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 2013  settembre 22 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

La Merkel, stasera, potrebbe non essere più la cancelliera di Germania...

Ma veramente? Per via delle elezioni politiche che si tengono oggi? Ma non è la super-favorita?
Sì, è la superfavorita, e nel sondaggio più recente (in Germania i sondaggi si possono effettuare e rendere noti quasi fino all’ultimo momento) l’asse Cdu-Csu (cioè, i democristiani) ha il 39,5% dei consensi. Ma i suoi alleati liberali (Fdp) oscillano intorno al 5%, la percentuale-sbarramento. Se non dovessero superarla resterebbero fuori, ma se anche dovessero superarla arriverebbero al massimo al 5,5%. Quindi democristiani e liberali non avranno in nessun caso, si direbbe, la maggioranza per formare il governo.  

• Gli avversari dei democristiani sono i socialdemocratici, no?
Sì, l’avversario principale di Angela è il socialdemocratico Peer Steinbrück. È accreditato di un 27%, sarà cioè di sicuro almeno il secondo partito. I Verdi sono al 9%, la Linke ha un altro 9%. Non arriva al 45%, perciò, neanche la coalizione di sinistra. Quindi un governo di maggioranza assoluta non c’è. E pesano su tutto il conteggio altre incognite. Per esempio: corrono, e sono dati sul filo del rasoio (cioè ballano tra il 4 e il 5%), quelli di Alleanza per la Germania, formazione anti-europea, che non può entrare in nessuna combinazione, perché tutti gli altri partiti sono europeisti, ma toglierà voti a qualcuno. A chi? Questo è il problema. Inoltre: tre giorni fa s’è scoperto che uno dei due capi dei Verdi, Jürgen Trittin, firmò da giovane un programma elettorale per la depenalizzazione del reato di relazione sessuale tra adulti e minori consenzienti, in pratica un via libera alla pedofilia. Lo scandalo potrebbe far perdere parecchi voti a questa formazione e se li accaparrerebbe certamente la Linke, cioè la sinistra. Che quadro politico si troverebbero di fronte i partiti, con un Parlamento dominato per un quinto da forze radicali? Metta nel conto il fatto che un terzo degli elettori, ancora ieri, non sapeva per chi avrebbe votato. E ci sarà una buona quota di astensioni.  

Ma via, la soluzione è facile: democristiani e socialdemocratici si metteranno insieme, la Merkel sarà cancelliera per la terza volta e per la seconda a capo di una Große Koalition. Facile.
Sarà comunque una trattativa estenuante. Sull’Europa i socialdemocratici sono, come è ovvio, per una politica espansiva, lotta alla disoccupazione, problemi sociali più importanti dei rigori di bilancio, allargare quindi i cordoni della borsa. Merkel non sembra troppo favorevole a questo cambio di direzione, stando almeno a quanto ha fatto capire in campagna elettorale.  

Sta dicendo che le elezioni sono tedesche, sì, ma il loro effetto più importante sarà europeo?
Proprio così. Aspettando l’appuntamento di oggi, in Europa s’è bloccato un po’ tutto: la politica energetica (che può colpire le case automobilistiche tedesche), l’unione bancaria, indigesta alle banche e specialmente a quelle regionali. Merkel, in campagna elettorale, ha evitato gli argomenti più scottanti perché l’elettorato democristiano (e non solo) non intende minimamente provvedere a sue spese al salvataggio dei paesi spendaccioni. Per esempio, nessuno ha mai parlato di disoccupazione giovanile europea, cioè di creazione di posti di lavoro all’estero. La Germania ha costruito la sua fortuna economica con salari bassi, alta precarizzazione, innalzamento dell’età pensionabile, bassi tassi d’interesse finanziati dagli alti tassi d’interesse di tutti gli altri. Ha problemi demografici esattamente come noi, se non peggiori dei nostri: una popolazione anziana che ha sempre più bisogno di essere assistita e mantenuta. problemi che verranno al pettine col tempo. Naturalmente, stasera, Merkel sarà di nuovo Cancelliera, perché l’ipotesi che tutti gli altri si mettano insieme per mandarla all’opposizione è piuttosto lunare.  

Quindi oggi vedremo alla prova il famoso sistema elettorale tedesco, quello che tanti politici italiani invocano anche per noi.
I politici italiani la fanno semplice, facendoci credere che il sistema elettorale tedesco consista in pratica in un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e fiducia costruttiva. In realtà è molto complicato: ogni elettore ha in mano due voti. Col primo di questi due voti sceglie nella sua circoscrizione il candidato da mandare in Parlamento col sistema maggioritario. Cioè, il candidato che in una delle 299 circoscrizioni prende più voti risulta senz’altro eletto. In questo modo si assegna la metà dei seggi. Con il secondo voto i tedeschi stabiliscono come vada divisa la Camera tra i vari partiti. Supponiamo che un partito X abbia diritto, in base al calcolo proporzionale, a 310 seggi. Ebbene, se avrà preso 150 seggi nel maggioritario, avrà diritto a prendere altri 160 seggi nelle liste del proporzionale (senza preferenze). È qui che si può verificare la stravaganza per cui il Parlamento può avere un numero di deputati superiore al numero di seggi stabiliti. Se infatti un partito, col secondo voto (proporzionale), acquisisce il diritto a 50 seggi, ma col primo voto (maggioritario) ne ha conquistati 100, ebbene porterà in Parlamento tutti e 100 i deputati!
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