Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Dopo due ore e mezza di discussione, e in perfetto orario per i telegiornali delle 20.00, avendo consumato il rito del gelato...
• Questa non l’ho capita.
Il premier ha fatto in modo che sul tragitto tra Palazzo Chigi, dove s’è svolto il consiglio dei ministri, e la sala della conferenza stampa vi fosse il carrellino di un gelataio. Renzi s’è platealmente fermato davanti al carrellino, stando attento che lo fotografassero e videoriprendessero, poi ha comprato un cono e ha detto ai cronisti: «Offeso per l’Economist? Non esageriamo. Non ci offendiamo perché facciamo un lavoro serio. Se volete assaggiare un po’ di vero gelato italiano, ve lo offro volentieri». L’altro giorno l’Economist, prestigiosissimo settimanale economico, è uscito con una copertina in cui si vedono la Merkel e Hollande alla prua di una barchetta di carta simboleggiante l’euro. Dietro di loro c’è un Renzi birichino col cono gelato in mano e da ultimo Draghi che con un secchio cerca di svuotare dell’acqua la precaria imbarcazione. Gli inglesi vedono sempre gli italiani (Draghi escluso) come dei furbacchioni che vivono alle spalle degli altri.
• Hanno dato a Renzi la possibilità di uno sketch molto carino. Qualcosa sulla notizia che siamo ufficialmente in deflazione dopo cinquant’anni, che il Pil continua a calare, che la disoccupazione è salita?
Neanche una parola, a parte una premessa del ministro Padoan in conferenza stampa («sapete che le notizie di oggi non sono buone...»). Il consiglio dei ministri, raccontato poi col solito sistema delle slides, s’è ridotto parecchio all’osso rispetto alle roboanti premesse d’inizio settimana in cui pareva che questo venerdì si sarebbe rovesciato il mondo. Il governo ha rinunciato a parlare di scuola, di Consiglio superiore della magistratura, di intercettazioni, di Ecobonus, del nuovo codice degli appalti, delle partecipate di stato da cancellare perché inutili e costose (sono più di 1.200 secondo Cottarelli), degli incentivi fiscali per chi compra casa e poi l’affitta a canone concordato. Molte di queste cose, è stato spiegato, saranno trattato nella legge di Stabilità da vararsi entro metà ottobre.
• E allora di che cosa s’è parlato?
Sostanzialmente di due cose: riforma della giustizia penale e soprattutto civile, anticipo nell’apertura di certi cantieri che per le solite lungaggini non avrebbero cominciato a lavorare prima del 2017-2018. Si tratta in particolare della ferrovia ad alta velocità Napoli-Bari (4,1 miliardi stanziati su 6,7 miliardi di valore totale) e dell’altro tratto Palermo-Messina-Catania (5,2 miliardi). Lupi: «La grande novità è che i cantieri per queste due opere devono aprire il 1° novembre 2015, data che ci garantiamo attraverso la nomina di un commissario con poteri straordinari individuato nell’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Michele Mario Elia». Vedo in questa idea del commissario una specie di nostalgia per l’epoca di Bertolaso, in cui la Protezione civile riusciva a fare a tempo di record cose che altrimenti sarebbero state ferme per anni. Sono stati sbloccati anche 4,6 miliardi per investimenti negli aeroporti di Malpensa, Fiumicino, Firenze, Genova, Salerno.
• Dove prendono tutti questi soldi?
Da nessuna parte. È denaro già disponibile e contabilizzato ma che non si riesce a spendere. Le decisioni di ieri ci garantiscono sulla velocità della messa in opera? Il commissario con poteri straordinari basterà a vincere le lentezze della nostra burocrazia (all’interno della quale Renzi ha chiaramente un mucchio di nemici)? Ah, saperlo.
• Che altro?
C’è la promessa di dimezzare entro i famosi mille giorni (cioè tre anni) il cumulo di cause civili che blocca il nostro sistema e tiene alla larga gli investitori stranieri. Questo dovrebbe essere il provvedimento più importante. Le cause aperte sono adesso più di cinque milioni. Renzi ha detto che si dimezzeranno le ferie dei magistrati (oggi i tribunali chiudono dal 1° agosto al 15 settembre). Il ministro Orlando ha spiegato che si tratterà prima di tutto di togliere dalle mani del giudice tutto ciò che non deve necessariamente passare per le mani del giudice. Esempio: il divorzio brevissimo di cui abbiamo parlato l’altro giorno oppure l’incentivo a negoziare accordi prima di dare avvio alla causa, poi disincentivare le cause temerarie eccetera. Nel penale, l’idea più forte è quella di interrompere la prescrizione al primo grado di giudizio, in modo da distogliere gli avvocati dalla tentazione di adottare tattiche delatorie. «Però l’appello deve essere discusso entro due anni...» ha aggiunto Orlando. Altro provvedimento da non dimenticare: il finanziamento, con 728 milioni, della cassa in deroga.
(leggi)