Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Rispondiamo, come ogni lunedì, alle lettere dei lettori.
• Il lettore Gianfranco Li Causi, da Bergamo, ha la sensazione «che pochi abbiano ben presente le differenze tra maggioritario, proporzionale, bipolarismo, premio di maggioranza, soglia di sbarramento, etc». sicuro che lei, con una puntata de Il fatto del giorno, riuscirebbe a far capire tutto a tutti.
Beh, non è tanto complicato e possiamo anche spiegare qualcosa subito. Nel maggioritario si votano i candidati e vince chi arriva primo, mentre tutti gli altri sono eliminati (maggioritario secco a un turno). il sistema che piace a Pannella e, se non ho capito male, a Beppe Grillo. Il maggioritario più diffuso è però quello a due turni: i candidati si presentano e se nessuno raccoglie la metà dei voti più uno, si fa un secondo turno tra i due più votati. il metodo che adottiamo in Italia per scegliere il sindaco. Il maggioritario è certamente il metodo migliore quando si tratta di scegliere una sola persona, un presidente o, appunto, un sindaco. Se bisogna riempire un Parlamento, può dar luogo a distorsioni forti: paradossalmente un partito col 49 per cento dei voti potrebbe non avere neanche un deputato se in ogni circoscrizione i suoi candidati fossero battuti da un avversario capace di prendere il 51. All’inizio della storia d’Italia, cioè durante il Regno di Sardegna e nel primo periodo dell’Unità d’Italia (seconda metà dell’Ottocento), si votava proprio con questo sistema. Ma partecipava al voto solo chi era ricco ed erano escluse le donne. Il proporzionale assegna i seggi di Camera e Senato in proporzione ai voti ricevuti: hai preso il 10 per cento dei voti e prenderai il 10 per cento dei seggi. il nostro attuale sistema elettorale, corretto da un premio di maggioranza: cioè si dà un tot di seggi alla coalizione più votata in modo da permetterle di governare anche in presenza di uno scarto di seggi minimo. Il sistema in uso adesso in Italia dà alla Camera un premio alla lista più votata a livello nazionale e, al Senato, tanti premi in ogni singola regione alle liste più votate in loco. Si chiama ”bipolarismo” un sistema come il nostro, in cui si affrontano due coalizioni di partiti (due ”poli”). Negli Stati Uniti, dove si affrontano due partiti, si parla invece di “bipartitismo”. La “soglia di sbarramento” è un livello minimo di consensi per accedere alla Camera o al Senato. In Germania, per esempio, chi non prende almeno il 5% dei voti non viene ammesso in Parlamento.
• Sandro Cacciatori le chiede se, con le Borse che hanno ricominciato ad andar su, la crisi può considerarsi finita.
Non credo, e proprio l’entità del taglio al tasso di sconto americano fa pensare che i problemi non siano ancora stati risolti. Le banche centrali, del resto, continuano a stampar soldi per soccorrere gli istituti in difficoltà. Gli esperti dicono che prima di due anni non ne saremo completamente fuori. Soprattutto non ne saremo fuori fino a che non avremo l’elenco completo di chi custodisce derivati con i subprime e di quale cifra è in gioco.
• La lettrice Sabina Cozzolino le chiede scherzosamente con che coraggio ha insinuato che le concorrenti di miss Italia possano esser oche.
Penso che possano essere ancora più oche i concorrenti di Mister Muscolo.
• Massimo Papa, da Catania, le pone una questione molto intelligente: «Il paese reale ha leader diversi dal paese legale e questo mi pare il problema. Grillo, Rizzo e Stella, Saviano, D’Agostino sono infinitamente più credibili di un Fassino intervistato da Chiara Berlinguer».
Che è un modo elegante di dire che la nostra classe dirigente ha perso ogni autorevolezza e credibilità. In questo momento storico è certamente vero per parecchi capi del centro-sinistra. Prodi personalmente sta forse un po’ meglio dei suoi ministri e sodali (lo dicono anche i sondaggi), Di Pietro ha una buona reputazione e, per i loro fan, Berlusconi e Bossi restano sempre due iddii in terra. anche vero che i politici stessi, disprezzandosi e insultandosi l’un l’altro, si sminuiscono a vicenda in una spirale apparentemente irreversibile.
• «Lei il problema della Rai come lo risolverebbe?». Domanda secca del lettore Felice Bongioanni, dopo la baraonda in Senato di mercoledì.
Ah, io lascerei allo Stato un solo canale senza pubblicità magari gestito dalle regioni, tipo Pbs americana. Su questo canale – volutamente noiosissimo – niente film, niente varietà, niente sport, niente informazione, ma solo cultura (concerti, mostre, ecc.). Tutto il resto criptato dal satellite e tassativamente a pagamento. Chi vuol vedere la televisione vera – bella o brutta che sia – compri il decoder e si abboni al canale o ai canali che preferisce.
[Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport
23/9/2007]
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