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 2014  agosto 28 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Renzi promette di dimezzare entro mille giorni (cioè tre anni) i tempi della giustizia civile e promette già venerdì prossimo, in consiglio dei ministri, interventi clamorosi su civile, penale, intercettazioni, prescrizioni. Sono già in corso le litigate di prammatica, con annunci, ulteriori riflessioni, entusiasmi e anatemi. È chiaro che per tutta questa materia, almeno fino a venerdì notte, non abbiamo il minimo interesse.

E allora di che stiamo parlando?
Non abbiamo il minimo interesse per questo nuovo polverone perché abbiamo constatato mille volte che una cosa sono le anticipazioni e/o fatte abilmente filtrare sui giornali e tutt’altra cosa quello che poi succede davvero. E anche quello che «succede davvero» in consiglio dei ministri è poi da prendere con le molle, perché ci sono i passaggi parlamentari, le preoccupazioni di Napolitano e le pretese delle tribù italiane che su ogni provvedimento minimamente incidente si lanciano all’azzanno, per cambiare una virgola o un accento o una parentesi, quanto basta per far sì che quello che sembrava chiaro torni oscuro e quindi negoziabile nel resto degli anni.  

Questo pistolotto, del tutto inutile, dove ci conduce?
All’unico punto dell’immesa chiacchiera di ieri che invece è forse interessante e vale la pena di essere discusso subito.  

• Vale a dire?
Il cosiddetto “divorzio brevissimo” e dico “brevissimo” perché l’etichetta “divorzio breve” è già stata appiccicata a una legge che porta da tre anni a uno e in certi casi a sei mesi l’intermezzo tra la separazione e il divorzio. Renzi invece vuole emanare, già nel consiglio dei ministri di domani, la procedura del divorzio brevissimo. Che è questa: due coniugi che hanno deciso di farla finita con il loro matrimonio, e sono d’accordo su questo, potranno andare da un avvocato e stipulare una “convenzione di negoziazione” «al fine di raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio». L’avvocato che ha assistito la coppia ha l’obbligo di trasmettere entro il termine di dieci giorni all’ufficiale di stato civile del comune in cui il matrimonio è stato trascritto copia autenticata dell’accordo (se non lo fa rischia una multa da 5 a 50 mila euro). L’ufficiale dello stato civile completa la procedura ricevendo da ciascuna delle due parti la dichiarazione inerente alla separazione e la sancisce. Si può procedere anche alla modifica delle condizioni concordate di separazione o di divorzio. Limitazioni: in questa sequenza non sono ammessi patti di trasferimento patrimoniale; questa procedura sarà interdetta alle coppie con figli minori oppure con figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap gravi o economicamente non autosufficienti (dunque il bamboccione in casa, oltre al resto, impedisce pure a mamma e papà di andarsene ognuno per i fatti propri).  

Non ho capito se è una separazione o un divorzio.
Nella bozza del decreto si legge che l’accordo «produce gli effetti e tiene luogo dei provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio».  

E la legge sul divorzio breve? Allora è inutile...
La legge sul divorzio breve è stata approvata dalla Camera lo scorso 29 maggio, con una maggioranza schiacciante e standing ovation finale. Prima era necessario stare legalmente separati tre anni e solo dopo questi tre anni si aveva il diritto di dare avvio alle pratiche di divorzio. Adesso basterà un anno di separazione legale, o addirittura sei mesi se non ci sono minori di mezzo e i due sono consenzienti, per divorziare. La legge deve ancora passare al Senato, però, e si prevedono Family Day dei cattolici, malumori fortissimi degli alfaniani e forse mugugni anche da pezzi di Forza Italia. Siccome la “convenzione di negoziazione” è un caso particolare, l’iter della legge sul divorzio breve andrà comunque avanti, nonostante i forti malumori cattolici che considerano queste norme, le novità sull’eterologa introdotte dalla Corte costituzionale e le facilitazioni ad abortite come un unico, complessivo attacco alla famiglia. Dall’altra parte si risponde che la nostra legislazione in materia è tra le più restrittive, e che già oggi chi vuole divorziare velocemente può farlo andando all’estero infischiandosene delle nostre regole codine. L’Unione europea impone infatti che queste sentenze, se emesse in un paese della comunità, siano poi riconosciute in tutti gli stati. (leggi)

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