Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A quanto pare, non vedremo più la Maria Luisa Busi in video, almeno per tutto il periodo in cui sarà direttore Augusto Minzolini…
• Perché? Che è successo?
La conduttrice ha scritto una lettera al suo direttore e l’ha affissa ieri mattina nella bacheca della redazione. «Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori». Continua sostenendo che il direttore ha soppresso dal giornale l’Italia vera, quella dei disoccupati, della crisi, dei terremotati dell’Aquila che protestano contro la cattiva gestione del sisma da parte del governo. Quindi, la Busi rivendica il diritto di «togliere la propria faccia» dal momento che «nell’affidamento dei telespettatori è al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori».
• Sì? Il conduttore è così importante?
Credo di no. O, almeno, il conduttore all’italiana, che legge quello che dice (e sia pure molto bene, come sa fare la Busi), credo influenzi assai poco lo spettatore. Studi condotti in passato hanno stabilito che spostamenti, se ce ne sono, non influenzano lo share in misura maggiore di una frazione minima, quasi impossibile da rilevare. E infatti il criterio con cui si scelgono i conduttori è sempre quello: bei ragazzi o belle ragazze, che leggono disciplinatamente quello che gli ha preparato la redazione, e non s’azzardano a uscire dal seminato. Niente a che vedere, cioè, con gli anchor-man o le anchor-women americane, che almeno un po’ si assumono la responsabilità di quello che dicono e rischiano.
• Il direttore che ha detto?
Ha spiegato che la Busi doveva andare al telegiornale delle 13, per il quale si sta preparando un rinnovamento. «Ne ho parlato con la direzione dell’ufficio del personale. Del rinnovamento, oltre alla sigla, allo studio e al nuovo sito, deve far parte anche la scelta di un nuovo volto». Gli hanno chiesto se siano in atto epurazioni e Minzolini ha risposto: «Ma quale epurazione, ma quale epurator, non sopporto questa storia. Sotto la mia direzione sono stati assunti diciotto precari, ho mantenuto tutti i capiredattori, ma di che parliamo?». E allora la Busi perché ha deciso per un gesto tanto clamoroso? Minzolini: «Se non condivide la linea della testata, è giusto che abbia preso questa decisione. Se non si riconosce, ha fatto bene. Ma sono motivazioni che non condivido». Con la Busi c’erano stati in realtà altri dissapori, e non da poco.
• Cioè?
In febbraio, essendo stata mandata all’Aquila per realizzare un servizio sul terremoto, rispose a un gruppo di contestatori che le gridavano contro «Scodinzolini! Scodinzoli!»: «Io sono qui per fare il mio lavoro onestamente e non posso rispondere dell’informazione a livello generale che il Tg1 ha fatto nel corso di questi dieci mesi dal terremoto». Una risposta che al centro-destra non piacque per niente, tanto più che la giornalista aggiunse: «Qui la situazione è molto più grave di quello che fanno vedere». Poi, dopo che Minzolini ebbe allontanato dalla conduzione Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Massimo De Strobel, la Busi diede un’intervista a Repubblica parlando di ”rappresaglia” e di clima irrespirabile. Tenga conto che la Busi è una di quelle star della televisione che è molto difficile intervistare, a noi, tanti anni fa, è capitato di sentirci rispondere molto bruscamente: «Io le interviste le faccio, non le concedo». Si tratta infatti di una collega di cattivo carattere. In ogni caso, dopo questa intervista a Repubblica, la giornalista venne formalmente richiamata per non aver chiesto all’azienda l’autorizzazione all’intervista. E si difese dicendo che, essendo membro del Consiglio Nazionale della Federazione nazionale della stampa, aveva facoltà di esprimere opinioni all’esterno. Un lungo braccio di ferro, probabilmente finito ieri. La giornalista è stata sommersa dalle dichiarazioni di solidarietà della sua parte politica: il comitato di redazione, la Bindi, la Fnsi, l’Idv eccetera eccetera. I maligni ricordano che tanti anni fa, avendo ingaggiato un analogo braccio di ferro col direttore Bruno Vespa, la Gruber finì parlamentare europeo.
• Ma il Tg1 di Minzolini come va?
A metà aprile il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo presentò un dossier in cui, alla fine di una certa elaborazione dei dati, si dimostrava che il Tg1 di Minzolini aveva perso un milione di spettatori rispetto alle gestioni di Mimun e di Riotta. Dati forse veri, ma da prendere con le molle, come tutto quello che è dichiaratamente di parte. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/5/2010]