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 2013  luglio 10 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Si discute intorno al giudizio da dare sull’operazione Loro Piana, la grande azienda italiana del cachemire comprata dai francesi di Louis Vuitton Moet et Chandon (Lvmh) per due miliardi di euro. Si tratta dell’ennesimo atto demolitorio delle nostre manifatture oppure è un’interessante inezione di denaro fresco in un Paese i cui capitalisti preferiscono tenersi i soldi in tasca quando non all’estero? Se dell’operazione si desse un giudizio negativo, dove andrebbero cercati i responsabili? Tra i politici che nulla fanno per difendere il perimetro della nostra industria? O tra gli stessi industriali, restii a rischiare denaro proprio, soprattutto incapaci di innalzarsi da una visione familiare (paesana) del business a un punto di vista globale, nel quale si calcolano le nuove potenzialità dei paesi emergenti, si sfruttano i nuovi mercati che si aprono, si attirano i nuovi ricchi che chiedono solo di spendere i loro soldi nelle cose belle.

E, quanto alle cose belle, l’Italia è maestra.
Infatti. Facendo un piccolo catalogo delle acquisizioni si vede che sono finiti in mani straniere, prima di Loro Piana, Fendi, Pucci, Gucci, Safilo, Bulgari, Brioni, Valentino, Pomellato, Acqua di Parma, Bottega Veneta, Sergio Rossi. Nell’alimentare: Algida, Bertolli, Santa Rosa, Riso Flora, Parmalat, Galbani e Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Buitoni, Sanpellegrino, Perugina, Motta, Antica Gelateria del Corso, Cova, Valle degli Orti, Peroni, Gancia, i pelati Ar (comprati addirittura dai giapponesi di Mitsubishi). È un piccolo catalogo, rispetto al complesso di tutte le acquisizioni (108 nel 2011), al quale so contrapporre soltanto Barilla che si prende la francese Harry’s e la svedese Wasa e Luxottica che conquista Ray-Ban. Il confronto è ampiamente in perdita per noi.  

Come mai?
Mah, un po’ è quello che dicevamo all’inizio. C’è intanto una resistenza fortissima dei capitalisti italiani a tirar fuori i soldi, una resistenza resa invincibile dall’abitudine inveterata del nostro sistema di privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite. Non abbiamo inventato noi il sistema delle scatole cinesi, per cui con un possesso effettivo di un 3% si controlla un’azienda come se se ne possedesse il 100 per cento? Questi contenitori vuoti sono anche quotati in Borsa, a disposizione dei gonzi che non hanno capito come funziona il sistema. C’è poi la struttura familiare della gran parte delle nostre imprese, struttura che trova difficoltà ad allargarsi a nuovi soci e a nuovi manager quando il successo impone il salto di qualità. Bisogna mettere nel conto anche l’incapacità politica dei nostri a un minimo di controllo su quello che possediamo. I francesi, pur di non farci entrare in casa loro, dichiararono strategico il latte! Salvo poi venirsi a comprare Parmalat, che i nuovi padroni di Lactalis svuotarono con una furbata del tesoretto che la società aveva in cassa e che finì nelle loro tasche. Detto tutto questo, in un mondo globalizzato non dobbiamo poi nemmeno drammatizzare troppo l’arrivo dello straniero. Come ho sentito dire una volta, non è importante che a Wimbledon vinca uno spagnolo o uno svizzero, l’importante è che il torneo si svolga a Londra. Ecco, su questo - sul fatto cioè che le attività acquisite dallo straniero restino in Italia - ci vorrebbe un minimo di iniziativa politica. Lo scrivo e so già che non accadrà. Non siamo capaci, non siamo abituati.  

Nel caso di Loro Piana...?
Nel caso di Loro Piana, i due fratelli, Sergio e Pier Luigi, hanno detto che il nuovo proprietario, Bernard Arnault di Lvmh, intende investire, assumere e non delocalizzare da Quarona Sesia (Vercelli). La prova di tutto questo starebbe nel fatto che i due Loro Piana sono stati lasciati ai posti di comando. Lei sa che Loro Piana è leader nel cachemire, conservano in cassaforte il filo più sottile del mondo, una fibra da 10,5 micron prodotta dai loro allevatori neozelandesi. Arnault possiede già - di italiano - Bulgari, mezzo Fendi (l’altro mezzo è di Prada), Pucci e Acqua di Parma. Loro Piana diventerà fornitore anche di questi marchi e integrerà i suoi 130 punti vendita sparsi sul pianeta con quelli degli altri marchi. In questo, la strategia complessiva di Lvmh appare assai forte. Per Bulgari, Arnault tirò fuori senza esitare quattro miliardi e mezzo.  

E i Loro Piana quanto hanno incassato?
Due miliardi puliti e si sono tenuti un venti per cento della società (mentre la sorella Lucia ha ceduto tutto).  

Si sa che cosa faranno di questi soldi?
Ai giornalisti hanno spiegato che dovranno studiare il problema e decidere dove investire. È escluso che creino una seconda Loro Piana (di solito nei contratti di vendita di questo tipo un’eventualità del genere è esclusa in partenza). Speriamo che questi due miliardi servano a creare altro lavoro da noi. (leggi)

Dai giornali