Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri giornata di tregua nella battaglia intorno alla vita di Eluana. Berlusconi ha moderato certe sue dichiarazioni precedenti relative alla Costituzione («scritta alla fine di una dittatura e influenzata dai filosovietici») sostenendo di avere il massimo rispetto della nostra Magna Carta e di aver solo voluto ricordare che cambiarla deve però essere possibile. vero che non s’è potuto trattenere e che ha aggiunto: «C’è un divario tra due culture: da una parte la cultura della libertà, dall’altra quella di uno Stato che prevale sui cittadini. E ancora la cultura della verità contro la cultura della mistificazione e probabilmente, andando in fondo, la cultura della vita contro una cultura che non è la cultura della vita». Il cardinale Bertone, segretario di Stato vaticano, ha telefonato a Napolitano: gli ha ribadito la stima personale, la volontà di non interferire nelle vicende italiane e però anche la posizione della Chiesa, convinta che nessuno abbia il diritto di far morire di fame e di sete Eluana. Massima prudenza anche da parte del Papa. All’Angelus, Benedetto XVI ha solamente pronunciato questa frase: «La malattia fa parte dell’esperienza umana anche se spesso ad essa non riusciamo ad abituarci perchè siamo stati fatti da Dio per la vita». Il Papa s’era guardato bene dal nominare Eluana anche sabato.
• A che cosa si deve questo improvviso abbassamento dei toni?
Agli eccessi dei giorni scorsi, di cui evidentemente si sono tutti spaventati. La Chiesa poi avrebbe ottenuto quello che s’era ripromessa: una condivisione delle sue tesi da parte del governo italiano. Tutti dicono – a mo’ di prova che Berlusconi ha deciso quello che ha deciso autonomamente e senza interferenze d’Oltretevere – che i cardinali sono rimasti vivamente sorpresi dalla piega presa a un tratto venerdì dagli avvenimenti. E da quel momento in poi ci sono andati piano con gli aggettivi: «decisione coraggiosa» per il governo italiano e «delusione» per il “no” di Napolitano sono in fondo espressioni minime. Se pensa che un giornale di centro-destra sabato mattina ha titolato in prima pagina: «Napolitano stacca la spina».
• Beh, lei dice che la Chiesa ha ottenuto quello che voleva. Intanto non è detto che la legge sia approvata in tempo.
Indipendentemente dalla conclusione di questa vicenda, è un fatto che le posizioni di tutti intorno alla questione del testamento biologico si sono chiarite. La legge in discussione è prudentissima e, se fosse in vigore adesso, non permetterebbe di chiudere il sondino di Eluana. Ma almeno sarebbe un punto di riferimento e detterebbe una regola di comportamento. Presumo che di quella legge, la Chiesa non sarebbe troppo scontenta. in questo senso che il Vaticano la sua battaglia l’ha già vinta. Oltre tutto si annuncia uno schieramento vastissimo intorno al disegno di legge – ponte che il Senato affronta in aula stasera: lo voterà l’Udc, lo voteranno i teodem del Partito democratico e forse anche qualche democratico non teodem dato che Veltroni ha lasciato libertà di coscienza. Lo voterà addirittura Di Pietro: il quale sta con Napolitano «senza se e senza ma», ma è d’accordo su un provvedimento che vieti la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione prima che venga approvata la legge.
• Veltroni non vuol fare una manifestazione?
Sì, domani alle 18 in piazza Santi Apostoli. Parlerà il solo Oscar Luigi Scalfaro, l’ex presidente della Repubblica, molto pio e molto anti-berlusconiano. Possiamo già sapere quello che dirà basandoci su un’intervista rilasciata sabato a Repubblica: «Premesso che sulla difesa della vita non c´è discussione, penso che si sia passato il limite. Taluni, in omaggio ai sacri principi, emettono sentenze definitive e giudizi irrevocabili. Sono cose inaccettabili. Incivili. Se qualcuno le fa in nome dei principi cristiani, io credo che i principi cristiani parlino di amore, di carità, di comprensione, di partecipazione alla sofferenza. Ma non vedo cosa c´entri con i principi cristiani un´invasione così aggressiva dello spazio di libertà di ciascuno».
• Ah. Significa che voterà anche lui la mini-legge di Berlusconi o no?
Impossibile capirlo. Ma, a proposito di toni abbassati e battaglie, c’è da segnalare un’intervista di Beppino Englaro al quotidiano spagnolo El Pais. Dice che la Chiesa non gli può imporre i suoi princìpi, aggiunge che la rispetta e che si aspetta di essere rispettato allo stesso modo. Infine racconta di aver scritto nel 2004 a Ciampi, Berlusconi, Pera, Casini, Sirchia e al presidente dei medici, Del Barone, raccontando il suo caso e chiedendo aiuto. Gli risposero solo Ciampi e Sirchia.
• Vergogna, no?
Berlusconi dice di non aver mai ricevuto niente. Ma Englaro risponde di avere le ricevute di ritorno. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/2/2009]
(leggi)