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 2014  dicembre 22 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ufficialmente, la Cina non ha nessuna intenzione di aiutare gli Stati Uniti nel caso del film The Interview…

Piano, piano. Di che stiamo parlando?
Il film The Interview, non conosce la storia? La Sony ha prodotto un film, intitolato appunto The Interview, diretto da Seth Rogen ed Evan Goldberg, interpretato dallo stesso Rogen e da James Franco, in cui si si racconta che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, innamorato di un certo show americano, accetta di farsi intervistare dai due conduttori. Ma prima di partire per Pyong Yang i due sono avvicinati dalla Cia che li incarica di uccidere Kim. Seguono gag e battute demenziali. Il film, da quello che si capisce, non vale niente, è una farsaccia o, come diciamo noi, un cinepanettone previsto in uscita per Natale e destinato alla fascia più bassa di consumatori. Senonché lo scorso 24 novembre gli impiegati della Sony, arrivati nei loro uffici di Culver City (Los Angeles, California) e acceso il computer, hanno visto apparire sugli schermi una folla di teschi rossi sogghignanti. Sistema fuori uso a tempo indeterminato, causa virus spedito – come si è capito poi – da server infettati a New York, in Thailandia, in Polonia, in Bolivia, a Singapore e anche in Italia. Gli hacker, entrati nelle viscere della Sony, s’erano portati via mille miliardi di byte (almeno un terabyte), cioè 300 ore di video e milioni di file testo. Tra questi, subito resi noti, giudizi pesanti su Angelina Jolie o sull’attore Adam Sandler (definiti “cani” dai dirigenti della major), i codici fiscali di Sylvester Stallone e di Judy Apatow e altre amenità del genere. Soprattutto, gli hacker che avevano mostrato di essere così efficienti sul web, fecero anche sapere a quelli della Sony che la distribuzione nelle sale del film in cui si sfotteva il dittatore nordcoreano avrebbe provocato reazioni terribili. La Sony ha immaginato bombe nelle sale, bambini ammazzati, un nuovo 11 settembre e ha deciso di rimetterci i 50 milioni di dollari sborsati per la produzione. In pompa magna (perché evidentemente anche questo volevano gli hacker) è stato dato l’annuncio che il film era ritirato, non sarebbe stato proiettato nei circuiti, non sarebbe stato commercializzato su dvd, non sarebbe stato reso disponibile sul web.  

Come si fa a sapere che gli hacker hanno agito per conto di Kim?
Kim nega con forza e ha invitato gli americani a un’indagine comune per scoprire i responsabili. Gli americani giurano che è stato lui. Il linguaggio primario del software adoperato è coreano, la Nord Corea ha poi una ben nota politica di aggressione in rete. Reclutano i ragazzini più svegli a 10-12 anni, li addestrano, li trattano con i guanti in un paese in cui si fa facilmente la fame. Avrebbero a disposizione 1.800 (secondo altri 3.000) tecnici altamente specializzati. E poi chi può reagire in questo modo a un filmaccio che sarebbe rimasto in programmazione poche settimane e di cui tutti ci saremmo presto dimenticati?  

Se è un filmaccio, che cosa ce ne importa?
Beh, no. C’è di mezzo una questione di principio. Sotto certi aspetti, la storia di The Interview è davvero una specie di 11 settembre. Una potenza straniera, e nemica, interviene sul suolo americano e vieta a quel Paese – che ha nel Primo Emendamento sulla libertà d’espressione uno dei suoi capisaldi patriottici – di vedere un film. La qualità del film, in questo caso, non ha nessuna importanza. C’è infatti una mobilitazione – però non così oceanica, a dire il vero – di intellettuali e attori. George Clooney ha accusato Obama, Paulo Coelho, lo scrittore, s’è offerto di comprare i diritti della pellicola per 100 mila dollari «la Sony recupererà lo 0,01 per cento del budget e io mostrerò il film sul mio blog». La Sony, accusata anche dalla Casa Bianca, dice di non aver fatto errori e garantisce che a un certo punto il film uscirà. Tra gli attori in campo, non c’è solo l’America, la Nord Corea e il web: ci sono anche i mercati. La Sony è quotata, che scelta avrebbe fatto lei se fosse un azionista di quella società? Perso per perso, s’è valutato che la perdita sarebbe stata minore ritirando il film. E in ogni caso, i padroni delle sale cinematografiche si sono rifiutati di prenotarlo. Lei, se avesse una casa cinematografica, avrebbe corso il rischio?  

Che dice Obama?
Minaccia reazioni «proporzionate». E ha chiesto l’aiuto della Cina, gran protettrice dei nordcoreani.  

Che ha risposto picche.
Almeno ufficialmente sì. Il Global Times, quotidiano di Pechino, ha definito The Interview, un film di «un’arroganza culturale assurda». Ma c’è di più: Putin ha invitato Kim a Mosca per il 9 maggio, festa della vittoria sui nazisti. Il cosiddetto asse del male è all’opera. (leggi)

Dai giornali