amici di Mosca, non hanno esitato a invadere lo spazio aereo controllato dai radar russi. Sì, diciamo che il momento è delicato. Molto delicato. (leggi)

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