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 2013  gennaio 24 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

In un clima mondiale nervoso per faccende giapponesi che non possiamo qui spiegare, la Borsa di Milano ha sofferto di più a causa del guaio-Mussari, l’avvocato calabrese catapultato nel mondo della grande finanza una quindicina d’anni fa e che s’è dimesso dalla presidenza dell’Abi dopo le rivelazioni del Fatto quotidiano sulla sua gestione del Monte dei Paschi di Siena…

Andiamoci piano, in questo attacco c’è troppa roba.
Monte dei Paschi di Siena: è la sesta banca italiana (un tempo terza), roccaforte del sistema di potere del Pd (anche se ieri Bersani ha detto: «Il Pd fa il Pd, e le banche fanno le banche», frase a cui si potrebbe rispondere: magari!), finanziatrice del Siena calcio e del palio (soldi che da giugno non ci saranno più), la più antica banca del mondo, ma adesso in guai grossissimi, al punto che in Borsa ha perso in due giorni il 15% del suo valore. L’Abi è una sigla che significa: «Associazione Bancaria Italiana», cioè è l’organismo che deve tenere alta la reputazione del sistema bancario (oggi, un’impresa disperata). Giuseppe Mussari è un bell’uomo di 50 anni che presiedeva l’Abi, incarico confermato appena sette mesi fa. Prima di presiedere l’Abi, Mussari è stato presidente del Monte dei Paschi (Mps) e qui avrebbe combinato guai molto seri, che il Fatto ha rivelato l’altro giorno. Una volta tanto, l’inchiesta di un giornale, documentatissima, ha ottenuto un effetto. Mussari si è dimesso. Come fa un uomo implicato in quelle faccende a fare la réclame delle banche?

Che faccende?
I guai cominciano con l’acquisizione di Antonveneta, nel 2007. Ne abbiamo già accennato qualche altra volta, perché la vicenda è nota fin dal primo istante. Intorno a questa banca, all’inizio di proprietà olandese, s’era svolta nell’estate del 2005 una parte della guerra detta dei “furbetti”, guerra che rese celebri Stefano Ricucci (quello del «volete fa’ i froci co’ i culi dell’altri»), Gianpiero Fiorani, il governatore Antonio Fazio e sua moglie, Giovanni Consorte eccetera. Antonveneta era un boccone talmente ghiotto che nel 2007, quando i nuovi proprietari del Santander (spagnoli) stavano per venderla ai francesi di Paribas, Mussari si precipitò a fare un’offerta e a comprarla. Solo che il Santander aveva acquistato Antoveneta per 6,5 miliardi e Mussari invece, pochi mesi dopo, aveva sborsato addirittura 9 miliardi e mezzo! La magistratura indaga su quell’operazione, il sospetto di un tangentone esiste, ma Mussari finora non è stato toccato.

E allora?
E allora il Monte era ricco, ma non così ricco da poter tirar fuori una somma simile. Dal 2008 in poi bisognò arrampicarsi sugli specchi per rimettere i conti a posto e soprattutto per presentare bilanci che non facessero scandalo. Lei sapeva che si possono avere conti disastrati e bilanci magnifici? Un sistema è quello di mettere in piedi un intreccio di scommesse, che si possono facilmente occultare grazie al fatto che non si sa se alla fine risulteranno vincenti o no. In quale posta di bilancio si dovrebbero mettere? Nessuno lo sa, e questo autorizza ad occultarle. Sono scommesse, per esempio, le assicurazioni, e ci sono assicurazioni sui titoli, che permettono a chi le sottoscrive di non perdere, o di perdere meno o addirittura di guadagnare se il prezzo di un’azione invece di salire scende. Dirle di più vorrebbe dire scrivere un trattato di un centinaio di pagine.

Mussari truccò i conti ricorrendo ai derivati?
Non so se il verbo “truccare” è corretto. Certo, li abbellì. I derivati in cui andò a impelagarsi risultano fino a questo momento tre, e si chiamano Santorini, Alexandria e Nota Italia. Ognuno di questi contratti è servito per riparare i danni provocati dal contratto precedente, aggravandolo ogni volta col solo vantaggio certo di distribuire le perdite, eventuali ma probabili, in un lasso di tempo più lungo. Quello su cui ha messo le mani Il Fatto è Alexandria, stipulato con la Nomura nel 2009 e scoperto in una cassaforte lo scorso 10 ottobre: 49 pagine in inglese, che descrivono un’operazione talmente complessa che lo stesso presidente della banca giapponese chiese a Mussari se lui e i suoi l’avessero davvero capita. Risulta chiaro però questo: che Alexandria peggiorerà il bilancio 2012 di Mps di 220 milioni. E che il buco finale sarà di almeno 740 milioni.

E come faranno?
Il Monte se la passava già male, stava chiedendo in prestito allo Stato 3,4 miliardi (Monti bonds) al tasso del 9% innalzabile al 15, e stava procedendo a una forte riduzione del personale. Ora lo Stato dovrà tirar fuori 500 milioni in più. Bisognerebbe chiedersi come mai i banchieri si siano scelti quest’uomo come loro rappresentante e lo abbiano addirittura confermato nell’incarico. Domani si riuniscono i soci. Oscar Giannino e Beppe Grillo hanno ottenuto una delega per parlare. Ne sentiremo delle belle. (leggi)

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