Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, hanno litigato tutto ieri intorno al caos di Roma, se sia colpa dell’uno o dell’altro. Intanto è nevicato un po’ di meno, forse abbiamo imboccato la via dell’uscita dal freddo siberiano (specie al nord), anche se ieri la cronaca ha continuato a rifornirci di episodi drammatici. Altre quattro persone sono morte di freddo: un cingalese di 37 anni a Lucca (s’era rifugiato in un capannone abbandonato a pochi metri dalle mura), un clochard di Ostia (in un parco di via delle Azzorre), una senzatetto italiana di 78 anni sempre a Roma (stazione Termini), una donna di 66 anni nella sua casa fatiscente di Palestrina. Una signora di 91 anni, a Trieste, è stata scaraventata in terra dalla bora, ha battuto la testa ed è morta sul colpo. Quattro anche i morti d’infarto per la fatica di spalare la neve: un uomo di 79 anni a S.Severino Marche, un cinquantenne a Frigento, in provincia di Avellino, un cinquantunenne a Mosciano (Teramo), un 87enne ad Archi (Chieti). Alle due di ieri pomeriggio le utenze ancora senza elettricità nel centro-sud risultavano 74.860 (67 mila nel Lazio, mille in provincia di Isernia, 3.360 in Abruzzo, 3.500 in Campania). All’Aquila il sindaco Cialente ha requisito il carburante nei distributori di benzina. I treni cancellati sono stati decine, soprattutto sulle tratte Roma-Venezia, Milano-Taranto e Milano-Napoli. Proteste per la chiusura della A24 e della A25. La Fiat di Melfi non lavorerà neanche stamattina: non sono arrivati i pezzi. Gli operai vanno in cassa integrazione. Nel Riminese il crollo di un capannone ha ucciso 50 mila pulcini. La Coldiretti valuta in cento milioni di euro i danni provocati dal gelo alla filiera agroalimentare. A Milano s’è ghiacciato mezzo Idroscalo. Tralascio di dare dettagli sulla situazione europea, altrettanto grave (Heathrow ha cancellato la metà dei voli, in Bosnia ci sono cento villaggi completamente isolati dalla neve alta due metri, paralizzata anche Sarajevo.
• Andiamo subito allo scontro Alemanno-Gabrielli.
Ma niente: ieri Gabrielli è andato da Lucia Annunziata (In ½ ora, Raitre), mentre Alemanno partecipava via telefono. Alemanno, in una dichiarazione, ha detto che Gabrielli, ospite in vari programmi, ha imposto ovunque, per partecipare, che il sindaco non fosse presente. In ogni caso, dalla Annunziata se le sono date di santa ragione intorno al tema a cui abbiamo già accennato ieri: Alemanno dice che la Protezione civile non gli ha dato notizie veritiere su quello che sarebbe successo («in termini di allerta e di capacità di intervento, la Protezione civile purtroppo in Italia non c’è più. È una realtà purtroppo burocratica»), Gabrielli ha controribattuto che il sindaco mistifica la realtà. Invocano entrambi una commissione d’inchiesta che appuri la verità ed è probabile che qualcosa del genere si faccia. Alfano, difendendo il sindaco, ha annunciato «un atto parlamentare».
• Chi ha ragione?
Beh, Alemanno perde nel confronto con Milano, dove è nevicato di più e a cui la Protezione civile avrà fornito informazioni non troppo dissimili – per precisione – a quelle che ha dato a Roma. Milano ha affrontato l’emergenza in relativa scioltezza, al contrario della Capitale. Tra le frasi dette da Gabrielli c’è anche questa: «A mezzanotte (di venerdì) il sindaco cercava ancora il sale».
• Alemanno ieri ha fatto un comunicato in cui annuncia di aver sparso 600 tonnellate di sale.
Sì, ma ieri la frittata, ormai, era stata fatta. Una città rimasta per una sessantina di ore almeno senza autobus e senza taxi e in cui le automobili non potevano circolare… E naturalmente fa impressione che pochissimi romani abbiano poi effettivamente preso la pala per spazzare il marciapiede davanti a casa. Diciamo che di slancio verso il bene comune se n’è visto in ogni caso poco. Detto questo, è vero che la Protezione civile è apparsa un pallido ricordo di quella d’un tempo.
• Bertolaso era più bravo?
Il discorso ci porta dritto ai magistrati di Firenze che hanno messo sotto accusa Bertolaso e la Protezione civile nell’ambito dell’inchiesta sul G8 alla Maddalena e sulla ricostruzione dell’Aquila. La Protezione civile - troppo efficiente, troppo veloce nel risolvere problemi di cui la struttura elefantiaca della nostra amministrazione veniva a capo dopo decenni - venne messa a un tratto sotto accusa da tutti: giudici, giornalisti (non noi), costruttori (esacerbati dal fatto che Bertolaso sceglieva le aziende senza gare e senza relative spartizioni), oppositori del Cavaliere. Risultato: la struttura è sparita dalla circolazione. Non si è vista neanche nella storia della Costa Concordia. Niente di strano: chi si assume la responsabilità di far qualcosa se poi il rischio, molto concreto, è di finire in galera? Se la Camera, l’altro giorno, col contributo di una cinquantina di democratici, ha votato a favore della responsabilità civile dei magistrati, una ragione ci sarà…
• Quindi? Bisogna richiamare Bertolaso?
Non basterebbe. Sentiamo proprio Gabrielli: «La Protezione civile interventista, tuttofare, con poteri straordinari per gestire le emergenze, non esiste più. Scordatevela. Anche a seguito delle note vicende è stata cancellata da una legge dello stato, la 10 del 2011, che l’ha imbrigliata in lacci e laccioli. Prima c’era la possibilità di intervento immediato con la garanzia politica di una copertura immediata. Adesso invece se non c’è prima il concerto del ministero dell’Economia e se non arriva il visto preventivo della Corte dei conti, la Protezione civile non si muove».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 6 febbraio 2012]