Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Dovremmo presentare l’Expo, che apre oggi, con tutti i suoi problemi e le sue occasioni. Invece abbiamo il dovere di riferire sugli incidenti di ieri e sui pericoli di oggi, dato che sono venuti da tutta Italia e da parecchi paesi stranieri a contestare l’esistenza stessa della manifestazione, qualificata più o meno come l’espressione più avanzata del capitalismo assassino, o qualcosa del genere.
• Però non è morto nessuno.
No, e volendo ci stiamo facendo impressionare da un migliaio di persone, non tutte giovanissime (ci sono tre tedeschi espulsi e uno dei tre ha 52 anni) e non tutte compatte dietro lo slogan No Expo: ieri black block e centri sociali a un certo punto sono venuti alle mani, per ragioni non chiarissime, forse perché i black block stavano esagerando con gli atti di vandalismo.
• Ci vuole una cronaca precisa.
Beh, davanti al Castello Sforzesco c’è l’Expo Gate, ieri mattina alcuni tipi staccatosi dal corte partito poco prima da largo Cairoli hanno scritto davanti al tendone della struttura (messa lì per dare informazioni ai turisti): «#1m no expo» dove #1m dovrebbe tradursi «primo maggio». La statua al centro della piazza è stata coperta da una bandiera, sono stati accesi un paio di fumogeni, due manifestanti, arrampicatisi sul tettuo dell’Expo Gate hanno esposto lo striscione: «Grande Evento uguale Grande Bufala. No Expo: un altro mondo è possibile». Il corteo ha poi sfilato per via Broletto, via Orefici, via Larga, poi da Porta Venezia si è diretto verso via Melchiorre Gioia. Davanti c’era un furgone decorato con finte confezioni di patatine fritte McDonald’s, in mezzo uomini e donne mascherati in modo da sfottere Enel, Coca Cola e altre aziende sponsor dell’Expo. In viale Majno è stato tentato un assalto contro la sede della Manpower, la società che ha ingaggiato i giovani per conto dell’Expo, è intervenuta la Celere con un paio di cariche, poi ci sono scontri tra gli stessi manifestanti, centro sociali contro balck bloc. Anche i giornalisti, per l’occasione, hanno rimediato qualche sberla. Un notaio in giacca e cravatta, evidentemente dotato di un notevole sense of humore, ha esposto una bandiera tricolore. Da sotto l’hanno bersagliato con uova e bottiglie di plastica vuote. Dopo essersi fatto un poco imbrattare, il buon borghese è rientrato in casa scuotendo appena la testa. Gli agenti hanno perquisito un po’ di appartamenti sospetti – esercizio che hanno compiuto assiduamente anche nei giorni scorsi -, arrestato una donna sequestrato le solite cose, mazze ferrate, liquidi infiammabili ecc. Si segnala la presenza di teste calde provenienti, oltre che dalla Penisola, anche Francia, Germania, Spagna, Grecia, Svizzera, Inghilterra. I responsabili dell’ordine pubblico hanno paura soprattutto per oggi.
• Che cosa dovrebbe succedere oggi?
Corteo da via XXIV Maggio lungo via De Amicis e via Carducci, con arrivo in piazzale Cadorna. La polizia impedirà deviazioni verso il centro. Si dicono tutti certi dell’arrivo di venti-trentamila persone. I manifestanti pretendono che la loro protesta si chiami “Le Cinque Giornate” di Milano, in memoria di quelle del 1848, senza però che vi sia Radetzky né austriaci da cacciare. Però l’idea di riagganciarsi al Risorgimento è nuova. La mobilitazione pretende anche una matrice antifascista o antinazista, sul banco degli imputati ci sono pure Renzi e il Jobs Act.
• Parliamo dell’Expo propriamente detta.
L’Expo milanese ha come titolo: “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Resterà aperta fino al 31 ottobre. Inaugura Renzi, col Papa in collegamento video. Alle 18 cominciando dal Duomo, suoneranno le campane delle chiese della diocesi. Stasera, alla Scala, Turandot
di Puccini, diretta da Chailly. Nello stesso momento, in piazza Duomo, Lang Lang al pianoforte e Bocelli al microfono, in mondovisione.
• Il presidente della Repubblica?
Verrà il 2 giugno. Putin arriverà il 15, la Merkel il 17 (giornata dedicata alla Germania). Anche Hollande e Cameron verranno nei giorni dedicati ai loro paesi. Michelle Obama è attesa per il 4 luglio, Ban Ki-moon il 16 ottobre. Non si sa quando ma anche Papa Francesco verrà all’Expo di persone, probabilmente visiterà il padiglione turco in segno di disgelo dopo le dichiarazione sul genocidio armeno. Durante i sei mesi sono attesi all’interno del sito espositivo da 40 a 70 capi di stato o di governo, oltre mille ministri e un gruppo nutrito di rappresentanti delle varie famiglie reali del mondo. Il sindaco Pisapia ga detto: «Sono molto ottimista, sarà una bella inaugurazione e il livello dei padiglioni vi stupirà».
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