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 2015  aprile 28 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Nella lettera che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha spedito domenica scorsa ai segretari dei circoli democratici, tutta l’ultima parte è dedicata alla legge elettorale da ieri in discussione nell’aula di Montecitorio, a dire il vero semivuota: solo venti gli iscritti a parlare.

• E la prima parte di che parla?
È un lungo elenco dei meriti di questo governo. Non vale la pena parlarne qui, se la vada a leggere per intero su Internet. Invece è interessante il punto sull’Italicum, perché Renzi ricorda che la legge e i princìpi che la informano sono stati approvati a maggioranza e varie volte dagli organi del partito e il testo che da oggi viene esaminato a Montecitorio è il risultato di tre letture parlamentari, prima il Senato, poi la Camera, poi di nuovo il Senato e adesso di nuovo la Camera. La legge elettorale - scrive Renzi ai suoi - è «decisiva», «davvero è dittatura quella di chi chiede di rispettare il volere della stragrande maggioranza dei nostri iscritti, dei nostri parlamentari, del nostro gruppo dirigente? Davvero è così assurdo chiedere che dopo 14 mesi di dialogo parlamentare si possa finalmente chiudere questa legge di cui tutti conosciamo il valore politico? Davvero vi sembra logico che dopo tutta questa trafila ci dobbiamo fermare perché una parte della minoranza non vuole? Se questa legge elettorale non passa è l’idea stessa di Partito Democratico come motore del cambiamento dell’Italia che viene meno. Se gli organi di un partito (primarie, assemblea, direzione, gruppi parlamentari) indicano una strada e poi noi non la seguiamo come possiamo essere ancora credibili? La prima regola della democrazia è rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno. Quando ho perso le primarie, ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto. Adesso non sto chiedendo semplicemente lealtà; sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. Già altre volte in passato le divisioni della nostra parte hanno consentito agli altri di tornare al potere e di fare ciò che abbiamo visto. Farò di tutto perché questo non risucceda. Possono mandare a casa il Governo se proprio vogliono, ma non possono fermare l’urgenza del cambiamento che il Pd di oggi rappresenta».

• Quindi è confermato: al minimo incidente di percorso (non solo la bocciatura, ma anche l’approvazione di qualche emendamento che costringerebbe il disegno di legge a tornare al Senato) Renzi salirebbe al Quirinale e si dimetterebbe.
Lui dà per scontato che in quel caso il presidente Mattarella scioglierebbe le camere. Ma ieri Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, gridava: «Niente elezioni anticipate, si fa un nuovo governo e avanti fino al 2018». In che modo si potrebbe formare un nuovo governo non si sa. Il patto del Nazareno mi pare in cocci, nuove maggioranze non se ne vedono. Mattarella richiamerebbe Prodi o Enrico Letta, tornati alla ribalta con la pubblicazione di due libri?

• Ma potrebbe accadere davvero?
Si saggerà la forza delle opposizioni già oggi. Si voteranno otto pregiudiziali di costituzionalità presentate da Fi, Sel, Lega Nord e M5S e due pregiudiziali di merito depositate da Sel e M5S. Forza Italia ha chiesto il voto segreto su due delle sue pregiudiziali. Se in questo voto segreto la maggioranza votasse a favore dell’incostituzionalità dell’Italicum, la legge sarebbe già bocciata prima ancora di cominciare il suo iter normale. Ma non dovrebbe accadere: sulla carta la maggioranza conta su 393 voti contro 237 dell’opposizione. Nel segreto dell’urna gli odiatori di Renzi tradiranno la disciplina di partito e voteranno contro, ma parecchi membri dell’opposizione voteranno a favore per non correre il rischio della fine anticipata della legislatura.

• Renzi metterà la fiducia o no?
Sì, metterà di sicuro la fiducia su ogni singolo articolo in modo da far decadere i cento emendamenti presentati dalle opposizioni e dalla minoranza interna. Ogni emendamento è un potenziale voto segreto, dato che per adottare il voto segreto basta la richiesta di trenta parlamentari o di un capogruppo. Parlamentari a cui non piace l’Italicum, come per esempio Pierluigi Bersani, hanno già detto che la fiducia al governo la voteranno.

• Ma allora…
I nemici dell’Italicum si esprimeranno sull’ultimo voto, quello che convertirà in legge il ddl. Qui non è possibile la fiducia ed è certo invece il ricorso al voto segreto. Renzi giura che anche in questo passaggio delicato - che si colloca alla metà di maggio - non ci saranno problemi, i “no” della sua parte si ridurranno a una decina di voti. Lo giura ma, per prudenza, non smette di telefonare a tutti quanti e di raccomandarsi. (leggi)

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