Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Giornata politica movimentata da una dichiarazione di Maurizio Gasparri, il capogruppo del Pdl al Senato.
• Sentiamo
«Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara (segretario e presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ndr), qui ci vuole un 7 aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 (in realtà era il 1979 - ndr) in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma: tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti città per città. La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie. Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza. Chi protesta in modo pacifico e democratico va diviso dai vasti gruppi di violenti criminali che costellano l’area della sinistra. Solo un deciso intervento può difendere l’Italia».
• Prima di entrare nel merito: c’è un’altra manifestazione alle viste?
Sì, oggi il Senato comincia la discussione sulla riforma universitaria. Se ne prevede l’approvazione mercoledì. E stavolta sarà definitiva perché il testo dovrebbe essere identico a quello approvato alla Camera. Le opposizioni, che avevano chiesto di spostare la discussione a gennaio, hanno presentato 500 emendamenti. Cioè, si preparano a fare ostruzionismo. Non è escluso perciò che alla fine il governo metta la fiducia. L’obiezione che la fiducia impedirebbe il dibattito è abbastanza discutibile a questo punto: la legge Gelmini fa su e giù da due anni. In ogni caso: al Senato, dove Berlusconi non ha problemi di numeri, si annunciano muri contro muri. È chiaro che fuori dal Senato ci saranno ancora manifestazioni. È l’ultima occasione per bloccare tutto. Il sindaco Alemanno ha chiesto che ai manifestanti si assegni un percorso e li si obblighi a seguirlo. Quel paio di organizzazioni studentesche che ieri hanno rilasciato dichiarazioni, o comunicati, annunciano invece «la sorpresa», «lo spiazzamento», «l’inventiva». Cioè si preparano a manifestare senza far sapere che cosa intendono fare. È sicuro che il presidio della polizia sarà imponente e impedirà l’avvicinamento dei cortei a Palazzo Madama. Il 14 le proteste furono caotiche, ma pacifiche al mattino (a parte lo scoppio di qualche decina di petardi con effetti unicamente assordanti). Il pomeriggio invece è successo quello che è successo. Di qui la dichiarazione di Gasparri.
• Si può fare? Cioè, è possibile arrestare qualcuno preventivamente?
Ma se hanno perfino rilasciato i 23 arrestati per gli incidenti dell’altra settimana! Preventivamente non si può più arrestare nessuno. E il 7 aprile 1979 non ci fu un arresto preventivo. Il giudice Pietro Calogero, di Padova, spiccò dodici mandati di cattura nei confronti di altrettanti esponenti di Potere Operaio (tra cui Toni Negri, Franco Piperno e Oreste Scalzone) accusandoli di banda armata, costituzione delle Brigate rosse e attentato alla sicurezza dello Stato. Dietro c’era un teorema: se le Brigate rosse esistevano era perché potevano nuotare in un’acqua che li favoriva e li nutriva, quella dell’Autonomia operaia o comunque dei gruppuscoli al limite della clandestinità. Tutta la storia finirà con sette assoluzioni e cinque condanne, e insomma è una vicenda abbastanza nota su cui Laterza ha anche pubblicato adesso un libro (Terrore rosso) scritto dallo stesso giudice, ormai ultrasettantenne, con Carlo Fumian e Michele Sartori. A parte ogni altra considerazione, la dichiarazione di Gasparri è perciò sbagliata storicamente: non c’è più nessuna Padova dove ti sparano alle gambe, i centri sociali fanno casino ma non sono le brigate rosse e, insomma l’Italia e gli studenti del 2010 non hanno niente a che fare con l’Italia e gli studenti del 1979. Non sarebbe neanche il caso di parlarne se quell’idea - «arrestiamoli prima» - non contribuisse a sua volta ad arroventare un clima già abbastanza caldo. C’è anche la proposta del Daspo, da estendere a chi vuole partecipare ai cortei.
• Equiparare i manifestanti ai tifosi?
Sì, è un’idea tirata fuori ieri da Mantovano. Ci vorrebbe comunque una legge. E non credo funzionerebbe: come li trovi quelli che partecipano al corteo nonostante il divieto? Se li prendi dopo che hanno combinato qualche guaio, la misura perde il suo valore preventivo.
• Secondo me sono strascichi della lotta che mira a far cadere Berlusconi.
Il governo ha spostato a gennaio gli appuntamenti più pericolosi. Soprattutto quello che riguarda la sfiducia al ministro Bondi per i crolli di Pompei. Camera e Senato chiudono mercoledì e riaprono l’11. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/12/2010]
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