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 2012  marzo 21 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Un’intera giornata di riunioni, cominciata alle 9 del mattino dopo un vertice la sera prima con i sindacati al ministero del Lavoro durato fino a mezzanotte, si è conclusa alle otto e mezza di ieri sera con una conferenza stampa di Mario Monti ed Elsa Fornero dalla quale abbiamo appreso che: sull’impianto della riforma del mercato del lavoro c’è un assenso generale; sulla riscrittura dell’articolo 18 resta il dissenso della Cgil. Molti altri dettagli devono essere messi a punto e per questo è indetta una nuova riunione per giovedì, ore 16, e cioè il giorno dopo il direttivo della Cgil e il giorno prima del varo della riforma in consiglio dei ministri. La conferenza stampa, oltre a chiar meglio le cose che i giornali hanno scritto nei giorni precedenti, ha fornito però due novità assolute e di grande rilievo. La prima, tutta politica: Monti ha detto che le parti sociali sono state semplicemente consultate e che non ci sarà nessun accordo e nessuna firma in nessun caso: l’unico interlocutore possibile per questo governo è il Parlamento, qualunque atto che suoni concertativo alla vecchia maniera è da escludere. Le parti – ha aggiunto Monti – un tempo si incontravano e facevano accordi tra di loro, avendo il governo come mediatore e senza preoccuparsi della copertura finanziaria delle cose che decidevano. È un’epoca finita: l’unica istanza che può darci un via libera o fermarci – ha sostanzialmente detto il premier - è il parlamento. Si tratta, per il posto che i sindacati hanno avuto finora nel sistema italiano, di una rivoluzione copernicana, anticipata peraltro già dalla linea seguita dal governo sulle pensioni. La seconda novità, dalle conseguenze sociali incalcolabili: saranno obbligati ad andare in permesso alla nascita di un figlio anche i padri, nell’ambito dei primi tre anni di vita del bambino. Questo significa non solo che gli uomini dovranno stare a casa a cambiare i pannolini del piccolo (mentre magari la madre andrà a lavorare), ma soprattutto che la “discriminante maternità” che rende tanto difficile alle donne trovare un posto di lavoro, varrà anche per i maschi. Il permesso di paternità, ripetiamo, sarà infatti obbligatorio.

• Che conseguenza può avere l’opposizione della Cgil alle modifiche dell’articolo 18?

Soprattutto quella di mettere in imbarazzo Bersani e il Pd quando si tratterà di votare non si sa ancora se un decreto legge o una legge delega. Monti ha detto che giovedì prossimo non ci sarà spazio per nuovi interventi su quella norma dello Statuto dei lavoratori: così è e così rimarrà in ogni caso (a parte le eventuali modifiche in Parlamento).

• Com’è fatto a questo punto questo articolo 18?

Se ti mandano via perche sei ebreo o perché fai troppo il sindacalista (licenziamento discriminatorio), il provvedimento è nullo e sei reintegrato immediatamente. Se ti licenziano perché il lavoro che prima facevi tu lo fa adesso una macchina, te ne vai con un risarcimento di 15-27 mensilità e non puoi farci niente (licenziamento per motivi economici). Se ti licenziano perché hai rubato o perché non spegni la luce prima di andare via (licenziamento disciplinare), sarà il giudice a decidere se devi essere reintegrato o risarcito. Però l’articolo 18 si estende a tutte le imprese, anche a quelle con meno di 15 dipendenti. Quindi i padroncini che mobbizzano le cassiere dovranno stare molto attenti.

Che mi succede se resto senza lavoro?

La cassa integrazione ordinaria rimane, quella straordinaria pure, finisce invece la cosiddetta mobilità, quel pezzo del welfare che riguarda i lavoratori rimasti senza posto. Per costoro, invece dei quattro anni teorici di assistenza, si provvederà con un assegno di 1.119 euro per 6 mesi, ridotto del 15% per gli altri sei mesi. Se il lavoratore ha più di 54 anni, saranno ammessi altri sei mesi di soccorso con un ulteriore taglio del 15%. Il trattamento di mobilità riguarda oggi quattro milioni di lavoratori. Questo nuovo Aspi (Assicurazione Sociale Per l’Impiego) sarà invece erogabile a tutta la platea dei 12 milioni di lavoratori dipendenti. La Fornero ha spiegato che il nuovo sistema vuole incentivare i lavoratori a trovarsi un altro posto al più presto.

• E al momento di essere assunto?

Le imprese potranno/dovranno ricorrere a un contratto dominante, uguale per tutti. In un primo periodo di tre anni, dedicato all’apprendistato, il lavoratore potrà essere mandato via, in forme che non sono ancora state spiegate. Dopo questi tre anni, il contratto diventerà a tempo indeterminato. Il ricorso a forme di contrattualizzazione più flessibili (contratti a progetto, lavori somministrati, a chiamata ecc.) sarà più costoso per le imprese di un 1,4%, parzialmente restituibili se il contratto flessibile sarà trasformato in un’assunzione a tempo indeterminato.

• Quanto costerà tutto questo?

Il sistema andrà a regime nel 2017. La Fornero ieri sera ha detto che bisognerà trovare 1,7-1,8 miliardi.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 21 marzo 2012]

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