Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi Imu e Tasi.
• Sto già sbadigliando.
Perché lei è ricco. C’è poco da sbadigliare. Si deve pagare entro domani almeno il primo acconto. Sono parecchi soldi, mediamente parlando. Ci hanno pure rifilato un’espressione inglese: «Tax day».
• Se invece di Imu e Tasi, diciamo Tax Day è tutta un’altra cosa.
Tax Day è pure sbagliato, il Tax Day è il giorno in cui smettiamo di lavorare per lo Stato e possiamo lavorare per noi stessi (in America arriva ad aprile, in Italia non si sa con sicurezza, dato il casino del nostro sistema, ma dovrebbe collocarsi ai primi di luglio). Ci sono altri sbagli. “La” Tasi è uno sbaglio, si deve dire “il” Tasi, dato che Tasi significa “Tributo per i servizi indivisibili”, quindi “il” tributo, “il” Tasi.
• Ora, in base al copione, dovrei domandarle: che cosa sono “i servizi indivisibili”? E dovrei domandarle: escludendo i versi delle mucche, che cos’è l’Imu? E so già che lei risponderà: amico mio, non possiede una casa, un capannone, un terreno agricolo? Non sa che Imu e Tasi sono tasse sulla proprietà immobiliare vista a caleidoscopio nelle sue varie epifanie e alternative, ora come prima casa e ora come seconda, ora come immobile produttivo e ora come terreno agricolo e ora per tutto il 2014 e ora per una quota parte del 2014 se, per esempio, mi sono comprato il garage a marzo? Il burocrate pensa a tutto e, pensando a tutto, ci gonfia le palle a misura stratosferica, ho affidato tutto al commercialista, il quale pronuncerà un numero e io pagherò. Sul giornale voglio leggere degli amori del principe Carl Philip di Svezia che si sposa il bel culo della stellina Sophia Ellqvist, prossima regina di quel Paese, oppure la storia del transessuale che decapita la napoletana e butta la testa fuori dalla finestra...
La testa fuori dalla finestra sta nell’altra pagina. Qui siamo seri. E seriamente le dico: tra Imu, Tasi e quant’altro questo mese se ne vanno 12 miliardi. Diconsi dodici miliardi. Sottratti alla domanda delle famiglie e versati invece nel buco nero dello spreco pubblico. C’è anche un programma tv dedicato agli sprechi, su Sky, si chiama “Pubblico spreco”, hanno calcolato che fino al 5 febbraio lavoriamo solo per finanziare gli sprechi. Ma non mi faccia perdere il filo, dobbiamo dare qualche indicazione su queste Imu e Tasi. Per pagare l’Imu sull’appartamento bisogna controllare la rendita catastale, rivalutarla del 5% e poi moltiplicare per 160 (ci sono altri coefficienti se non stiamo parlando di un appartamento). Per il Tasi (i famosi servizi indivisibili) si fa lo stesso, ma qui bisogna andare a controllare le aliquote decise dai comuni. Se il comune non ha ancora deciso l’aliquota di quest’anno (80 per cento dei casi) si applica quella dell’anno scorso. Saldi tra ottobre e dicembre. A malincuore, comunque, devo dire che la sua idea di lasciar fare al commercialista è ottima.
• Il commercialista mi ha detto che devo tirar fuori 530 euro e io mi sono incazzato. E poi mi sono calmato. Che altro dovrei fare? La prossima volta voto Grillo o Lega. Anche gli 80 euro, Renzi li ha finanziati aumentando l’Imu sui terreni agricoli.
Si sa che Renzi ha affidato a suoi uomini di fiducia uno studio sul taglio delle tasse. La situazione è obiettivamente al limite, specie si raffrontatano, con il saccheggio a cui siamo sottoposti, le vergogne di Mafia Capitale e il valore sempre più basso dei servizi che ci vengono offerti. L’analisi più recente che ho sul tavolo è quello di Unimpresa, associazione che riunisce le piccole e medie imprese. Il suo ufficio studi, basandosi su quello che c’è scritto nell’ultimo Documento di Economia e Finanza (Def), ha calcolato che le entrate tributarie sono destinate ad aumentare da oggi al 2019 fino al limite degli 881 miliardi l’anno di prelievo, con una pressione teorica del 44% (“teorica” perché l’evasione fa sì che quella reale sia al 56-57%). Su Irpes, Ires e Iva il giro di vite previsto è di 80 miliardi. La spesa pubblica salirà di 38 miliardi. La Cgia di Mestre s’è concentrata su giugno-luglio: in questi due mesi lasceremo al fisco quasi 90 miliardi. La prima quindicina di giugno ha viaggiato al ritmo di 146 milioni l’ora. L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha adoperato per la casa la parola «bancomat». Cioè, lo Stato adopera il patrimonio immobiliare come un bancomat, «c’è un minimo di ripresa sulle case e questi ci ammazzano», nel 2011 la casa in tasse ci costava 32 miliardi, l’anno scorso 42.
• E i “servizi indivisibili”?
Sarebbero quelli di cui la collettività beneficia indistintamente, senza cioè che si possa mai sapere quanto ne godi tu e quanto ne godo io. Per esempio, vigili urbani, manutenzione del verde pubblico, pubblica illuminazione, cimiteri, eccetera.
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