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 2014  settembre 18 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Oggi referendum in Scozia...

• Alt! Argomento facilissimo. Di che cosa dobbiamo discutere? Gli scozzesi vanno a votare per la loro indipendenza dall’Inghilterra. Se vince il sì, diventano indipendenti. Se vince il no, no.
Domanda con qualche imprecisione. Intanto non votano l’indipendenza dall’Inghilterra, ma l’indipendenza dalla Gran Bretagna, detta anche, appunto, Regno Unito. Formano la Gran Bretagna, o Regno Unito, quattro Paesi: InghilterraScoziaGalles e Irlanda. I quattro hanno un unico capo di Stato, che è oggi la regina d’Inghilterra. E adoperano senza problemi un’unica moneta, che è la sterlina. Gli scozzesi però hanno anche un loro Parlamento, con un primo ministro, che si chiama Alex Salmond ed è il leader di questo movimento indipendentista. Questo Parlamento è frutto di unreferendum tenuto nel 1997 e vinto dai futuri indipendentisti. Tutti dicono che il rischio di sgretolamento della Gran Bretagna comincia da lì.   

• Vedo, vedo. Lei mi sta dicendo: se vince il sì, ci sarà il problema di quale moneta adottare. Se vince il sì, ci sarà il problema del capo dello Stato. Forse gli scozzesi, divenuti indipendenti, potrebbe volere la repubblica invece della monarchia...
Proprio così. In caso di vittoria del sì, la proclamazione d’indipendenza avverrà mel marzo del 2016. Nella fase intermedia, cioè da oggi ad allora, si continuerà più o meno come prima. I passaporti rilasciati da Londra, per dire, continueranno a valere , almeno fino a scadenza. Quindi, fino a marzo 2016, circolazione della sterlina, Elisabetta capo dello Stato eccetera. Questo dal punto di vista istituzionale. Ci saranno però, da subito, delle conseguenze, per dir così, sotterranee: senza Scozia, il Regno Unito sarà più debole, quindi gli speculatori venderanno sterline. Già ora si è registrata una fuga di capitali all’estero (si parla di 17 miliardi). Questi movimenti, impossibili da governare perché frutto di calcoli di convenienza degli operatori e dei cittadini, potrebbero avere riflessi importanti su tutto il sistema finanziario. Quali riflessi? È difficile dirlo. Un problema, per esempio, riguarda il debito pubblicoLondra ha un debito di mille e trecento miliardi di sterline (circa mille e seicento miliardi di euro) equivalenti al 75% del Pil. Separandosi, laScozia dovrà accollarsi l’8 per cento del totale, perché ha l’8 per cento degli abitanti della Gran Bretagna (cinque milioni su sessanta). Si tratta di 108 miliardi di sterline, 135 miliardi di euro. Beh, questa somma non sarà più garantita, perché la Banca d’Inghilterra ha già fatto sapere che non sarà pagatore di ultima istanza di una Scozia decisa a far da sé. Questo ci introduce alla questione, intricatissima, della moneta. Londranon vuole nessuna unione monetaria con la Scoziaindipendente, e in fondo non la vuole neanche la Scozia, perché l’Unione monetaria, come sappiamo sulla nostra pelle, impone vincoli di bilancio e ti toglie la libertà finanziaria, per esempio, quella di svalutare. Per le stesse ragioni, gli scozzessi non vogliono nemmeno adottare l’euro. Stamperanno allora una valuta loro, qualcosa come il dollaro gaelico?   

• Potrebbero adottare la sterlina lo stesso.
Guai. L’Argentina a un certo punto volle legare il suo peso al dollaro americano, e sappiamo com’è finita. Altre questioni delicatissime: i sottomarini nucleari e il petrolio. Nella base scozzese di Clyde, vicino a Glasgow, sono ormeggiati quattro sottomarini nucleari del programma Trident. Se vincono gli indipendentisti bisognerà spostarli. Ci vorrà tempo e soprattutto ci vorranno parecchi miliardi. Il petrolio del Mare del Nord resterà invece per il 90% agli scozzesi, con conseguenze tutte da valutare sull’economia delRegno Unito. Si tratta però di giacimenti che pompano sempre meno, quindi anche gli scozzesi dovranno fare i conti con un inevitabile declino energetico.   

• Conseguenze a livello internazionale?
La più delicata riguarda il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. IlRegno Unito gode, con Stati Uniti, Russia, Francia e Cina, di un seggio permanente. Ne avrà ancora diritto dopo un indebolimento simile? Altra conseguenza: l’insorgere o il rafforzarsi di altri movimenti indipendentisti. Come negare il diritto all’autodeterminazione dei popoli, dopo i fatti di Crimea? A parte Cechia e Slovacchia, è passato per quella via anche il Kosovo, e questioni di autonomia sono tragicamente in ballo in Ucraina. La Catalogna farà un suo referendumseparatista il 9 novembre, che Madrid però ha dichiarato illegale. Ci sono pulsioni irredentiste anche in Belgio e da noi i veneti si sono dati due leggi che riguardano statuto speciale e indipendenza impugnate da Renzi davanti alla Corte costituzionale. La nostra Costituzione definisce l’Italia «una e indivisibile».   

• Vince il sì o vince il no?
I bookmaker e i sondaggisti dicono che vinceranno i no, e gli indipendentisti se ne torneranno a casa con le pive nel sacco. Ma se il no vincesse di pochissimo, e se si dovesse dunque immaginare un prossimo referendum tra qualche anno, le conseguenze psicologiche sui mercati potrebbero essere anche peggiori di una vittoria del sì. I finanzieri odiano l’incertezza.

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