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 2010  marzo 17 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Quanto tempo manca alla cattura di Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei grandi mafiosi latitanti?

Perché se lo chiede?
Perché l’altro giorno hanno arrestato 19 persone, tra cui il fratello, tutte in qualche modo al suo servizio. Gli hanno fatto terra bruciata intorno o, come si dice da quelle parti, hanno prosciugato la risaia e prima o poi uscirà fuori anche la “testa dell’acqua”, cioè la fonte del potere, cioè lui. “Testa dell’acqua” è uno dei soprannomi di Messina Denaro. Un altro è “’u siccu”, cioè “il secco”. «Lu bene vene da lu Siccu, lo dobbiamo adorare, è ”u Diu, è ”bene di nuiatri». Così si sente dire, in un’intercettazione, a Vito Signorello, professore di educazione fisica, che gli fa da autista. Altro soprannome: Diabolik, perché andava matto per quei fumetti e voleva piazzare, come Diabolik, due mitra sotto i fanali della sua 164. I ray-ban che si vedono nelle sue vecchie foto sarebbero in qualche modo un omaggio a Diabolik.

Lei sta parlando da mezz’ora, ma io mica lo so tanto bene chi è questo Messina Denaro.
Matteo Messina Denaro è un boss del trapanese, che forse a un certo punto avrebbe potuto diventare il capo di tutta la Sicilia, cioè pigliare Palermo e da lì governare la malavita della regione. Se ne guardò bene, per prudenza, per saggezza, per occhio politico. Che bisogno c’è di andare a Palermo per diventare più potenti? Ha lasciato perciò che nel capoluogo si massacrassero e si facessero massacrare, senza immischiarsi. Era agli ordini di Bagarella, poi di Riina, poi è stato un devoto di Provenzano, fino a che non scoprì che Provenzano si conservava i suoi pizzini, sicché quando poi fu arrestato trovarono questo epistolario di Messina Denaro e capirono un po’ di più del personaggio. Messina Denaro non vuole essere capito perché sa che un modo per prenderlo è capirlo. Di Provenzano, al quale in passato aveva scritto: «[…] io riconosco soltanto a lei l’autorità che le spetta, noi due ci capiamo anche se non ci vediamo», disse, dopo la faccenda dei pizzini suoi ritrovati: «Se lo avessi davanti gli direi cosa penso e, dopo ciò, la mia amicizia con lui finirebbe». Non c’è da star tranquilli se a pronunciare parole come queste è uno come Messina Denaro.

M’immagino che avrà ammazzato un sacco di gente.
Il delitto più efferato è quello dei fidanzati Vincenzo Milazzo e Antonella Bellomo, che erano dalla parte dei perdenti durante la seconda guerra di mafia (1993). Fece trovare i cadaveri insaccati in buste di plastica e lasciati in una cava di materiale petroso in località Balata di Baida. Erano già mezzo decomposti. A lui gli aveva sparato, a lei l’aveva strozzata. Era al terzo mese. Poi ha preparato l’attentato a Costanzo, ha eseguito quelli stragisti di Firenze, Roma e Milano, ha pedinato Falcone. Era mafioso – mafiosissimo – pure il padre, Francesco, capomandamento della famiglia di Castelvetrano, campiere del feudo dei D’Alì, che erano padroni della Banca Sicula e un cui esponente fu anche sottosegretario in un governo Berlusconi. Il padre andava matto per l’archeologia e ha trasmesso questa passione anche al figlio che a un certo punto s’era addirittura messo in testa di rubare il Satiro danzante, magnifico bronzo di epoca classica (o al massimo ellenistica). Avevano già preparato la buca dove nasconderlo…

Da quanto tempo lo cercano?
Da diciassette anni. Che sarebbe poco, se si fa il paragone con la latitanza di Provenzano, durata 43 anni. Le dico chiaro e tondo che alla latitanza di 17 o di 43 anni io non ci credo, voglio dire è evidente che ha delle complicità nello Stato, tanto più che questi mafiosi, quando poi li prendono, si scopre che stavano inguattati a casa loro. Messina Denaro ha pure la passione delle donne, e ha avuto addirittura una figlia, durante questa latitanza, che adesso ha 12 anni e che lui non dovrebbe avere mai visto.

Lei pensa che la popolazione intorno lo protegga?
Quelli di Castelvetrano, dice? Non lo so, non lo posso dire. Lui dovrebbe comunque essere in zona. I 19 che hanno arrestato l’altro giorno gli facevano da rete logistica, gli permettevano di mantenere i collegamenti con i complici e con coloro che devono immancabilmente versargli i denari che gli spettano, pizzi o proventi di attività commerciali lecite. Messina Denaro ha investito, per esempio, nei supermercati ed è possibile che abbia contatti con gli Stati Uniti, che cioè partecipi o abbia partecipato al tentativo in corso da parecchio tempo da parte della malavita siciliana di internazionalizzarsi e riprende quota attraverso alleanze transoceaniche. Perché colpiti, sono colpiti, non c’è dubbio.

Se gli hanno prosciugato la risaia prima o poi salterà fuori.
E’ prudentissimo. Non scrive neanche i biglietti di suo pugno, ma li detta a un amanuense, questo perché non vuole che la sua calligrafia sia conosciuta e riconosciuta. I postini sono al massimo due e devono tenere i cellulari spenti per due giorni prima e per due giorni dopo le consegne. Le comunicazioni avvengono vis-à-vis, camminando sulla spiaggia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/3/2010]

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