Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è la paura provocata dagli extracomunitari e c’è quella provocata dagli italiani. Anche se i reati degli stranieri sono molti, quelli degli italiani sono in ogni caso di più: il 65% del totale. Ci consoliamo pensando che gli immigrati – il 5% degli abitanti del Belpaese – è responsabile del 35% dei crimini. Ma quel 65% che ci compete non deve e non può essere dimenticato.
• Esattamente di che sta parlando?
Dell’episodio di Verona. Notte del 1° maggio, tre amici passeggiano nel centro della città, in via Leoni. Si accostano cinque tizi, italiani, parecchio più giovani dei tre, e chiedono una sigaretta. I tre gli rispondono di no. Parte allora un pestaggio, un pestaggio da professionisti, perché si deve sapere che c’è gente – italiana – che passa il tempo ad allenarsi, mettere su muscoli, imparare colpi e che poi non vede l’ora di menare le mani su qualcuno che non sa difendersi. Partono calci e pugni e uno dei tre aggrediti cade per terra. la sua fine. Si chiama Nicola Tommasoli, ha 29 anni, disegnatore tecnico di professione, residente a Negrar. Lo prendono a calci in pancia e in faccia. Quando vedono che non si muove più, scappano. I due amici di Nicola, malconci ma ancora capaci di muoversi, chiamano soccorsi e lo fanno portare all’ospedale di Borgo Trento. Qui i medici capiscono che non c’è praticamente niente da fare. Lo tengono in vita artificialmente, s’affidano a qualche miracolo. C’è un lieve miglioramento, che passa presto. Il padre si dice rassegnato. possibile che oggi venga dichiarata la morte cerebrale (Nicola è morto ieri, 6 maggio 2008 - ndr). Si sta già parlando di espianto di organi.
• Come fa a sapere che gli aggressori sono italiani?
Lo hanno detto i due amici di Nicola. E poi ieri, uno dei teppisti, 19 anni e ancora al liceo, si è costituito. Intendiamoci, la polizia lo aveva identificato e la mossa di consegnarsi fa già parte della strategia difensiva. Il problema di questi qui, adesso, è infatti come cavarsela con il minor danno. Il nome del picchiatore non è stato reso noto, benché sia maggiorenne, ma i legali che lo difendono fanno sapere che la sua famiglia «è distrutta» (oggi si sa chi è: si chiama Raffaele Delle Donne - ndr). Per qualche ragione che non le so spiegare sapevo già quello che le agenzie avrebbero scritto nelle righe successive: la famiglia del reo confesso è benestante, anzi «tra le più in vista della città».
• E gli altri quattro?
Due sono scappati all’estero. I magistrati dicono di aver identificato tutti quanti. Ci vorrà qualche giorno, ma vedrà che li prenderanno tutti.
• Ma chi sono?
Tifoserie ultrà (in questo caso del Verona), fascisti. I giornali hanno scritto che si tratta di adepti di Forza Nuova, ma la direzione di Forza Nuova ha smentito e ha diramato un comunicato in cui, quasi quasi, sembra ripudiare – con qualche distinguo – la violenza. Le ultime notizie inseriscono il gruppetto di picchiatori nell’ambito degli esaltati del Veneto Fronte Skinheads o VFS. Un movimento che ha appena 17 iscritti ed esiste dal 1986. Pubblicano una rivista che si intitola ”L’Inferocito - Periodico carnivoro del VFS”. Cioè, dei cretini, oltre che dei mascalzoni. Nell’ultimo numero, di cui conosciamo solo il sommario, c’è un articolo sulla mistica fascista e un altro intitolato “C’è violenza e... violenza”. Sarebbe interessante sapere che violenza è, secondo costoro, quella che sta facendo morire Tommasoli.
• E il sindaco di Verona che dice? Se non ricordo male è uno della Lega.
Sì, Flavio Tosi, uno dei leghisti di punta, eletto con una valanga di voti. Dice che di episodi così ne capitano uno su un milione e che non fa storia. Non fa storia in questo senso: non esiste un metodo per prevenire un omicidio come questo. Tosi ha stanziato 50 mila euro per istituire il corpo degli “assistenti civici”, volontari che dopo l’estate andranno in giro disarmati per controllare la città e che se vedranno qualcosa di storto chiameranno con un cellulare la polizia. Gli è stato chiesto: «Se ci fossero già stati gli assistenti civici, il povero Tommasoli l’avrebbe scampata?». Risposta: «Non penso, gli assistenti saranno per lo più in periferia». Poi ha aggiunto: «Insisto che quell’episodio non fa testo ed è solo il sintomo di una società degenerata e del clima di impunità». Poi ha aggiunto che il Parlamento deve abolire tutti i benefici penali e ammetterli solo in casi eccezionali. Tosi – e forse la Lega – è anche contrario alla Cirielli, quella che manda subito in prescrizione un bel po’ di reati e consente di scamparla a troppi delinquenti. Lei capisce quanto siano importanti, a questo punto, le persone che Berlusconi sceglierà per il ministero dell’Interno e per quello della Giustizia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/5/2008]
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