2 agosto 1978
Berlinguer: «Qualcuno teme la presenza del Pci»
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Nonostante l’accordo americano, ieri è stata una giornata molto brutta per le borse europee, e bruttissima per Piazza Affari. La Borsa italiana ha perso il 3,87 per cento, secondo peggiore risultato dell’anno. Il differenziale tra Btp e Bund è a quota 354, un livello mai raggiunto e che impone al nostro Tesoro di pagare più del 6 per cento di interesse a coloro che sottoscrivono i nostri titoli. Questo tasso così alto ha anche conseguenze sulla capacità delle banche di far provvista di liquidità: se lo spread non migliora ci saranno meno soldi da distribuire con conseguenze pesanti per i finanziamenti alle imprese e alle famiglie. Gli operatori, nel crollo di ieri, hanno punito ancora una volta i titoli delle nostre banche, non solo per la questione dei tassi d’interesse sulle obbligazioni, ma anche perché una metà del debito pubblico italiano – che i mercati mondiali giudicano a questo punto infetto – è detenuto dalle banche italiane. Lo si capisce bene guardando il livello dei crolli di ieri: Intesa, che è più esposta sull’Italia, ha perso il 7,8; Unicredit poco più del 4.
Come mai l’accordo americano non ha
riportato la pace?
Intanto è un accordo che va ancora votato dal Congresso e la
partita, benché apparentemente vinta, non è finita: alla Camera la destra
repubblicana, che non vuole aiutare Obama e respinge i tagli alla Difesa,
potrebbe ancora fare qualche scherzo. In ogni caso, i mercati erano partiti
bene, sia in Asia che in Europa, proprio grazie all’intesa raggiunta tra
repubblicani e democratici. Ma a metà mattinata sono arrivati i dati relativi
all’indice Ism (Industry for Supply Management), che si riferiscono
all’attività manifatturiera americana. Questo indice è buono se sta sopra 50, mentre
sotto 50 annuncia difficoltà e recessione. A giugno l’Ism era a 54,5, il dato
di ieri, relativo a luglio, era 50,9: è sceso e siamo pericolosamente vicini
alla recessione. Non parliamo dell’Ism europeo – compreso quello inglese – che
è ancora più basso.
Spieghi bene,
per favore, come mai questo Ism deprime le Borse.
È molto semplice, se ci pensa: il mondo è
indebitato fino al collo, gli americani dovranno restituire i 14.300 miliardi
accumulati fino ad oggi e gli altri quasi tremila che accumuleranno, grazie
all’accordo di ieri, fino al 2013. Il debito americano è per ora al 65% del
Pil, quello dei paesi europei sta invece quasi sempre in prossimità del 100%
(noi siamo al 120%). Come si restituiscono questi soldi? Esattamente come fanno
le famiglie: destinando un pezzetto dello stipendio o del reddito al pagamento
del mutuo o del prestito contratto per le vacanze. Bisogna cioè che ci sia un
reddito abbastanza alto da poter esser decurtato di una quota. A che cosa
corrisponde questo reddito familiare quando ci occupiamo degli stati? Al Pil,
cioè alla produzione lorda. Se l’incremento del Pil è prossimo a zero,
significa che non ci sono le risorse per ripagare il debito. Se la produzione
manifatturiera cala, vuol dire che non ci saranno i soldi per le rate. Se si
fanno delle proiezioni si vede poi che troppi paesi non sviluppano.
Tra questi l’Italia.
È la ragione per cui adesso si vende Italia.
Se l’Italia nonsviluppa, vuol
dire che a un certo punto non sarà in grado di restituire il suo debito (per
metà detenuto da stranieri). La settimana scorsa la Deutsche Bank ha ridotto la
sua quota di Btp di 7/8. L’acronimo Pigs (Portogallo Irlanda Grecia Spagna) è
ormai diventato Piigs, e la seconda “i” si riferisce a noi. Spieghiamo qui a
fianco che Berlusconi verrà a riferire in Parlamento mercoledì e che giovedì
incontrerà le cosiddette parti sociali. In questo caso a guidare le parti
sociali c’è l’Abi, cioè l’Associazione delle Banche. Seduti al loro fianco ci
sono quelli della Cgil. La Uil ha giudicato l’allarme che costoro hanno
lanciato mercoledì scorso “doroteo” e all’ultimo non l’ha firmato. Francamente
vedere insieme banchieri e cgiellini è già un fatto gigantesco, senza bisogno
di pretender troppo dai comunicati.
Che cosa può fare la politica?
Molto più di quanto ha fatto finora. Si dice che
Berlusconi si sia indotto a parlare su pressione dei suoi, che sentono il
bisogno di “un colpo”. Si parla di un taglio gigantesco delle province, con
conseguenze inimmaginabili nel rapporto con la Lega. Il presidente Napolitano
non è andato in vacanza.
Potrebbe cadere il governo?
Berlusconi ha un nuovo nemico e si chiama Zapatero.
Il premier spagnolo ha sciolto le camere e convocato le elezioni per novembre.
I mercati non si sono lasciati impressionare, anzi hanno reagito tutto sommato
bene. Significa che forse una fine anticipata della legislatura calmerebbe le
acque anche da noi. Qualcuno ci sta pensando
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 2 agosto 2011]
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