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 2015  marzo 29 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Matteo Renzi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri a Piazza del Popolo saranno andati in cinquemila, massimo seimila, anche se gli annunci della vigilia avevano un suono mirabolante: 300 pullman da tutt’Italia, bandiere rosse, un obiettivo dichiarato di cinquantamila manifestanti. Che diremmo mancato.

Stiamo parlando della manifestazione di Landini.
Sì, per questo nuovo movimento, da lui fondato, che si chiama “Coesione sociale” e che non vuole trasformarsi in partito, ma solo mobilitare le associazioni e i gruppi che nella società conducono battaglie per il lavoro e la democrazia («i diritti»). Facciamo un piccolo elenco: Libera, Arci, Anpi, Articolo 21, Gino Strada per Emergency che ha parlato attraverso un video. Quelli di Libertà e Giustizia (Zagrebelsky, la Bonsanti) hanno fatto sapere che loro stanno con Landini. E sta con Landini pure Rodotà che ha fatto dal palco tutto un discorso sui diritti («garantire l’esistenza dignitosa è un obbligo costituzionale»).  

Piattaforma di Landini?
Ha gridato dal palco: «Se vuoi risolvere i problemi, devi fare milioni di assunzioni, il problema non sono quelle di gennaio e di febbraio» alludendo alle 76 mila stimolate dal Jobs Act, la nuova legge sul lavoro che promette di togliere per tre anni l’onere dei contributi alle imprese che assumono a tempo indeterminato. «Noi abbiamo delle proposte molto precise e che hanno un consenso» ha detto Landini «Vi ricordate di tutti quegli anni in cui ci raccontavano che avrebbero tolto i diritti a qualcuno per darli a qualcun altro? Oggi siamo di fronte alla prova provata che la precarietà nel lavoro è servita unicamente per togliere diritti a tutti. C’è una svalorizzazione del mondo del lavoro che non ha precedenti. Noi invece vogliamo riunire tutto il lavoro, questa è la proposta che facciamo, abbiamo un’idea di futuro, non stiamo qui a difendere cose che non ci sono più, pensiamo di avere più consenso di quello che ha il governo, daremo battaglia sui luoghi di lavoro e sul territorio».  

È vero? Landini ha più consensi di Renzi?
Gli ultimi sondaggi davano Renzi saldamente al 36%. Ma Landini adopera la parola «consenso» in un senso diverso dal nostro perché non vuole portare Coesione sociale alle elezioni. Non vuole fondare l’ennesimo partitino e bacchetta severamente chi lo insinua (praticamente tutti).  

Questo l’ho capito: vuole unire i lavoratori. Ma per unire i lavoratori non basterebbe la Cgil?
Intervistato dai cronisti in piazza, Landini ha, senza citarla, attaccato la Cgil: «Noi stiamo pagando anche i nostri errori. La precarietà, la frantumazione del mondo del lavoro noi l’abbiamo sottovalutata e non l’abbiamo affrontata adeguatamente». Dopo di che, sul palco, ha baciato la Camusso, appena arrivata dalla Calabria e che ha concordato sul fatto che in questo momento i discorsi del sindacato hanno più presa sugli italiani di quelli che fa Renzi.  

Come si colloca questa vicenda, e sia pure con la manifestazione non oceanica di ieri, all’interno della discussione e dei conflitti che avvengono alla sinistra di Renzi?
Ma innanzi tutto il primo obiettivo di Landini è conquistare la Cgil. Quindi, programma da stilare entro aprile, convention a maggio e poi scalata in qualche modo del sindacato. Intanto saranno aperte alcune sedi regionali e se qualcuno, autonomamente, vorrà candidarsi avendo come retroterra Coesione sociale ben venga. C’è poi, di sicuro, il progetto di fornire comunque un approdo ai dissidenti del Pd, del tutto divisi al loro interno. Renzi li ha chiamati alla battaglia annunciando che la legge elettorale andrà al voto prima delle Regionali. È una mossa che rischia di polverizzare una volta per tutte bersaniani, dalemiani, civatiani, cuperliani e tutto il resto. Ieri, alla manifestazione c’erano Fassina, la Bindi, Aldo Tortorella, Luca Casarini. Se le correnti di sinistra dem non riusciranno a modificare in qualche punto l’Italicum e a riportarlo al Senato (dove potrebbero avere i numeri per farlo cadere o stravolgerlo), la loro sconfitta sarà pressoché definitiva. Landini potrà essere, allora, il punto di raccolta di questi profughi? Renzi sembra preoccuparsene pochissimo. Alla vigilia ha detto: «Una manifestazione di Landini contro il governo? Non è una notizia». Va capito: se andasse alla battaglia elettorale avendo come principali competitor Salvini a destra e Landini a sinistra sarebbe a cavallo, e per molto tempo. (leggi)

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