Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Le ultime novità sul naufragio del Giglio sono queste: le vittime accertate sono cinque, il numero dei dispersi oscilla, a seconda della fonte, tra i 10 e i 17, ma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sostiene che sono 17, «11 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio». Il comandante della nave, Francesco Schettino, e il primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, hanno passato la notte in carcere. Il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, è piuttosto sicuro delle loro responsabilità. Parla di «manovra maldestra» e accusa i due di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Schettino dice di essere rimasto a bordo fino all’ultimo, ma lo smentisce la Capitaneria di porto i cui membri sostengono di averlo invitato più volte a risalire a bordo. Schettino li avrebbe rassicurati, ma sarebbe invece rimasto a terra, al sicuro. Il comandante avrebbe anche ritardato l’allarme: la scatola nera, recuperata dai soccorritori, racconta che la nave si è incagliata alle 21.58 e alle 22.10 è arrivata dalla “Costa Concordia” la segnalazione che a bordo c’era un problema al generatore (nessun accenno a secche o urti). L’allarme vero e proprio è stato dato alle 22.30, cioè un’ora e mezza dopo. Ma non è mai stato lanciato, per esempio, il famoso mayday, la richiesta cioè di aiuto totale per via di una catastrofe.
• I diciassette dispersi (se sono diciassette) potrebbero
essere altrettante vittime?
Purtroppo, sì. C’è il mistero delle cabine bloccate
che i sommozzatori stanno forzando per vedere se dentro c’è ancora qualcuno.
Hanno trovato così – e salvato – una coppia di sudcoreani in viaggio di nozze, Hye
Jim Jeong e Hideok Han, tutti e due di 29 anni, rimasti intrappolati in cabina
durante la prima crociera della loro vita. Per estrarli c’è voluta un’ora e
mezzo di lavoro. Idem per Manrico Giampedroni, commissario di bordo ed eroe di
questa vicenda (ne parliamo qui a lato), che era scivolato, s’era fratturato
una gamba e non riusciva più a muoversi. Pensi che i due morti ritrovati ieri –
un italiano del 1926, di nome Giovanni Masia, e uno spagnolo del 1943, che si
chiamava Gual Guillermo – avevano addosso i salvagenti. Non ce l’hanno fatta lo
stesso.
• A proposito di spagnoli, ho sentito ieri alla
televisione che il naufragio ha destato un’enorme impressione nel mondo.
Nonostante la generosità con cui gli abitanti di
Santo Stefano hanno aiutato i naufraghi (e che c’è stata riconosciuta ovunque)
e nonostante le parole di elogio ai soccorritori pronunciate da Mario Monti,
l’Italia esce male dalla vicenda, e questo è un guaio in un momento in cui
tutti sparlano di noi per via dei nostri debiti (c’è davvero paura, stamattina,
per come reagiranno le Borse ai downgrading dell’altro giorno, e a questo punto
anche alla disistima ulteriore che ci ha procurato questo disastro). Durante le
ore topiche, sono partiti dai telefonini dei passeggeri centinaia di sms e di
tweet che annunciavano l’insipienza di un equipaggio quasi tutto straniero, che
non capiva e non si faceva capire, l’assenza di coordinamento, l’insufficienza
– a quanto pare – di scialuppe e salvagenti, eccetera eccetera. E il comandante italiano che scappa! Certi turisti americani, sbarcati a Santo Stefano, ci hanno gridato contro «Terroristi!». La “Bild”, il quotidiano più diffuso in
Germania (cinque milioni di copie), ha dato molto spazio a questi messaggi e
alle nostre inefficienze.
• Come stanno le cose relativamente alla manovra
fatta da Schettino?
Sembra assodato che si fosse portato così sottocosta per farsi vedere dalla popolazione e salutare gli amici con tre colpi di sirena. Lo so che sembra incredibile, ma queste manovre spericolate sono a quanto pare
frequenti. Esiste una lettera del 9 agosto, scritta dal sindaco del Giglio,
Sergio Ortelli, al comandante della “Concordia”, in quel momento Massimo Callisto Garbarino. In questa lettera lo si ringrazia per essere passato sottocosta, «spettacolo unico nel suo genere». Segnalazioni analoghe arrivano da Ponza e ieri ci sono state contestazioni per questo anche a Venezia, dove una piccola folla ha dato degli inquinatori ai comandanti di questi colossi del
mare.
• Non dipenderà in qualche misura anche dalle dimensioni?
Si tratta alla fine di grattacieli galleggianti…
Tecnologicamente, secondo le testimonianze di tutti,
sono opere perfette e dotate dei più moderni sistemi di sicurezza. Ma è un
mercato in espansione – in forte espansione – e che pratica la politica della vacanza di massa, quindi possibilmente con prezzi sempre più bassi. La Royal Caribbean ti fa fare 12 notti tra Grecia e Turchia per 481 euro, vuol dire 40 euro a notte! Per abbassare i prezzi, bisogna imbarcare il maggior numero di passeggeri. Ecco quindi i tremila e passa del “Concordia”, che non è neanche la
nave più grande del settore. E come te la cavi quando devi salvare in poche
ore, perché la barca sta affondando, quattromila persone? Il numero dei
crocieristi era di 400 mila degli anni Settanta ed è stato nel 2010 di 18,8
milioni.
• Ma la Costa è italiana?
No. è della Carnival Cruise, megacorporation
americana che possiede dieci marchi – tra cui Costa – e oltre cento navi.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 16 gennaio 2012]
(leggi)