Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La questione, relativamente agli incidenti di Milano per l’Expo, è questa: se sia giusto che, in presenza di gente che spacca le vetrine, brucia le automobili e spara razzi contro le finestre, la polizia stia ferma.
• Qual è il bilancio dei disordini?
Lo stanno facendo. Una prima mappatura dice: 17 auto incendiate e 10 vandalizzate (soprattutto auto di grossa cilindrata, ma anche utilitarie), 13 vetrine di banche (tra cui Deutsche Bank, Bnl, Cariparma, Credit agricole) mandate in frantumi, 12 negozi e vari portoni di palazzi danneggiati, vari sportelli bancomat mandati fuori uso. Gran parte della segnaletica della zona di via Carducci è stata divelta e usata poi per sfondare le vetrine, l’arredo urbano (cestini dei rifiuti, cassonetti e fioriere) è stato utilizzato per creare le barricate e poi incendiato. Quasi tutti gli edifici di via Boccaccio, corso Magenta e via Carducci imbrattati di scritte. Per esempio: «Milano brucia, grazie Expo», «Accetta le banche», «Morte alla Digos», «Capitalism Kill». Sentendo parlare alcuni dei manifestanti – per esempio il Mattia divenuto virale su internet per la sua scempiaggine, con i genitori che si vergognano ma non lo prendono a sberle – si capisce anche che qui non è all’opera la rabbia operaia o il disagio sociale - cose serie - ma il cazzeggio elevato a livello teppa. Se ne sono resi conto persino quelli del cosiddetto Movimento NoExpo: «Anni di lavoro sui contenuti, di condivisione e lotte – si legge sul sito Milanoinmovimento - sono stati letteralmente spazzati via dalla scena pubblica. E se c’è chi ha gioco facile a far vedere colonne di fumo nero che si alzano nel cielo della città e roghi di auto e negozi, beh, qualcuno ’sto lavoro di demonizzazione glielo ha reso davvero facile. Non abbiamo davvero niente da guadagnare dal totale isolamento nel quale ci ritroveremo, da domani, a fare politica nella nostra città». Come abbiamo raccontato l’altro giorno, ci sono stati scontri anche tra gli stessi manifestanti.
• Stavamo dicendo che di fronte a tutto questo la polizia non ha mosso un dito. È vero che non ci sono stati feriti né tra i manifestanti né tra i cittadini. Ma è giusto star fermi?
Undici tra poliziotti e carabinieri hanno comunque dovuto farsi medicare. Abbiamo su questo due punti di vista diametralmente opposti. Uno, positivo, espresso dal capo della polizia Alessandro Pansa, dallo scrittore Roberto Saviano e dal capo dell’antiterrorismo Maurizio Romanelli. « E’ evidente che chi tira una molotov deve essere arrestato - ha detto Pansa - ma abbiamo valutato che non valeva la pena intervenire e arrestare perchè avremmo creato danni ancora più gravi. Il fatto che le forze dell’ordine abbiano atteso e lasciato che alcune azioni violente venissero compiute è una scelta fatta a monte. Noi infatti, grazie all’attività di intelligence, sapevamo benissimo che gli obiettivi dei manifestanti violenti erano ben altri: volevano fare danni molto maggiori, raggiungere piazza Duomo e la Scala, distruggere i simboli di Expo disposti nella città. Intervenendo, saremmo caduti nella loro trappola. I piccoli gruppi che agivano in vie laterali si sarebbero rifugiati nel corteo e noi saremmo finiti addosso al corteo senza riuscire più a individuarli. Così avremmo consentito loro di raggiungere gli obiettivi che volevano».
• È uno strano modo di ragionare, no? Alla prossima occasione torneranno a far casino sicuri che polizia e carabinieri «non cadranno nella trappola». L’altra tesi?
L’altra tesi è quella del sindacato di polizia Sap. Dice il suo segretario Gianni Tonelli: «Il governo ci ha mandato al macello. Siamo abbandonati a noi stessi. Da anni la direttiva del ministero dell’Interno è questa: dovete evitare qualsiasi contatto, ma così non si riesce a contenere nessuna situazione di pericolo. Sulla sicurezza - dice Tonelli - la politica non si vuole assumere responsabilità. E il prezzo da pagare dalla brava gente è altissimo. Ancora una volta subiamo l’ipocrisia della nostra classe politica. Chi devasta le città purtroppo non subisce alcuna conseguenza. C’è gente che ha oltre 70 denunce per disordini e che si trova comunque sempre e ancora a piede libero». Seguendo il filo di questi ragionamenti il M5S chiede le dimissioni di Alfano e annuncia una mozione di sfiducia. Alfano invece si dice orgoglioso di come sono andate le cose.
• Renzi?
Ha elogiato il senso di responsabilità delle forze dell’ordine. E tacciato di “figli di papà” i manifestanti.
• Chi pagherà i danni?
Maroni, presidente della Regione, stima un milione e mezzo di danni. La magistratura indaga per il reato di “devastazione” (galera per 5-8 anni). Ci sono cinque arrestati e 14 denunciati, alcuni ultracinquantenni. Molta gente, finiti i disordini, s’è messa spontaneamente a pulire e mettere a posto. Domenica prossima ci sarà una pubblica manifestazione, patrocinata dal comune, in cui gli stessi cittadini cercheranno di riparare con le loro mani i danni della città.
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