Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Nasa fa sapere che, a 1.400 anni luce di distanza, c’è un pianeta molto simile alla Terra, detto poco poeticamente Kepler 452b, forse capace di ospitare la vita e comunque collocato in «un’area abitabile di un sistema stellare», area detta Goldilocks, dove cioè non fa né troppo caldo né troppo freddo.
• Mi dia un’idea dell’espressione “1.400 anni luce di distanza”.
In astronomia si adopera l’unità di misura “anno-luce” proprio per non dover riempire di zeri i quaderni degli appunti o gli schermi dei computer. L’anno luce sarebbe lo spazio che la luce percorre in un anno. La luce viaggia alla velocità di 300 mila chilometri al secondo, in un anno ci sono 31 milioni e mezzo di secondi, quindi in un anno la luce copre una distanza di 9.500 miliardi di chilometri. Questo numero va ancora moltiplicato per 1.400, se vogliamo planare su Kepler 452b. Esce fuori un numero superiore a 13 miliardi di miliardi di chilometri. Questo numero, che sembra enorme, segnala una distanza piuttosto piccola, per i nostri scopi. Fino a poco tempo fa l’esopianeta più vicino era Alpha Centauri, a 4,4 milioni di anni luce. Si calcolava che con i normali razzi in circolazione lo si sarebbe potuto raggiungere in 135 mila anni e con i razzi a fusione nucleare, che vanno a un decimo della velocità della luce, in un secolo. Quindi, gli equipaggi avrebbero dovuto riprodursi in volo e l’atterraggio sarebbe stato garantito a tre o quattro generazioni successive a quella dei partenti. E via fantasticando. Kepler 452b diminuisce il problema di tremila volte, cioè è quasi a portata di mano.
• Ma, supponendo di partire, troveremmo lì qualcuno ad aspettarci? Ci saranno piste su cui atterrare?
È presto per sapere se questo gemello della Terra ospita, ha ospitato o ospiterà la vita...
• Vediamone le caratteristiche.
Kepler 452b ha quasi le stesse dimensioni della Terra (è grande una volta e mezza il nostro pianeta) e ruota intorno a una stella più vecchia del nostro Sole di un miliardo e mezzo di anni. Jen Jenkins, capo analista della Nasa: «Gli anni su Kepler 452b sono praticamente lunghi come gli anni terrestri, 385 giorni, il pianeta ha sei miliardi di anni (la Terra quattro) e riceve dal suo Sole una quantità di energia superiore del 10% a quella che riceviamo noi. Anche il sistema solare in cui è inserito il nostro gemello è compatibile con il nostro, e i due Soli sono cugini. Quello del gemello è del 4% più grande e del 10% più luminoso. La distanza tra la Terra bis e il Sole bis è pressoché identica alla nostra: 150 milioni di chilometri.
• E la vita?
Per la vita come noi la conosciamo ci vuole l’acqua liquida o allo stato di vapore (inutile se è ghiacciata). Ci vuole anche il metano e bisogna poi che il corpo celeste in questione non sia gassoso, come per esempio Giove. Decisiva sarà perciò la misura effettiva della massa. Alla Nasa dicono che c’è una probabilità di poco superiore al 50% che Kepler 452b sia roccioso. Per il resto bisogna aspettare le analisi chimiche e capire meglio come è fatto questo nuovo astro. In ogni caso: il suddetto Jen Jenkins sostiene che «ci sono buone opportunità che possano crescere forme di vita, se tutte le condizioni necessarie sono rispettate». Altra frase di quelli della Nasa: «È una cosa che le persone hanno sognato per migliaia di anni».
• Come l’hanno scoperto?
C’è questa sonda-telescopio, spedita nello spazio dalla Nasa il 7 marzo 2009 con lo scopo di perlustrare la Via Lattea e individuare gli esopianeti simili alla Terra. Chiamiamo "esopianeta" qualunque pianeta della nostra galassia che non ruoti intorno al Sole. Kepler monitora la luminosità di 145 mila stelle e registra fluttuazioni, anche minime, dell’orbita o abbassamenti della luce provocati dal passaggio di qualche corpo opaco. Finora la sonda-telescopio ha localizzato 4.400 esopianeti. Tra gli ultimi 500 scoperti, 12 hanno un diametro inferiore al doppio di quello terrestre, cioè cominciano ad avvicinarsi, per caratteristiche, alla Terra. Kepler 452b è il primo confermato come pianeta.
• Non esistono altri pianeti in qualche modo simili alla Terra?
Da 51Pegasi b, scoperto nell’ottobre del 1995, fino ad oggi ne sono stati classificati più di 800. Ce ne sono di davvero sorprendenti. Possono ruotare intorno a stelle celibi o bigame o poligame, Kepler 16 (AB) orbita intorno a due Soli e ha quindi due albe e due tramonti. Talvolta sono così vicini alla loro stella da sopportare temperature altissime, anche di 2600° (WSP-12b). Altre volte hanno una rotazione sincrona con quella della loro stella, quindi una faccia risulta rovente e l’altra ghiacciata, per esempio su Corot-7b si passa di colpo da 2000° a -200° sotto zero. Però le prove che in regioni stellari o planetarie aliene esistano molecole organiche complesse ci sono. Cioè, la vita altrove c’è di sicuro. Per stabilire in qualche modo un contatto bisogna solo aspettare.
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