Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ad Haiti c’è il problema degli italiani. Quelli registrati sono 191, quelli rintracciati dall’Unità di crisi della Farnesina guidata da Fabrizio Romano sono un centinaio. vero che dei 191, qualcuno (quanti?) non stava ad Haiti. anche vero che sono stati rintracciati ad Haiti italiani che non figuravano nella lista dei 191. Morti accertati per ora non ce ne sono. L’ambasciatore di Haiti presso la Santa Sede, Carl Henri Guiteau, ha precisato che «l’hotel Montana ospitava circa trecento persone e di queste almeno duecento stanno ancora sotto le macerie». Italiani? «Non si sa». Due italiani – un uomo e una donna – erano probabilmente ospiti dell’hotel Cristopher. Di loro non si ha notizia. Da sotto le macerie non arrivano più né grida né lamenti. Tuttavia non si deve disperare: un dipendente delle Nazioni Unite, Tarno Joveer, di 35 anni, di professione guardia del corpo, è rimasto sepolto 36 ore sotto un edificio e ieri è uscito fuori sano e salvo, i capelli scarmigliati, la guancia sinistra sfregiata, una catenina di metallo al collo. Il problema francese è più grave del nostro. I francesi che secondo gli elenchi si trovavano ufficialmente nell’isola al momento della catastrofe sono 1.200. I morti sicuri accertati finora sono due, un ingegnere e un impiegato di un’azienda specializzata nella progettazione di ponti. Novantuno, sotto choc o feriti, sono stati portati nell’isola di Martinica, che fa parte delle Antille francesi. Degli altri non si sa niente.
• La situazione va almeno lentamente migliorando?
No, purtroppo. Fiammetta Cappellini, che ha sposato un haitiano e fa parte di una ong, ci informa attraverso Skype di quello che succede. Ieri ha scritto: «Oggi c’è il sole. Il problema principale sono i morti da rimuovere». Altre fonti confermano che questo sta diventando l’incubo di Port-au-Prince. I cadaveri restano in mezzo alla strada, c’è qualche furgone che li raccoglie e li porta davanti al General Hospital. Qui i corpi accumulati sono centinaia. La camera mortuaria non può ospitarli tutti. Quando sarà il momento di seppellirli, bisognerà seguire il rito voodoo. uno dei cinque punti del piano di emergenza sottoscritto dai brasiliani che comandano le forze di pace Onu: assistenza medica ai feriti, rimozione delle macerie, rafforzamento delle misure di sicurezza, distribuzione di acqua e alimentati, sepolture voodoo. Ragazzi con il machete saccheggiano i negozi. La polizia cerca di fermarli sparandogli addosso. Le strade sono intasate dalle auto, che rallentano per non schiacciare le salme e affollano quel paio di benzinai ancora aperti. L’emergenza energia sta arrivando. Haiti va avanti con i generatori alimentati a gasolio, carburante che sta per finire. Dopo non ci sarà neanche più Internet, unico mezzo di comunicazione oggi col mondo.
• Gli aiuti?
I soldi raccolti finora ammontano a 450 milioni di dollari. Il grosso – cento milioni a testa – viene da Usa, Canada, Fondo Monetario e Banca Mondiale. Ci sono poi una quantità di stanziamenti minori, 10 milioni dalla Croce Rossa Internazionale e dal Brasile, 9 da Inghilterra e Australia, 5 dal Giappone, 3 dalla Ue, uno dall’India, un altro dalla Fondazione Abbott. Il sette volte vincitore del Tour, Lance Armstrong, donerà 250 mila dollari. La Francia manderà due navi militari, una delle quali equipaggiata a ospedale. Sarkozy vuole tenere a Parigi una conferenza internazionale dedicata al disastro. Michelle Obama sarà testimonial per gli aiuti in uno spot della Croce rossa e gli Usa hanno fatto arrivare un aereo con 300 medici (ne hanno messi in allerta 12 mila). Manderanno anche 3.500 soldati. Una ong spagnola ha spedito, oltre a dieci soccorritori, anche quattro cani specializzati nel cercare uomini sotto le macerie.
• Noi che facciamo?
I nostri sono accampati vicino all’aeroporto. Stanno allestendo il quartier generale dei soccorsi internazionali. Facciamo parte del meccanismo di protezione civile attivato dalla Ue. Domenica in tutte le chiese d’Italia si raccoglieranno fondi, su iniziativa della Cei. A proposito: gli unici enti impegnati in Italia nel coordinamento degli aiuti sono la Protezione civile e il ministero degli Esteri. Non ci sono reti di onlus autorizzate. Il numero della nostra unità di crisi, per qualunque informazione, è 06-36225. Su Internet c’è lo spazio della Croce Rossa: www.icrc.org/familylinks
• Le vittime quante sono?
Non si sa. La Croce Rossa di Haiti ha stimato 45-50 mila morti. Ma Kostas Moschochoritis, di Medici senza frontiere, ha fatto notare che nessuno può avere un quadro preciso della situazione: è ancora impossibile avere contatti con le località al di fuori della capitale.
• Ci sono state altre scosse?
Sì. La più forte di magnitudo 4,7 Richter, ieri mattina. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/1/2010]
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