Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Domenica 28 febbraio, cioè domenica della settimana prossima, ottanta comuni del Nord Italia, più Napoli, bloccheranno il traffico automobilistico in una fascia oraria che andrà di massima dalle 9 del mattino alle 17. A parte Napoli, gli ottanta comuni sono concentrati in sette regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino. Chiariamo subito, tuttavia, che non si tratta di un’iniziativa regionale: sono i sindaci ad aver preso in mano il timone della cosa, e in particolare i sindaci di Milano e Torino, Letizia Moratti e Sergio Chiamparino, uno di centro-destra, l’altro di centro-sinistra, di modo che l’iniziativa ha un’aria bipartisan che, in caso di contestazioni o proteste, manda assolti sia questi che quelli. Chiamparino è anche presidente dell’Anci, Associazione che riunisce i comuni italiani. I due sindaci delle due metropoli hanno guidato una riunione che s’è svolta a Palazzo Marino ieri e dalla quale è nato il Coordinamento permanente dei sindaci della Pianura Padana. Sentiamo Chiamparino: «Non c’è stata alcuna voce discorde. Stiamo combattendo una battaglia difficile, anche perché siamo l’area più produttiva del Paese e proprio per questo più soggetta all’inquinamento». Ed ecco la Moratti: «Ormai c’è una larga sensibilità per i temi legati all’ambiente. Il passo successivo sarà quello di diffondere questa attenzione non come una nuova forma di divieto, ma come una presa di coscienza che la cura e l’amore per l’aria che respiriamo e per le nostre città passa anche attraverso i comportamenti individuali».
• Bene, no?
Mah. Intanto c’è un veleno nella coda dei comunicati diffusi ieri. Gli ottanta comuni chiedono soldi, attraverso l’applicazione di una piccola sovrattassa da mettere sui pedaggi autostradali. Con questa tassa finanzierebbero le iniziative antiinquinamento delle città. Quindi dobbiamo interpretare la giornata del 28 febbraio come una manifestazione organizzata dai sindaci per chieder fondi al governo. E per poter dire poi – quando la sovrattassa non verrà applicata e i denari non saranno distribuiti – che la colpa dello smog è del governo. In linea di massima sono contrario a una domenica senza macchine presentata con questi discorsi. E a quello che ho visto già ieri, i contrari sono parecchi, persino tra quelli che aderiscono.
• Per esempio?
Per esempio il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Sul suo blog ha scritto: «Firenze aderirà all’iniziativa delle città del Nord col blocco del traffico per il 28 febbraio. Sia chiaro: concretamente non serve a nulla. Perché le misure utili, su cui stiamo lavorando, sono quelle di cambiare i bus, fare le piste ciclabili, fare le bretelle, fare un investimento su elettrico e sostenibilità, su treni e tramvie. Ma se le città dànno un segnale è giusto che anche Firenze risponda…». Quasi tutti i blogger gli hanno risposto: ma se non serve a niente, che lo fai a fare? Ovvio.
• Ma perché non servirebbe a niente?
Intanto la domenica è il giorno con meno problemi. Intervenendo la domenica si afferma implicitamente che, per una ragione o per l’altra, nei giorni lavorativi alla macchina non si può rinunciare. Ma è vero questo? proprio vero che non si può pensare a un’organizzazione urbana che prescina dall’uso privato delle automobili? E si può davvero sperare, come finge il sindaco Moratti, che a un certo punto vi sia la “presa di coscienza dei cittadini”? Ma quelli che volevano rinunciare alla macchina, lo hanno già fatto. No, la manfrina delle ottanta città serve soprattutto ad arrivare alle elezioni senza irritare troppo chi gira in città con l’automobile. E a fare ammuina intorno al problema delle cappe di veleni che incombono su centri e periferie urbane e che dipendono solo in parte dai tubi di scappamento. Ci sono anche gli impianti di riscaldamento e le fabbriche, almeno altrettanto velenosi.
• Quindi agire sul traffico automobilistico è inutile?
Sarebbe interessante, e utile, un piano che prevedesse l’eliminazione complessiva della macchina dalla rete urbana e la sua sostituzione con i mezzi pubblici. Lester Thurow ha scritto che la saturazione non è lontana, cioè non è lontano il momento in cui non ci sarà materialmente posto per le automobili negli spazi ristretti delle città, specialmente se antiche come le nostre. E c’è anche la questione relativa alla durata del petrolio. L’inquinamento entra nel discorso, ma non è l’unico punto. Città e automobili private sono sempre meno conciliabili. Un nodo che la politica non ha il coraggio di affrontare.
• Bravo. Parla così, ma intanto… Lei la macchina ce l’ha?
Io no. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/2/2010]
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