Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A questo punto a Lampedusa ci sono probabilmente più immigrati che abitanti. Nell’isola vivono cinquemila persone, un computo preciso non è stato fatto, ma il sorpasso, a occhio e croce, dovrebbe essere avvenuto. Scortate dalle motovedette della Capitaneria di porto, ieri sono arrivate altre quattro carrette del mare, due la mattina e altre due poco prima dell’ora di pranzo. In totale 228 disperati, tra cui una donna incinta subito soccorsa dal personale della banchina.
• Non c’è un qualche pericolo di epidemie?
Il sindaco De Rubeis ha lanciato l’allarme: «I migranti dormono a terra e all’aperto, in mezzo alla spazzatura. L’epidemia non è un’ipotesi tanto remota. Non hanno acqua per lavarsi, la notte stanno all’addiaccio». Lo ha smentito, con una dichiarazione ufficiale, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio: «Non c’è nessun rischio immediato per la salute, né di epidemie all’interno del Centro di primo soccorso di Lampedusa. Da un punto di vista sanitario è tutto sotto controllo. Certo, qualche problema gestionale c’è, dal momento che ospitiamo circa 2.200 immigrati in una struttura che ne può accogliere 850. Ma, ripeto, da un punto di vista sanitario non c’è nessuna emergenza». Interessante anche una dichiarazione di Aldo Morrone, già direttore dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti. Ha paragonato i migranti di adesso con quelli di un paio d’anni fa. «Chi parte oggi è sano e giovane, a differenza del passato. Chi arriva in Italia affronta viaggi brevi, in condizioni precarie, ma migliori rispetto ai migranti che sbarcavano nel 2008-2009. A quel tempo la gente affrontava viaggi di un anno. Periodi lunghi in cui chi fuggiva s’imbarcava in percorsi complicati e faticosi. Ci si ammalava più facilmente. Oggi le condizioni sono sicuramente migliori».
• Resteranno tutti a Lampedusa?
Maroni ha riunito i rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Sta preparando un piano che prevede l’arrivo di 50 mila persone («un numero molto realistico»). L’idea è di distribuire («spalmare») questi esseri umani sul territorio, con la collaborazione degli enti locali, in proporzione al numero degli abitanti, ma tenendo conto delle realtà già sotto pressione, come Sicilia, Calabria o Puglia, oppure di quelle che sono in emergenza per altre ragioni, come l’Abruzzo. Il piano sarò distribuito a governatori, presidenti e sindaci nei prossimi giorni, perché se ne facciano un’idea e dicano come possono contribuire.
• Opposizioni?
Nessuna. Tutti hanno manifestato grande disponibilità. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani (Pd), l’ha definita «collaborazione inter istituzionale».
• Non è cambiato, su questo problema, l’atteggiamento della Lega?
Maroni ha pronunciato nei giorni scorsi una parola rara sulla bocca dei leghisti: «solidarietà». E si è preso un elogio da Napolitano, che tra l’altro ha anche esaltato la riforma federalista. Una lettura audace di queste frasi sarebbe questa: la Lega sa che, in caso di crisi, toccherebbe probabilmente a lei guidare il governo, e l’uomo potrebbe essere proprio Maroni. Il partito di Bossi si muove in questo momento a tutto campo. È in programma una risoluzione della maggioranza sulla questione libica che vede in primo piano le richieste leghiste, secondo le anticipazioni che ha fornito ieri il senatore Bricolo, capogruppo a palazzo Madama: «La Lega Nord è favorevole a una risoluzione di maggioranza sulla Libia che contenga anche, al di là dell’intervento umanitario, la difesa dei nostri confini per bloccare i flussi degli immigrati in partenza dal Nord Africa e in arrivo sulle nostre coste. Allo stesso tempo il governo deve impegnarsi a tutelare gli accordi energetici fatti con la Libia per evitare che il loro mancato rispetto porti conseguenze negative sul costo dell’energia e dunque sulle famiglie e le imprese».
• Mi sa che il popolo leghista, sulla storia dei cinquantamila da spalmare, non sono tanto d’accordo con i loro capi.
Ho dato un’occhiata ai commenti pubblicati su corriere.it. È un subisso: «Questi sono tunisini che non fuggono da alcuna guerra, solo dalla loro Patria che evidentemente non gli piace. Ma perchè dobbiamo prenderceli tutti noi?» (Chiara Mente); «Egr. Sig. Ministro, se questa e’ la sua decisione, beh la mia sarà di non votarvi più perche’ state dimostrando che a mali estremi voi offrite sempre i soliti rimedi» (Perseus68); «Da rimandare a casa loro, tutti, senza distinzione. Per chi vuole invece aiutarli: per favore fornisca il proprio indirizzo con numero di telefono» (le.one); «Maroni e Tunisini, tutti a casa. Lega: ci ricorderemo di tutto questo alle prossime elezioni!» (darach oga). Eccetera, eccetera. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/3/2011]
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